Archive for Ottobre, 2012

22 Ottobre, 2012

Bernard Stiegler, Reincantare il mondo

by gabriella

Traggo da Kainós una buona recensione alla traduzione italiana dell’ultimo libro di Bernard Stiegler, dedicato ad una rilettura del ruolo delle tecnologie nella società contemporanea.

La strategia interpretativa di Stiegler è farmacologica, più che dialettica, derridiana non adorniana: nel concetto di farmakon c’è infatti sia l’idea del veleno che della cura. Leggere questa recensione mi ha fatto tornare in mente il veloce, ma intelligente libretto di Johnson Steven, Tutto quello che ti fa male ti fa bene. Perché la televisione, i videogiochi e il cinema ci rendono intelligenti, utile per rimuovere gli ultimi residui di una vulgata adorniana (antitecnologica e sospettosa di ogni prodotto dell’“industria culturale”) che, come ogni vulgata che si rispetti, ha ormai perso ogni riferimento con il meglio del pensiero francofortese.

Non sono molti i libri di Bernard Stiegler tradotti in italiano, eppure si tratta di uno degli autori francesi più prolifici e criticamente impegnati nella interpretazione della nostra contemporaneità. Per tale ragione, la traduzione, ben curata da Paolo Vignola, di uno dei suoi testi più politicamente espliciti (per quanto si tratti di un testo teoreticamente meno complesso di altri, specie se confrontato con i tre volumi dedicati a La Tecnique et le Temps) è di sicuro un evento editoriale di un certo interesse. In Réenchanter le monde, pubblicato in Francia nel 2006, Stiegler oserei dire rischiosamente mette in chiaro, adoperando un registro stilistico molto “diretto” e friendly, gli scopi politico-sociali non solo della sua personale ricerca ma anche di quella del gruppo di “Ars Industrialis” fondato nel 2010.

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21 Ottobre, 2012

Konrad Lorenz, Gatto falso, cane bugiardo

by gabriella

Questo capitolo de L’anello di Re Salomone – sovrano la cui leggenda narra che sapesse parlare agli animali – è dedicato al mio gatto e agli animali che popolano quotidianamente le lezioni di Scienze umane.

 

 

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21 Ottobre, 2012

Marina Boscaino, Gli insegnanti pronti a proteste eclatanti (mentre arriva l’insegnante Direttore d’orchestra)

by gabriella

Leggo dal sito della FLC-CGIL l’analisi di Marina Boscaino dei provvedimenti sulla scuola in cantiere con il DDL di stabilità. Dopo una descrizione realistica del risveglio dell’insegnante medio registrato in questi giorni, l’autrice dedica poche parole alla prossima misura già annunciata dal Ministro: l’insegnante direttore d’orchestra, della quale non ho ancora letto interpretazioni convincenti. A chi si chieda cosa intendesse dire il Ministro, suggerisco di guardare al mix “contenuti editoriali per la LIM” da un lato, “test INVALSI” dall’altro: quando la burocratizzazione del lavoro insegnante sarà ultimata e con lei la completa banalizzazione della scuola, gli insegnanti potranno lavorare senza stancarsi per ben più di 24 ore; il nostro cesserà di essere un lavoro di costruzione dell’intelligenza al servizio di un paese, per diventare un meccanismo di certificazione di conformità ad un sistema e di contestuale scarto degli inidonei.

Si tratta del più grave attacco alla scuola repubblicana e alla libertà d’insegnamento dal dopoguerra ad oggi, davanti al quale l’aumento in sé dell’orario di cattedra appare quasi un dettaglio insignificante.

«Le attività del docente nella scuola del futuro saranno diversificate,  perché  il  docente  diventerà un direttore d’orchestra in  un  sistema  molto  più  complesso. Ci vorrà maggiore flessibilità, ci potrebbero essere persone  che lavoreranno  un po’ meno e altre un po’ più».

«Il Paese va allenato. Dobbiamo usare un po’ di bastone e un po’ di carota e qualche volta dobbiamo utilizzare un po’ di più il bastone e un po’ meno la carota. In altri momenti bisogna dare più carote, ma mai troppe».

Il progetto e la sofisticata visione del mondo del Ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo

Gli insegnanti, il cui orario settimanale è andato via via aumentando, sono diventati delle “macchine per vendere fiato”. Ma “la merce fiato” perde in qualità tutto ciò che guadagna in quantità. Chi ha vissuto nella scuola sa che non si può vendere impunemente fiato per 20 ore alla…settimana. La scuola a volerla fare sul serio logora. E se si supera una certa soglia nasce una “complicità dolorosa ma fatale tra insegnanti e studenti a far passare il tempo”. La scuola si trasforma in un ufficio, o in una caserma, col fine di tenere a bada per un certo numero di ore i giovani; perde ogni fine formativo.

