Archive for ‘Storia’

14 Dicembre, 2023

Refaat Alareer, Se devo morire

by gabriella

Il poeta e insegnante di letteratura inglese Refaat Alareer, è stato ucciso in un bombardamento a Gaza la settimana scorsa.

Se dovessi morire,
tu devi vivere
per raccontare
la mia storia
per vendere le mie cose
per comprare un po’ di carta
e qualche filo,
per farne un aquilone
(fallo bianco con una lunga coda)
cosicché un bambino,
da qualche parte a Gaza,
guardando il cielo
negli occhi
in attesa di suo padre che
se ne andò in una fiamma

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9 Novembre, 2023

Martine Ostorero, La caccia alle streghe. Stigmatizzazione dell’Altro e paura del diavolo

by gabriella
martine ostorero

Martine Ostorero

 «L’immaginario del sabbah è una costruzione colta al servizio della strumentalizzazione delle credenze».

Martine Ostorero

«La tecnica dei semplificatori del mondo, santi inquisitori o cinici demagoghi che siano,
pare essere sempre quella dell’espulsione della paura oltre i confini del gruppo, o almeno ai suoi margini.
Localizzando lì, nel nemico po nello straniero, la colpa della crisi avvertita o temuta,
s’ottiene di dar vita a un ulteriore “luogo comune” sostitutivo o di rinforzo.
Capita così che il nero, l’ebreo, lo zingaro, o come avviene sempre di più, l’immigrato,
assumano il ruolo di pharmakói, di capri espiatori: insieme veleno e antidoto,
responsabili del disordine e, in quanto vittime immolate, propiziatori dell’ordine».

Roberto Escobar, Metamorfosi della paura, 1997

Presentazione della lezione tenuta dalla prof.ssa Martine Ostorero dell’Università di Losanna al seminario del Progetto Pestalozzi sulla Storia della paura, tenuto il 10 maggio 2012 a Losanna.

Il testo, preceduto da una videolezione realizzata sul tema per i miei studenti, si conclude con alcuni documenti storici relativi ai processi per stregoneria tenutisi nel cantone svizzero del Vaud nel XV secolo.

Secondo Martine Ostorero (Univ. Lausanne), la descrizione delle pratiche di demonolatraia e dell’immaginario legato al sabbah (etimo legato, non a caso, alla festività ebraica dello shabbat, sabato) è stata la prima condizione della caccia alle streghe.

La seconda è stata invece la diabolizzazione della magia e di tutte le eresie, azione che si è sviluppata come una costruzione colta al servizio della strumentalizzazione delle credenze. Il momento d’avvio fondamentale della stigmatizzazione delle streghe è la bolla papale del 1325-27 che identifica magia ed eresia, producendo il fondamentale slittamento che porterà all’assimilazione dell’eresia alla stregoneria a cui aderirà lo stesso Tommaso d’Aquino.

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25 Aprile, 2023

La Resistenza italiana

by gabriella

Ezio Giaccone, 26 anni, ucciso dai fascisti a Bologna nella battaglia dell’Università il 20 ottobre 1944

La guerra di liberazione italiana dal fascismo e dall’occupante nazista nasce dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e si conclude con le giornate dal 19 al 25 aprile 1945 nelle quali i partigiani proclamano l’insurrezione generale, liberando città, occupando fabbriche, prefetture, caserme, spesso entrando prima degli “alleati” nelle città presidiate da fascisti e tedeschi.

È stato un vasto fenomeno di ribellione popolare che ha unito persone di diversa estrazione sociale, ruolo, orientamento politico.

Resistettero reparti del regio esercito – dalla Divisione Aqui a Cefalonia ai 650.000 militari (IMI) che, fatti prigionieri dai tedeschi, preferirono la deportazione nei campi di sterminio all’adesione al fascismo e alla collaborazione con la Repubblica di Salò (morirono in 400.000) – disertarono e presero la via della montagna o difesero armati le cittàattaccando reparti tedeschi o carceri e questure fasciste – studenti, operai, maestri.

Morirono in cinquantamila, 75 anni fa.

Indice

1. Storia della Resistenza

1.1 La fame, la guerra, la fabbrica. Cultura popolare e antifascismo nel 1943
1.2 Gli eventi dal 19 al 30 aprile 1945

 

2. I partigiani

2.1 Storie e testimonianze dei partigiani di montagna
2.2 Le lettere dei condannati a morte della Resistenza

2.2.1 Ultima lettera di Luigi Rasario, da “Tra un’ora la nostra sorte”

2.3 Mirka e le altre
2.4 Zerocalcare, A Giovanni Prono, partigiano
2.5 I GAP e Via Rasella 
2.6 Italo Calvino, Oltre il ponte
2.7 IMI, la storia dei militari italiani internati nei lager nazisti
2.8 L’internamento degli ex-partigiani negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari

 

3. I caduti della Resistenza

3.1 Il massacro della Benedicta

 

4. Le stragi, la deportazione, i lager

4.1 I quindici di Piazzale Loreto
4.2 La Risiera di San Sabba. Lettera di Pino Robusti alla fidanzata
4.3 Le stragi nazifasciste

4.3.1 Umbria: 479 vittime in 181 stragi

4.4 I fascisti perugini nel 44

 

5. La liberazione

5.1 Adriano Prosperi, La mia liberazione
5.2 La differenza tra libertà e liberazione

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1. Storia della Resistenza

1.1 La fame, la guerra, la fabbrica. Cultura popolare e antifascismo nel 1943

Quando l’ingiustizia diventa legge,
la resistenza diventa dovere.

