Archive for ‘Didattica – Teoria’

27 Agosto, 2012

4. Memorizzare efficacemente

by gabriella

Memorizzare è il quarto e ultimo approfondimento dedicato al saper-fare di base – i precedenti sono saper leggere, riassumere, prendere appunti cioè alle principali competenze che costituiscono il metodo di studio.

Ricordiamo
il 10% di ciò che leggiamo
il 20% di ciò che sentiamo
il 30% di ciò che vediamo
il 50% di ciò che vediamo e sentiamo
il 70% di ciò che diciamo
il 90% di ciò che facciamo

Università di Laval (Canada)

Dovendo studiare una lezione, cominciare a esaminare il testo prendendo visione della sua articolazione (paragrafi, note evidenziate ecc.) e soffermandosi sulle immagini.

a) Se siete tipi “uditivi: leggete a voce alta le date e i concetti importanti (non tutto il testo perché rischiate di perdere il significato di ciò che leggete). Studiate pensando di dover descrivere e raccontare ciò che sapere a qualcun altro.

b) Se siete tipi “visivi”: fotografate nella vostra testa le nozioni principali, legandole alle immagini presenti nel testo.

Createvi un’immagine mentale precisa dei personaggi e delle nozioni principali creando schemi, mappe e griglie riassuntive. Sottolineate a matita (vedi saper leggere) il libro di testo o le pagine del blog che stampate. Se non stampate (com’è preferibile), create un pdf del file e sottolineate con l’evidenziatore di Acrobat.

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17 Luglio, 2012

Pier Cesare Rivoltella, La mente, l’occhio, il cuore. Jaime D’Alessandro, Il problema non è il device, ma il metodo

by gabriella

Una riflessione di Rivoltella su didattica e nuove tecnologie dallo slogan quasi zen. Il file audio contenente l’intera relazione è disponibile qui. In coda una breve nota di D’Alessandro ci rammenta che se le tecnologie non sostengono l’accantonamento della didattica frontale è meglio lasciarle a casa.

1. La mente

Il profilo cognitivo (il brainframe, per dirla con de Kerckhove) che le nuove tecnologie contribuiscono a costruire è quello di:
una mente incarnata (embodied cognition): il primato della dimensione tattile (nelle interfaccia) e l’esternalizzazione della scena cognitiva sugli schermi concorre a definire il lavoro cognitivo come lavoro sugli oggetti;
una mente distribuita: la policronia (cioè la possibilità di vivere più tempi nello stesso tempo) e un ordine dell’attenzione periferico (perché impegnato a non perdere d’occhio nessuno dei frame aperti sulla propria scrivania) eleggono la velocità a propria cifra distintiva. Ne consegue che il pensiero abilitato dalle tecnologie è un pensiero breve;
una mente multiliteracy. Le nuove tecnologie chiedono al soggetto la competenza di saper usare linguaggi diversi, propri dei singoli sistemi espressivi, e formati mediali diversi. Il risultato è quello che Jenkins chiama navigazione transmediale e che si traduce in un’estensione delle competenze alfabetiche (secondo l’indicazione del New London Group).

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14 Aprile, 2012

Strategie didattiche per i DSA

by gabriella
14 Aprile, 2012

Disturbi Specifici d’Apprendimento: Il Piano Didattico Personalizzato (PDP)

by gabriella
3 Aprile, 2012

Il disturbo specifico di comprensione del testo scritto

by gabriella

La lettura è un’abilità complessa che coinvolge vari elementi. Lo scopo della lettura non è solo quello di decifrare le parole scritte su un foglio, ma è quello di comprendere il significato del testo, cioè cogliere il significato di ciò che si sta leggendo. Partendo da questo, si può cercare di analizzare in cosa consiste il disturbo specifico di comprensione del testo scritto.

In fondo al testo una serie di grafiche illustra le strategie didattiche di potenziamento.

