Archive for 16 Gennaio, 2012

16 Gennaio, 2012

Alexandros Panagulis, Tempo di collera

by gabriella

Voi, tombe che camminano
insulti viventi della vita
asassini del vostro pensiero
fantocci in forme umane

Voi che avete invidia delle bestie
che offendete l’idea del creato
che chiedete rifugio all’ignoranza
che accettate per guida la paura

Voi che avete dimenticato il passato
che vedete il presente con occhi appannati
che non avete interesse per il futuro
che respirate solo per morire

Voi che avete mani solo per applaudire
e che domani applaudirete
con più forza di tutti come sempre
e come ieri e come oggi

Sappiate allora voi
scuse viventi di ogni tirannia
che i tiranni li odio tanto
tanto quanto ho schifo di voi

Alexandros Panagulis

16 Gennaio, 2012

Daniele Giglioli, Narrazioni e psicoanalisi. Sui Racconti analitici di Freud

by gabriella

Non c’è bisogno di coltivare una speciale dedizione alla teleologia, alla mistica della pienezza dei tempi, o magari all’ottimismo evoluzionista secondo cui una cultura riesce sempre a produrre al momento giusto gli anticorpi contro le tendenze degenerative che la minano, per salutare l’arrivo in libreria dei Racconti analitici di Sigmund Freud (progetto editoriale e introduzione di Mario Lavagetto, note e apparati di Anna Buia, traduzione di Giovanna Agabio, “Millenni” Einaudi, 805 pagg,  85 euro) come una circostanza estremamente felice. In un contesto come quello presente, dominato dalla un tempo stimolante ma ormai stucchevole confusione categoriale tra fiction e non-fiction, sempre a rischio di annacquare ogni differenza all’insegna di una generica narratività che tutto pervade e nulla spiega (saggi che si leggono, purtroppo, “come romanzi”; romanzieri che si improvvisano storici, e viceversa; onnipresenza dello Storytelling in ogni ambito della comunicazione e della prassi sociale), il Freud proposto da Lavagetto invita invece a coltivare la sottile e necessaria arte del distinguo. Tra sapere e raccontare, letteratura e scienza, invenzione e scoperta esistono reti infinite di nessi e implicazioni, che bisogna pazientemente districare, non annegare in una melassa incommestibile.

Nessuno ne era più consapevole di Freud. I suoi rapporti con la letteratura, che Lavagetto indaga dai tempi di Freud la letteratura e altro, sono stati molteplici, complessi, fecondi ma anche tormentati. Era convinto che il poeta arriva per sue vie là dove lo scienziato a volte stenta a metter piede. Possedeva una vasta cultura letteraria, una memoria infallibile, una felicità di espressione e di costruzione narrativa che hanno pochi uguali: sotto il profilo della bellezza, molte sue opere, a cominciare dall’Interpretazione dei sogni, potrebbero stare senza disagio nel canone della migliore letteratura del Novecento. Non è lì però che Freud voleva collocarle. La storia di quei rapporti è anche la storia, appunto, di un disagio, di una diffidenza, di una tentazione e di una resistenza. Letteratura e scienza pretendono alla verità, e può capitare che vi arrivino per percorsi simili, ma non sono e non devono essere la stessa cosa, pena il decadere della psicoanalisi – secondo una maligna battuta di Krafft-Ebing, che aveva appena ascoltato una conferenza del giovane Freud – allo statuto di “favola scientifica”.

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