Gli esiti, nell’articolo di Luigi Einaudi, Corriere della Sera del 21 aprile 1913

«L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».

         Le ragioni per batterci, in Italo Calvino, Le città invisibili, 1972

«Per la sua legge il popolo ha da combattere
come per le sue mura».

e la guida filosofica all’azione: Eraclito, fr. 44

Sembra che tutti – davvero – dovranno  fare i conti con gli insegnanti. Sorprendenti disagio e mobilitazione in questi giorni: coinvolto anche chi finora ha reagito ai precedenti provvedimenti con inerzia. Tutti, e non solo deputati e senatori del Pd, che stanno ricevendo piogge di  e-mail con domande nette: fino a quanto sono disponibili a dire no a un aumento autoritario del  nostro orario di lezione? Per la cronaca:  dopo 5 giorni di invii, pochissime sono le risposte, attentamente monitorate: i nostri voti non saranno, questa  volta,  a  scatola  chiusa. Tutti,  perché  il  dissenso  è  trasversale  e  la  questione  delle  24 ore sta  finalmente facendo emergere  anche l’altra  insidia che minaccia oggi la democrazia nella scuola: la pdl 953, controriforma  degli  organi  collegiali.

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21 Ottobre, 2012

Lo sciopero degli insegnanti di Chicago

by gabriella

Alcuni colleghi mi hanno chiesto di reperire informazioni sul vittorioso sciopero degli insegnanti di Chicago. Ecco un articolo in cui si evidenzia come, benché avesse ottenuto ciò che chiedeva, il Chicago Teachers Union che ha promosso lo sciopero di due settimane degli insegnanti abbia rifiutato a lungo di ripristinare le regolari lezioni (il pensiero corre veloce a C.G.I.L.).

Il sindaco di Chicago contro gli insegnanti in sciopero

L’accordo tra le parti è praticamente fatto ma i sindacati hanno deciso di continuare la protesta: Rahm Emanuel ha minacciato di rivolgersi a un tribunale

È iniziata oggi a Chicago (17 settembre 2012) la seconda settimana di sciopero per 26 mila insegnanti. Lo sciopero è stato deciso dopo il fallimento dei negoziati su alcune riforme proposte dal sindaco della città Rahm Emanuel, ex capo dello staff di Barack Obama. La protesta coinvolge da lunedì 10 settembre circa 350 mila studenti e ora il sindaco della città, al quale di fatto compete la responsabilità diretta di tutto il sistema (l’amministratore delegato che guida il distretto scolastico di Chicago, infatti, fa riferimento alla giunta comunale e in ultima istanza al sindaco), ha detto che si sarebbe presto rivolto a un tribunale per mettere immediatamente fine a uno sciopero che «mette in pericolo la salute e la sicurezza» degli studenti e delle studentesse:

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21 Ottobre, 2012

Unite The Union e C.G.I.L

by gabriella

Questo é Unite, il sindacato britannico guidato da Len McCluskey che ieri ha contestato il Labour Party per l’acquiescenza alle politiche di Cameron. Unite The Union é capace di mobilitazioni oceaniche e incisive (20 ottobre 2012: A Future That Works), ma anche di comunicazione efficace:

[youtube=http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=B0xXaU9DE0Y]

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=PqWsKCmofQg&feature=player_embedded#!]

Questa invece è la C.G.I.L. di Susanna Camusso ieri a Roma tra entertainement e lamentazioni: nessun richiamo ai partiti che stanno sostenendo le politiche recessive in Italia.

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17 Ottobre, 2012

Marguerite Yourcenar, Tellus stabilita

by gabriella

Nelle pagine che seguono, tra le più belle di Memorie di Adriano [un romanzo storico, non la biografia di Adriano] l’imperatore riflette sulla nuova realtà di Roma, ormai lontana dai tempi dei re pastori, della Repubblica, dei Cesari, ed avviata alla piena maturità. Leggere le pp. 106-07 come introduzione e soffemarsi particolarmente sul testo a partire da Humanitas, Felicitas, Libertas (fine p. 107). Nelle pagine seguenti, Adriano sviluppa le sue considerazioni sulla giustizia e sulle leggi (pp. 108-09), a p. 110 descrive il tentativo di assassinio subito per mano di uno schiavo spagnolo e riflette sulla schiavitù. A seguire, sulla condizione della donna e sui ricchi.

