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24 Ottobre, 2011

F. Guerrini, Cinque progetti per liberare il Web

by gabriella

Mai come di questi tempi il Web ha assunto un ruolo centrale nelle nostre vite. Allo stesso tempo, mai come adesso la Rete, come l’abbiamo conosciuta finora, è sotto attacco: da parte di autorità di regimi repressivi, che vogliono impedire ai cittadini di comunicare e informarsi. Da parte delle aziende di telecomunicazioni, a cui il principio della “neutralità della rete”, grazie al quale chiunque può avere accesso a qualsiasi contenuto una volta pagato il canone di connessione alla banda larga, sembra un inaccettabile freno alla libertà di impresa, e di profitto.

Al summit Contact di New York, appena conclusosi, si è parlato proprio di questo: di come riformulare l’architettura di Internet, in modo da favorire l’emergere di protocolli decentralizzati e provenienti “dal basso”, per arrivare alla “Next Net”, la nuova Rete che mantenga davvero le promesse degli esordi. Le idee, si è visto, non mancano: parecchi gruppi di programmatori visionari sono già al lavoro, anche se è difficile dire se le loro creazioni potranno fuoriuscire dal ristretto ambito degli smanettoni e fare presa sulla grande massa di internauti: quella, per intenderci, che tende a confondere la Rete con Facebook. Eccone alcuni fra i progetti più innovativi, e meno conosciuti.

Il progetto Locker
Un progetto open souce per consentire ai navigatori di custodire i dati che condividono, volontariamente o in maniera inconsapevole, sul Web, in un luogo sicuro. E di sfruttarli commercialmente in prima persona, se ne hanno l’intenzione, mediante una serie di applicazioni, sempre open source, che attingano alle informazioni conservate nei locker, le cassaforti del cyberspazio.

Commotion Wireless
Una piattaforma di comunicazione distribuita basata sulle reti per cellulari e il wi-fi che dovrebbe sopravvivere a qualsiasi tentativi di censura della rete Internet imposto dall’alto. L’idea ha preso forma dopo i recenti tentativi di “spegnimento” della Rete verificatisi in Egitto e Tunisia. Una struttura di comunicazione peer-to-peer dovrebbe garantire agli attivisti anche maggiore garanzia di non essere monitorati da parte di provider o servizi di Stato.

Metacurrency
In un’era dove il vero valore è sempre più prodotto dalla conoscenza e il denaro si può trasformare in bit di informazioni, la valuta così come la conosciamo, appare obsoleta. Il progetto di Metacurrency è quello di decentralizzare e ridare alle persone la capacità di attribuire valore alle cose a cui tengono, sperimentando molti tipi di valuta alternativi al denaro. Una serie di presentazioni sul sito del progetto, contribuisce a chiarire questo concetto.

FreedomBox
Creata da un professore della Columbia School of Law, Eben Moglen, la “scatola della libertà” consiste in un piccolo server personale, basato sulla distribuzione Linux Debian e su un qualsiasi cellulare di vecchia generazione che funga da modem. L’idea è quella di creare una rete di piccoli server personali a basso costo (una trentina di dollari), che, con l’utilizzo di strumenti gratuiti e open source, consenta l’invio di email e chiamate Voip criptate.

Connect.me
Un sistema di gestione della reputazione e delle competenze di singoli individui, basato su uno scambio di voucher digitali, che si possono emettere, per segnalare persone di indubbia autorevolezza, o ricevere in segno di apprezzamento da parte di altri utenti. Un modo per sfuggire alla dittatura degli algoritmi impersonali, tipici di servizi come Klout o Grader, che misurano il grado di preparazione solo sulla base di fattori numerici come il numero dei follower su Twitter o quello dei retweet.

tratto da: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/tecnologia/grubrica.asp?ID_blog=30&ID_articolo=9647&ID_sezione=38


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