 

Che cos’è il disturbo specifico di comprensione del testo

Rientra nei disturbi specifici dell’apprendimento e si manifesta durante la fanciullezza e la prima adolescenza (e va quindi riconosciuto e affrontato tempestivamente, perché il potenziamento annulli lo svantaggio). Il disturbo di comprensione si caratterizza per la difficoltà a comprendere in modo adeguato il significato del testo.

Bisogna fare attenzione a distinguere la difficoltà di comprensione dal disturbo di comprensione. Nella difficoltà di comprensione il problema che il ragazzo incontra può essere ricondotto a bassa stimolazione culturale e linguistica, quale effetto dello svantaggio socio-economico (un problema tutt’altro che risolto, che sta invece crescendo con la diminuzione del tempo scuola e l’aumento delle diseguaglianze), mentre questo non è alla base del disturbo di comprensione. 

Le caratteristiche che un soggetto con tale disturbo incontra durante la lettura sono:
1. Una prestazione al di sotto della norma in prove specifiche che valutano la comprensione del testo;
2. Un livello intellettivo nella norma e comunque consistentemente più elevato rispetto agli esiti nella prova di comprensione;
3. Nessuna situazione di svantaggio socioculturale o di carenza di istruzione che possa spiegare per se stessa la difficoltà;
4.  Nessun ritardo mentale o deficit di tipo sensoriale (visivo o uditivo), cui possa essere attribuibile il deficit di comprensione.

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8 Gennaio, 2012

Erasmo Modica, Sulla matematica al liceo: l’immaginazione è più importante della conoscenza. Ana Millan Gasca, I falsi miti che hanno oscurato il cervello dei nostri piccoli matematici

by gabriella

matematicaL’articolo di un collega di matematica che vorrebbe utilizzare l’insegnamento della sua disciplina per formare il pensiero piuttosto che per annoiare adolescenti.

Queste riflessioni prendono spunto da una lettera inviata all’ex Ministro dell’Istruzione Gelmini da parte di un collega e apparsa sul sito OrizzonteScuola. In tale lettera vengono avanzate delle proposte circa un possibile cambiamento della prova stessa, per renderla, secondo lo scrivete, più vicina agli “standard” degli alunni.

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21 Dicembre, 2011

G. Bonaiuti, L’uso della LIM: luci ed ombre

by gabriella
6 Novembre, 2011

Wikisource e Wikiquote, amare i libri al tempo della rete

by gabriella

La biblioteca perdurerà: illuminata, solitaria, infinita,
perfettamente immobile, armata di volumi preziosi,
inutile, incorruttibile, segreta. Aggiungo: infinita.

José Luis Borges, Finzioni

Wikisource è molto di più di una biblioteca globale digitale, è una comunità di lettori impegnata a digitalizzare, codificare (cioè inserire tag e riferimenti bibliografici indispensabili per l’utilizzo delle fonti) e rendere accessibili opere letterarie. La wikiguida in italiano sottolinea efficacemente questo aspetto, definendo gli wikisourciani “amanuensi dell’età digitale”.

La definizione, apparentemente enfatica è, in realtà corretta, gli wikisourciani infatti sono i soccorritori dei libri in un’età dominata dal commercio, nella quale i libri pubblicati negli ultimi 70 anni (90 per gli Stati Uniti) sono accessibili solo se posseduti da una Biblioteca vicina o se si ha il denaro sufficiente per acquistarli, mentre quelli pubblicati prima (inclusi classici e grandi opere scientifiche) cioè finiti nel pubblico dominio (public domain) rischiano di diventare permanentemente inaccessibili in quanto privi di distribuzione.