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14 Ottobre, 2012

Se 18 ore vi sembran poche

by gabriella

18 ore18 ore di cattedra significano

Nel mio caso (ma c’è a chi va peggio): 130 studenti, 130 compiti a settimana da correggere, 130 verifiche al mese da progettare, correggere, restituire con commento appropriato, 130 genitori da ricevere o contattare trimestralmente, 18 ore di lezioni da progettare, studiare, ripensare o modificare.

Non includono

Le ore di presenza a scuola tra una lezione e l’altra [usate per programmare o progettare iniziative con i colleghi della stessa classe, comunicare con le segreterie-con il dirigente, preparare materiale didattico], le riunioni pomeridiane del Collegio, dei Dipartimenti, dei consigli di classe, per gli scrutini, per i colloqui con i genitori, per le elezioni della componente genitori, per la consegna delle pagelle, per i corsi di recupero.

Tre mesi di ferie?

Le lezioni terminano alla fine della prima settimana di giugno. Durante la seconda si riuniscono i Dipartimenti e iniziano i corsi di recupero. Nella terza iniziano gli esami di stato, che si protraggono fino a metà luglio. Poi iniziano le ferie che finiscono il 20 o 25 agosto, quando ricominciano i corsi di recupero, seguiti dagli esami di settembre e dagli scrutini. Il primo settembre si riunisce il Collegio e iniziano gli scrutini, si riuniscono anche i Dipartimenti, la settimana dopo iniziano le lezioni del nuovo anno scolastico.

Per tutto questo un insegnante percepisce nel primo decennio di impiego uno stipendio variabile tra i milleduecento e i milletrecento euro, a seconda delle detrazioni e carichi familiari, per tredici mensilità, successivamente, lo stipendio aumenta di poche decine di euro al mese (peraltro i cosiddetti “scatti di anzianità” ci sono stati già “congelati”).

Risulterà quindi chiaro che gli insegnanti sono il personale della pubblica amministrazione meno pagato (in assoluto e in rapporto alla qualifica) e più oberato di lavoro qualitativamente sensibile e quantitativamente, già oggi, insostenibile.

Per questo siamo in agitazione e stiamo discutendo le forme di protesta.

A tutti gli insegnanti

Già, perché abbiamo una folla di colleghi, persino sensibili, che non sciopererebbe nemmeno se la ripagassero con premio di produzione, perché convinta che la protesta in sé sia un’arma del passato e che oggi i “moderni” non possano che sedersi a “un tavolo” e discutere razionalmente della migliore delle scuole possibili. Riconoscerete il collega cislino.

Abbiamo poi una folla di colleghi, persino sensibili, che sciopera solo se è il PD-CGIL a dirci che abbiamo di che essere arrabbiati e non perché non lo capisca da sé, ma perché ogni altra forma di resistenza a questo stato di cose é di-per-sé-minoritaria-e-dunque-velleitaria. Riconoscerete il collega piddino e/o cigiellino, quello che ti dice spassionatamente che là, cioè in quelle scelte antipopolari ma “di mediazione” di cui il suo partito-e-sindacato sono maestri, si esaurisce l’orizzonte del possibile (va da sé che se il terzo stato avesse avuto il PD alla sua testa saremmo ancora nell’ancien régime) .

C’è poi il collega, la collega, che ti siede a fianco ad ogni riunione e si chiede con te quali forme non abbiamo ancora pensato per far alzare il professorale didietro dalla sedia e capire che non c’è più tempo per salvare la scuola pubblica e che ci stiamo giocando non solo la sorte dei colleghi precari (colpevoli solo di essere più giovani di noi e talvolta nemmeno di quello), o di scongiurare la prospettiva di un lavoro schiavile, estorto e non retribuito con il ricatto di ulteriori tagli, ma l’opportunità stessa di dare a tutti un’istruzione che ne faccia soggetti capaci di pensiero e quindi di protesta, capaci cioè di pretendere per sé e per noi la propria parte di futuro.

