Archive for 10 Giugno, 2013

10 Giugno, 2013

Edward Snowden: PRISM è un regime di intercettazione globale. La storia della NSA, il Leviatano voluto da Truman

by gabriella

Un articolo di Punto informatico sulle rivelazioni di Edward Snowden sulle violazioni di dati e conversazioni instaurato dall’intelligence americana. Dal Fatto quotidiano la storia della National Security Agency.

My sole motive is to inform the public as to that which is done in their name and that which is done against them.  I can’t in good conscience allow the US government to destroy privacy, internet freedom and basic liberties for people around the world with this massive surveillance machine they’re secretly building.

Edward Snowden

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=_Z99qFwsDmU]

E’ Edward Snowden l’uomo dietro le rivelazioni su PRISM, il programma dell’intelligence statunitense capace di intercettare, raccogliere e analizzare la stragrande maggioranza delle informazioni digitali immesse in Rete dagli utenti. Lo scandalo è destinato ad allargarsi ancora, mentre emergono i primi distinguo “tecnici” e tentativi di giustificazioni. Tentativi che non fanno altro che alimentare dubbi ulteriori.

Mentre le ombre di PRISM si allargano e su Internet infiammano il dibattito e lo sconcerto, Snowden si confessa al collaboratore del Guardian (Glenn Greenwald) che per primo ha svelato al mondo il sistema della NSA: il 29enne ex-assistente tecnico della CIA è attualmente impiegato presso Booz Allen Hamilton, uno dei più importanti contractor della difesa e dell’intelligence statunitensi.

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10 Giugno, 2013

Steve McCurry, Imparare a leggere è accendere un fuoco

by gabriella

Leggere. Dal blog di Steve McCurry, oggi sfogliato per me da Mauro.

To learn to read is to light a fire;
every syllable that is spelled out is a spark.
– Victor Hugo

burmaumbria italy

At one magical instant  the page of a book –
that string of confused, alien ciphers–shivered into meaning. 

Words spoke to you, gave up their secrets; at that moment,
whole universes opened. 

You became, irrevocably, a reader.
– Alberto Manguel

Chiesa di Sant'Angelo, chiamata dai perugini "tempietto". Giusto a due passi da casa ..

Chiesa di Sant’Angelo, chiamata dai perugini “tempietto”. Giusto a due passi da casa ..

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10 Giugno, 2013

Francesco Lamendola, Von Clausewitz. L’inseparabilità di guerra e politica

by gabriella

ClausewitzDesideriamo svolgere alcune riflessioni su Karl von Clausewitz (1780-1831) a partire da un bel saggio che ventitre anni fa Luciano Guerzoni, docente di diritto ecclesiastico presso l’Università di Modena, presentò a un Convegno di studi in  quella città (poi pubblicato sulla rivista Bozze, Bari, Edizioni Dedalo, 1985, n. 1-2, pp. 9-46) sul generale prussiano e Carl Schmitt. Ci limiteremo qui a considerare innanzitutto la teorizzazione della guerra da parte di Clausewitz come atteggiamento esemplare di una cultura, quella occidentale, che fin dalle sue origini ha visto guerra e politica come un binomio pressoché inscindibile.

Ma procediamo con ordine e cominciamo con il riportare una breve antologia di passi di von Clausewitz, scelti fra i più significativi al fine di enucleare la sua concezione di che cosa sia la guerra, quali ne siano gli scopi, quali i mezzi, quali i legami con il regno della politica. Ci serviremo dell’ormai classica edizione del trattato Della guerra di Mondadori del 1970 (in due volumi; qui vol. 1, p. 19 sgg.), basata su quella dell’Ufficio storico dello Stato Maggiore dell’esercito italiano
del 1942: una data da tenere a mente).

Non daremo della guerra una grave definizione scientifica; ci atterremo alla sua forma elementare: il combattimento singolare, il duello.

La guerra non è che un duello su vasta scala. La moltitudine dei duelli particolari di cui si compone, considerata nel suo insieme, può rappresentarsi con l’azione di due lottatori. Ciascuno di essi vuole, a mezzo della sua forza fisica, costringere l’avversario a piegarsi alla propria volontà; suo scopo immediato è di abbatterlo e, con ciò, rendergli impossibile ogni ulteriore resistenza.

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10 Giugno, 2013

Francesco Lamendola, Amico e nemico nel pensiero politico di Carl Schmitt

by gabriella

Schmitt

Una buona introduzione al pensiero politico di Carl Schmitt e all’antitesi ‘amico/nemico’. In coda al testo la scansione dei paragrafi § 3 e 4 de Il concetto di ‘politico’, tratti da Le categorie del ‘politico’ (1932), trad. it. 1972, Bologna, Il Mulino, pp. 110-120.

Se vi è un pensatore politico la cui opera sia più che mai viva nel mondo contemporaneo, quegli è il tedesco Carl Schmitt (1988-1986), le cui dottrine si possono vedere in controluce, ad esempio, nella praxis inaugurata dall’Amministrazione repubblicana statunitense dopo l’11 settembre del 2001 (ma in effetti, per chi sapeva vedere, anche assai prima di quella data e anche da parte di precedenti Amministrazioni, democratiche, di quella nazione).

Carl Schmitt, già membro del Consiglio di Stato prussiano e presidente dell’Associazione dei giuristi nazionalsocialisti durante il nazismo, proveniva da una famiglia del ceto operaio e di religione cattolica. In realtà, del cristianesimo (come dell’hegelismo) condivideva il pessimismo antropologico in quanto era convinto di una “caduta” dell’uomo da una condizione originaria di felicità, che lo aveva reso “cattivo”; ma, a differenza del cristianesimo, non credeva in un suo possibile riscatto e pensava, con Machiavelli e con Hobbes, che l’unico mezzo per impedirgli di scatenare una guerra di tutti contro ciascuno fosse riposta in un potere statale forte, tanto più necessario e tanto più problematico ora che, con l’avvento della modernità, erano venute meno le forme tradizionali della legittimità (ad esempio, il potere monarchico di diritto divino).

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