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I bibliofili italiani, ad esempio, sanno bene quanto sia difficile, in questo momento di declino dell’editoria nazionale, seguire un dibattito scientifico, a meno di conoscere un’altra lingua straniera (meglio se un paio) e saper usare le risorse internet. Salvo eccezioni, gli editori italiani infatti non traducono quanto dovrebbero contributi esteri anche fondamentali, ed è triste, visto che fino a vent’anni fa la nostra editoria era celebre per fiuto, cultura e conoscenza dei dibattiti stranieri. Non solo, ma è sempre più difficile anche poter rileggere un classico perchè gli stessi editori che seguono sempre meno le novità scientifiche non li ristampano, preferendo pubblicare modesti instant book o i piatti reportage giornalistici del mainstream nazionale. Un panorama sconfortante, insomma, seppure contrastato eroicamente dai tanti piccoli  editori (nonchè librerie) che non si rassegnano e continuano a lottare con i propri bilanci.

Insomma, i lettori appassionati o professionali (come gli insegnanti) sono sempre più spesso costretti ad abbandonare la carta per poter continuare a leggere – nella mia esperienza, il rapporto libro/risorsa digitale è già da una decina d’anni di 1 a 10 – e quando ci riescono è sempre più spesso grazie all’accessibilità e alla gratuità delle risorse digitali, di cui wikisource è un esempio (vale la pena notare che lo stipendio di un insegnante italiano non consente l’acquisto di più di un libro o due al mese, nessuno se c’è il bollo, il tagliando o la riparazione della lavastoviglie, e che l’illuminata politica di promozione dell’ignoranza in atto da qualche anno non prevede nemmeno il rimborso dell’IVA sull’acquisto di strumenti didattici – libri, abbonamenti, pc, scanner, stampanti, proiettori, che portiamo a scuola a nostre spese – benchè permetta alle aziende di detrarre dalle imposte il costo della Ferrari “di rappresentanza” su cui viaggia il figlio del boss).

Arricchire una risorsa bibliografica comune non è comunque solo un bel modo di impiegare il tempo libero per gli appassionati di libri, ma è soprattutto un potente strumento didattico attraverso cui insegnare agli studenti delle superiori che cos’è una fonte e come la si cita, oltre che naturalmente (e se ne ha un bisogno estremo) come si legge un libro.

Quest’anno sto proponendo ai miei studenti di 3° e 4° liceo di realizzare dei Wikiquote (appena li vedrò sicuri nell’utilizzo di questo elementare strumento della famiglia wiki, proporrò di lavorare con Wikisource) su alcuni argomenti delle lezioni di codocenza (che il cosiddetto “riordino” ha cancellato) che vertono sui temi della “felicità” (si vedano i post 1, 2 e 3) e dell’idea di natura umana nella scienza politica moderna  (si vedano i post 1 e 2).

Entro dicembre i ragazzi della terza realizzeranno un wikiquote sul film La ricerca della felicità di Gabriele Muccino, mentre gli studenti della quarta lo faranno su Utopia di Thomas More (12 dicembre: abbiamo iniziato a conoscere Wikiquote, aggiornando la voce nel frattempo creata da altri wikiquotiani con le migliori citazioni e dialoghi del film. Entro la fine dell’anno completeremo il lavoro).

Impossibile concludere un post dedicato agli strumenti wiki senza due parole su Wikipedia. Va detto, in proposito, che se fino a cinque o sei anni fa si doveva ancora sottolineare l’affidabilità di questa fonte proprio (e non “nonostante”) perchè aggiornata in tempo reale da milioni di utenti (non necessariamente specialisti), oggi anche i colleghi più scettici invitano i loro studenti a consultarla, vinti probabilmente dalla stessa realtà che ha costretto la più grande e blasonata enciclopedia del mondo (l’Enciclopedia Britannica) a chiudere il proprio sito web per scarsità di accessi. Da tempo, insomma si è capito che per le superiori modalità con cui è costruita (la cooperazione disinteressata e gratuita è più efficiente del mercato) Wikipedia non ha rivali commerciali: la sapienza contenuta in milioni di teste è evidentemente maggiore di quella di poche, per quanto esperte e professionali possano essere. Personalmente, non studio se non davanti allo schermo (con la scrivania piena di libri, giornali e appunti cartacei), consulto, in genere, wikipedia, all’inizio e alla fine di un progetto di lavoro e quando trovo carente o inesatta la o le voci che mi interessano (il che accade raramente) l’aggiorno in quattro click. Giusto stamattina, dopo aver letto un articolo di Le Monde sul nonnismo nell’università francese (che ho deciso di tradurre e incollare nel post “bullismo”, tema a cui all’inizio dell’anno ho dedicato un modulo nelle seconde) ho visionato la voce relativa e, trovandola incompleta, l’ho modificata e linkata al post. Ci ho messo in tutto 10 minuti.