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14 Ottobre, 2012

La sussidiarietà spiegata dai lombardi (alla massaia di Voghera)

by gabriella

Se c’è ancora chi pensa che la sussidiarietà sia quella bella cosa che permette ai servizi di avvicinarsi ai cittadini e ai privati cittadini di contribuire direttamente (terzo settore, volontariato) alla loro erogazione, ascolti con attenzione la limpida spiegazione del suo funzionamento offerta dal capogruppo della Lega alla Camera (il quale omette di aggiungere che la devoluzione leghista è la radicalizzazione di questo meccanismo, ma come é noto, nessuno è perfetto) in un’intervista raccolta da Mauro Sanna per l’inchiesta sulla sanità lombarda messa in onda da RaiNew24.

Sanità lombarda. Come moltiplicare le spese coi bilanci in pari

L’onorevole Cé parte dall’osservazione che negli ultimi dieci anni la spesa sanitaria delle regioni è aumentata, a parità di prestazioni, dal doppio al triplo. Dopo aver valutato l’incidenza dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento delle patologie croniche conclude correttamente che deve esserci un problema strutturale. Questo problema prende il nome di “corruzione” per una percentuale scandalosa ma non determinante sul raddoppio o la triplicazione dei costi in questione, e di “sussidiarietà” per la restante parte, quella decisiva.

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12 Ottobre, 2012

Alberto Burgio, Tutto il resto é spreco

by gabriella

Alberto Burgio suggerisce di guardare al degrado dei nostri monumenti, all’abbandono della cultura, al tradimento della scuola, non come a meri “accidenti” delle politiche di destra, ma come effetti necessari e coerenti dell’economia di mercato o società borghese che dir si voglia.

Quando Tremonti pensò di trasformare gli atenei pubblici in Fondazioni, che notoriamente non sono enti filantropici, e poi la Gelmini portò a compimento il processo di aziendalizzazione dell’Università, ci scandalizzammo. Quando vediamo Pompei e le mura del Pincio crollare, rimaniamo attoniti. Quando leggiamo di un’intera biblioteca – quella dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici – costretta a sloggiare dalla sua sede naturale per trasferirsi in un capannone, protestiamo. Abbiamo tutte le ragioni per farlo. Ma forse commettiamo un errore in qualche modo analogo a quello in cui perseveriamo pensando che certi politici si ingannino sul senso delle proprie azioni e della devastazione che ne consegue.

Siamo sicuri che le cose stiano proprio così?

E se invece in questa incuria storica (quanti, per esempio, conoscono lo stato cronico di abbandono delle biblioteche pubbliche, a cominciare dalle nazionali, tenute in vita, contro il sadismo ministeriale, dall’amore eroico del personale?) se invece in questo degrado si manifestasse né più né meno, anzi nel modo più diretto e limpido, il modo di essere proprio della borghesia»?

Se avesse ragione Marx quando, sin nel Manifesto, descrive il ruolo rivoluzionario della borghesia osservando che essa tutto traduce in termini economici? Come dire che, nella modernità borghese, il denaro è finalmente e in senso pieno l’«equivalente generale», la misura di ogni valore. Se avesse ragione Marx quando poi analizza il rapporto sociale come né più né meno che la coerente e organica manifestazione del processo di accumulazione del capitale? E avesse ragione Debord, che, sulla scia di Marx, descrive la società contemporanea (il capitalismo maturo) come teatro della merce, nel quale lo spirito della merce – che è poi lo spirito del valore monetario – domina incontrastato e ridefinisce tutti i valori a partire da sé?

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9 Ottobre, 2012

Filosofia “scolastica” (cioé studiata a scuola) e senso della morte

by gabriella

Spassosa e intelligente la clip vincitrice del trofeo Zarathustra alla seconda edizione del Festival Internazionale del Cortometraggio di filosofia “scolastica” di di St-Pol-sur-Ternois (F).

Il video mette in scena ironicamente l’improvvisa immersione di due amiche, in terzo liceo, nei grandi temi dell’esistenzail senso della vita», «perché il sole sorge ogni mattina»; «perché la morte?» «quando la morte?» «dove la morte?» «chi sono?» «perché ogni mattina il mio biscotto si rompe?») attraverso la “philo”, una materia sui generis, difficile, che richiede riflessione .. Arriva il professore e parla loro di Jankélévitch e dei tre volti della morte. Inizia una ponderosa riflessione che esamina dapprima la morte degli altri (Whitney Houston, egli), poi la morte di altri a noi prossimi (tu), mentre sopraggiunge la propria (io): bref, je suis morte mais j’ai compris la vie.

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=vp4SOWp2G8I&feature=youtu.be]

Si veda anche Artificiel sul tema dell’artificialità della vita metropolitana, dell’alienazione e dello strangolamento di tutto ciò che é natura negli spazi urbani.


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