Autodafé

by gabriella
Pedro Berruguete, San Domenico presiede a un autodafé, 1450 ca

Pedro Berruguete, San Domenico presiede a un autodafé, 1450 ca

L’Inquisizione spagnola

L’Inquisizione spagnola ebbe una nascita e uno sviluppo del tutto particolari, perché mentre le sue equivalenti monastico-papale e romana, dipendevano direttamente dal pontefice questa, nata nel 1478 per disposizione di Sisto IV, come quella portoghese, istituita nel 1547, era soggetta allo stato, vale a dire ai re cattolici.

La scopo principale della Santa Inquisizione era di combattere gli ebrei e i musulmani presenti sia nel territorio spagnolo che nelle Nuove Terre, perché questi ultimi, già cristianizzati – conversos y moriscos –, erano accusati di ritornare segretamente a seguire il loro credo nativo. Ben presto, l’Inquisizione si indirizzò verso la repressione dei culti protestanti ed eretici in generale. Divenne inoltre uno strumento politico della monarchia per indebolire il potere dei nobili e dei ricchi commercianti che, perseguitati, venivano privati dei loro beni.

Figura simbolo di questo periodo è il domenicano Tomàs de Torquemada (1420-1498), confessore di Isabella I di Castiglia e Ferdinando II il Cattolico, ed era tanto drastico che si dovette invitare Roma a intervenire per cercare di frenare gli eccessi. Torquemada, nominato da papa Sisto IV primo inquisitore generale di Castiglia nel 1483, riorganizzò la struttura logistica dell’Inquisizione in tal modo che in quindici anni della sua gestione si celebrarono circa 100.000 processi con 2.000 condanne a morte. Tanta era l’autonomia spagnola che ebbe la facoltà di preparare un suo Indice, la lista di libri proibiti perché considerati pericolosi per la fede e per la morale, istituita ufficialmente sotto il pontificato di papa Paolo IV, nel 1559.

L’Inquisizione spagnola ebbe vita abbastanza lunga, si ricorda che l’ultima vittima fu condannata nel 1826, mentre venne definitivamente abolita qualche anno dopo, nel 1834.

Il cerimoniale dell’autodafé

Dal portoghese Auto da féAtto di fede, fu uno dei più impressionanti e vistosi cerimoniali che l’Inquisizione riuscì a creare. Il tribunale, dopo aver investigato e accertato l’eresia, condannava l’indagato, non prima avendo tentato di convincerlo ad abiurare. Se l’individuo non ritrattava, la sua fine era imminente.
Una volta punita, la persona era preparata per il rogo: si tagliavano i capelli, si vestiva con sacchi e berretti da somaro, e veniva avvicinato al luogo destinato, talvolta a colpi di frusta.
Usualmente l’autodafé prevedeva una messa, alcune preghiere, una processione per le vie pubbliche affinché tutti sapessero chi era l’inquisito e cosa aveva fatto. Sul mantello del reo si scriveva il motivo della condanna. Il cerimoniale durava diverse ore, partecipavano autorità ecclesiastiche e civili. Il rogo lo aspettava in una piazza piena di gente curiosa.

pedro-berruguete particolare

Tratto da Babilonia61

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