9 Ottobre, 2011

Creare graffiti online con Graffiti Playdo

by gabriella

Graffiti Playdo è una tavolozza-muro virtuale che può essere dipinta con vernici spray virtuali: l’effetto è assolutamente realistico – si scrive con la bomboletta e si sente persino il rumore – l’uso è immediato – si entra già nella tavolozza e non resta che scegliere il colore su una palette (che si apre automaticamente) e creare graffiti.

Si lavora online, senza scaricare il programma, né registrazione utente.

Come si vede dall’immagine, manco totalmente di tecnica, a differenza di alcuni miei studenti decisamente bravi.

15 Settembre, 2011

Eva Benso, Gli adolescenti DSA non sono perduti

by gabriella

Una diagnosi precoce è sempre auspicabile, ma se ciò non fosse stato possibile, cosa si può fare?
Attraverso i training integrati (clicca qui per sapere cosa sono) anche ragazzi e adolescenti che frequentano le scuole medie e superiori possono migliorare le sillabe al secondo. Ciò che gioca un ruolo fondamentale, a questa età, è la motivazione.

I training necessitano di una certa fatica e di una certa quantità di tempo (1/2 volte a settimana). Risulta quindi più difficile, rispetto ad un bambino, far accettare ad un adolescente, in parte già autonomo e con i numerosi impegni della sua età, il fatto di percorrere questa strada.

La spinta motivazionale è quindi molto importante, anche perché si tratta di un circolo vizioso: le emozioni positive innescano la motivazione, la quale amplifica le risorse attentive… dunque l’autostima… (vedere post Come influiscono le emozioni sulle risorse).

Ecco, qui di seguito, un caso di 17/18 anni:

Quest’esempio, insieme ad altri casi, è stato pubblicato sul libro Sistema attentivo-esecutivo e lettura di Francesco Benso e sul mio La dislessia).

Come potete notare, dopo un anno, vi è un miglioramento di quasi 1,14 sill/sec (sillabe al secondo) per il brano, di 1,21 sill/sec nelle parole e di 0,49 nelle non parole. Vi ricordo che un dislessico guadagna naturalmente ogni anno solo 0,29 sill/sec in media.

tratto da: http://www.pianetadislessia.com

Indice
Introduzione
Primo capitolo

Consigli per l’uso dei compensativi/dispensativi

 È bene fare alcune considerazioni sull’uso di questi strumenti e di come gestirli nella maniera più opportuna:
  • Non sempre tali strumenti sono accolti positivamente dal bambino/ragazzo. Sarà pertanto cura degli insegnanti, in stretta collaborazione con i genitori e  gli specialisti del settore, valutare quali possono essere le strategie migliori per agevolare l’alunno senza incidere sulla sua autostima e sul rapporto con i compagni;
  • Gli strumenti non sono applicabili a tutti i bambini (vedere post i dislessici sono tutti diversi). Ad esempio, l’utilizzo delle mappe concettuali (molto utili in diversi casi) per bambini con problemi visuo-spaziali e percettivi, può portare ad ulteriori complicazioni, invece che essere d’aiuto.
  • Le famiglie e i bambini, una volta accettate o volute queste “agevolazioni” non dovrebbero perdere di vista l’obiettivo primario: la futura autonomia nello studio, raggiungibile grazie ai training.
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