Archive for Marzo, 2016

8 Marzo, 2016

La condizione femminile nella filanda

by gabriella

filandaleTratto da Angela Frulli Antiocchieno, Mestieri da donna. Le italiane al lavoro tra ‘800 e ‘900, Venezia, 2002. 

Le filande erano opifici importanti in cui i bozzoli del baco da seta venivano trasformati in matassa di seta. Gli stabilimenti erano collocati in vari comuni settentrionali. Le filande rappresentavano l’unica possibile realtà occupazionale per molte donne ed in esse trovavano lavoro, di regola, anche bambine di circa dodici anni. Le operaie di una filanda dette filandale avevano compiti diversi ed erano, pertanto, suddivise in tre categorie: batusèti, tacarèni, filèri.

Le prime erano bambine inesperte, al primo lavoro, che avevano il compito di immergere i bozzoli in vasche piene di acqua bollente e, con l’ausilio di una piccola spazzola, trovare il filo iniziale del bozzolo, per poi darlo alle filèri. Queste dovevano inserire i numerosi fili di seta nelle filiere, sorvegliando che tutto procedesse nel migliore dei modi. Le filèri erano poi aiutate dalle tacarèni, che avevano il compito più arduo, cioè quello di riannodare i capi in fretta e con mani esperte quando, durante il passaggio nelle filiere, i fili si rompevano.

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5 Marzo, 2016

Vermeer e Bosch in Aprile

by gabriella

Nella nostra settimana di permanenza in Olanda, la Stradina di Delft tornerà al Rijks Museum e sarà in programma una grande mostra a Den Bosch, città natale di Hieronymus Bosch, dedicata al pittore.
Vermeer, la stradina

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4 Marzo, 2016

Il gorilla invisibile

by gabriella

Le dinamiche dell’attenzione e della cecità selettiva nel celebre esperimento del “gorilla invisibile”, qui riprodotto dall’educational di un editore.

3 Marzo, 2016

Umberto Galimberti, Vanagloria

by gabriella

2 Marzo, 2016

Claude Lévi-Strauss, La famiglia

by gabriella
levi-strauss

Claude Lévi-Strauss (1908 – 2009)

The Family, in H. L. Shapiro, Man, Culture, and Society, [London, Oxford University Press, 1956] trad. it. in F. Remotti, I sistemi di parentela, Torino, Loescher, 1974, pp. 198-99, 201-206.

La famiglia coniugale monogamica è abbastanza frequente. Ogni volta che sembra essere sostituita da tipi diversi di organizzazione, ciò avviene generalmente in società molto specializzate e sofisticate, non già – come una volta ci si attendeva – nelle società più semplici e rozze. Inoltre, i pochi casi di famiglia non coniugale (anche nella sua forma poligamica) dimostrano, al di là di ogni dubbio, che l’elevata frequenza del tipo coniugale di raggruppamento sociale non deriva da una necessità universale. È almeno concepibile che una società durevole e perfettamente stabile possa esistere senza di esso. Di qui un difficile problema: se non esiste alcuna legge naturale che renda la famiglia universale, come possiamo spiegare che essa sia rintracciabile praticamente dappertutto?

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