Archive for 11 Agosto, 2013

11 Agosto, 2013

Maurice Godelier, L’anthropologie économique

by gabriella

GodelierLa rivista Socio-anthropologie ha ripubblicato nel 2000 un estratto commentato di un saggio ormai classico di Maurice Godelier che illustra le forme economiche e non economiche di circolazione dei prodotti sociali, con particolare attenzione al funzionamento del potlatch. In J. Copans, S. Tornay, M. Godelier, C. Backès-Clément, L’anthropologie : science des sociétés primitives ?, Paris, Editions E.P., 1971, 225-237.

 

Formes non marchandes de circulation du produit social

(…) Pour analyser ce domaine, il faut d’abord partir d’une distinction entre catégories de produits. Cora Dubois a distingué, de façon trop rigide mais utile, deux catégories de biens : les biens de subsistance et les biens de prestige qui circulent dans les sociétés primitives et paysannes. D’une façon générale, dans les sociétés primitives, les biens sont classés en catégories hiérarchisées, et leur échange et leur circulation sont fortement cloisonnés. On ne peut par exemple échanger un bien de subsistance contre un coquillage précieux. Paul Bohannan a employé le terme « multicentrée » pour caractériser la structure économique des sociétés primitives, à la différence du marché et de la production marchande. Chez les Tiv du Nigeria, les biens étaient répartis en trois catégories : biens de subsistance, biens de prestige (esclaves, bétail, métal), femmes.

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11 Agosto, 2013

Il mercato: ordine naturale o costruzione sociale?

by gabriella

Adam-Smith-The-Wealth-of-NationsIl mercato come ordine naturale

Il mercato è così strettamente associato alle economie moderne da sembrare un modo d’organizzazione spontaneo e naturale dell’attività economica. Molti esempi mostrano, al contrario, che le relazioni di mercatonon sono sempre esistite, contraddicendo così l’idea del carattere naturale, dunque universale, del mercato stesso.

Adam Smith era convinto che gli uomini avessero una naturale inclinazione allo scambio e fossero guidati da una mano invisibile che, incitandoli ad arricchirsi liberamente e ad operare per il proprio interesse, li spingeva naturalmente ad agire per il benessere della nazione. Questo ordine naturale aveva come esito l’equilibrio sociale, perché il libero perseguimento dei propri scopi da parte di ciascuno concorreva inconsapevolmente al bene comune. In questo modo, benessere individuale e benessere collettivo erano raggiunti simultaneamente senza azioni dirette di regolazione collettiva La_favola_delle_api[il testo filosofico esemplare di questa visione è The Fable of the Bees, or Private Vices, Public Benefits di Bernard de Mandeville, 1705].

Si tratta di una visione economica che poggia su una particolare antropologia, nota come homo œconomicus che considera il mercato il sistema più efficiente per assicurare la circolazione dell’informazione e il coordinamento di molteplici decisioni economiche. I sostenitori più convinti di questa visione, si spingono ad affermare che i meccanismi di mercato forniscono risposte anche a problemi distanti dalla sfera economica e che sia sufficiente affrontare da una prospettiva economica un problema sociale per condurlo a “razionalità”: ad esempio, si potrebbe calcolare il numero ottimale di figli per famiglia costruendo un modello che integri i vantaggi e i costi  del fatto di avere più o meno figli ..

Affermazioni che fanno sorridere tutti quelli che pensano che la sfera economica ha dei limiti perché l’uomo reale non è un semplice homo œconomicus. Ma se il mercato è invadente è spesso perché alcuni ricavano vantaggi dal fatto che lo sia e ciò non è né naturale, né vantaggioso per la collettività.

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