Bertold Brech

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22 Aprile, 2023

Le lettere dei condannati a morte della Resistenza

by gabriella

Radiorai3 ha dedicato le trasmissioni dell’intera giornata del 25 aprile 2012 all’anniversario della Liberazione. Tra i documenti, il video delle Voci della resistenza – diffuso dal sito – e le Lettere di condannati a morte.

Voci della Memoria

11 Gennaio, 2023

Il materialismo storico

by gabriella

Ludwig Feuerbach

Con Marx ed Engels, la filosofia europea arriva a una nuova definizione dell’umano: noi siamo non solo il risultato delle esperienze e degli stimoli che abbiamo ricevuto, ma anche i creatori e produttori di queste esperienze e stimoli, dunque l’uomo è creatore di se stesso.

Di qui la spiegazione della storia, dei valori, dello spirito dei tempi che cambia in funzione delle scelte e dello sguardo degli uomini che costruiscono le condizioni di esperienza delle generazioni successive.

Gli idealisti tedeschi arrivano, con Feuerbach a concepire la coscienza umana come un prodotto delle condizioni in cui singoli e collettività vivono, cioè come un prodotto della loro esistenza.

Marx oltrepassa questa prospettiva per indicare l’uomo come l’essere che trasforma il mondo ed è egli stesso il prodotto della propria creazione (cioè delle trasformazioni operate dalle generazioni precedenti).

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3 Maggio, 2022

1. Adriano Prosperi, Rinascimento e Umanesimo

by gabriella
Antonello da Messina - Condottiero (Louvre)

Antonello da Messina, Condottiero 1475

Introduzione a Umanesimo e Rinascimento attraverso il capitolo L’Umanesimo, la stampa, le nuove geografie mentali della Storia moderna e contemporanea (Torino, Einaudi, 2000, I, pp. 102-120) [titoli dei paragrafi miei].

Indice

1. Una cultura nuova in un’età di cambiamenti
2. I concetti storici di Umanesimo e Rinascimento
3. Una rivoluzione silenziosa: ill libro a stampa
4. La cultura del libro e la nuova posizione dell’intellettuale laico: Valla ed Erasmo da Rotterdam
5. La moda e l’imitazione dell’antico
6. Libri antichi e scienza moderna

 

1. Una cultura nuova in un’età di cambiamenti

Lo spirito di avventura, la fiducia nelle proprie forze, la curiosità e l’apertura intellettuale che si percepiscono nelle relazioni dei viaggiatori e dei conquistatori europei ci parlano di una cultura nuova, ottimista, fiduciosa nella leggibilità del mondo e nel valore delle azioni umane.

Né la cupa minaccia delle epidemie di peste né il pericolo imminente dell’avanzata turca sembrano capaci di alterare questa disposizione generale del modo di pensare.

Per indicare il valore umano, l’italiano dell’epoca usava il termine «virtù» (latino virtus) e lo immaginava in perenne e contrastato legame con la cieca sorte, il caso, indicati anche qui dal termine latino «fortuna».

Da Dante a Machiavelli, la «virtù» umana individuale è una grande protagonista dei pensieri di questa cultura. Già l’Ulisse dantesco richiamava ai suoi compagni un’idea alta della natura umana:

Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza.

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1 Maggio, 2022

Biblioteca Panizzi, Stampa e censura nel 500

by gabriella

Autodafé (dal portoghese “atto di fede”)

L’avvento della stampa mutò in modo radicale rispetto ai secoli precedenti la natura e la dimensione del problema relativo al controllo, sia politico che religioso, della produzione e della circolazione dei libri. L’immissione sul mercato di libri in quantità molto elevata e a prezzi relativamente contenuti consentì una facilità di accesso alla cultura e una diffusione del sapere mai conosciuti prima.

Le straordinarie potenzialità dell’uso della nuova tecnologia furono ben presto rese evidenti dalla rapida diffusione della Riforma protestante.

Tra il 1517 e il 1530 gli scritti di Lutero furono divulgati in oltre trecentomila copie: un evento storicamente senza precedenti. Lo stesso Lutero definì la stampa

“l’atto di grazia più alto di Dio”,

mentre uno scrittore protestante, l’inglese John Foxe, scriveva:

“Quante saranno le tipografie nel mondo, tanti saranno i fortilizi contrapposti a Castel Sant’Angelo, cosicchè o il papa dovrà abolire il sapere e la stampa oppure la stampa avrà infine ragione di lui”.

Per arginare gli effetti della Riforma e per combattere la diffusione delle teorie ereticali, la Chiesa cattolica mise in campo una vasta azione di difesa dell’ortodossia con la riaffermazione, attraverso il Concilio di Trento, dei dogmi messi in discussione dal protestantesimo, con la persecuzione degli eretici e con il controllo e la censura della produzione libraria.

Nel 1542 papa Paolo III istituiva la Congregazione della Sacra Romana e Universale Inquisizione o Sant’Uffizio, il tribunale preposto alla repressione dell’eresia, mentre risale al 1559 il primo indice dei libri proibiti.

La sua struttura, che sarà ripresa dagli indici successivi fino alla metà del Seicento, si articola in tre classi: la prima comprende gli autori dei quali si proibisce la lettura di tutte le opere; nella seconda sono raccolti 126 titoli di 117 autori, 332 opere anonime, una lista di Bibbie vietate e un elenco di 61 tipografi la cui produzione è interamente proibita; la terza comprende intere categorie di libri, come quelli senza data e luogo di pubblicazione o ancora le opere di astrologia e magia.

Per leggere le Bibbie e i Nuovi Testamenti in volgare, infine, si rendeva obbligatoria un’apposita licenza del Sant’Uffizio che in nessun caso veniva rilasciata alle donne o a chi non conoscesse il latino.

L’estremo rigore e la severità di questo primo indice provocarono vivaci reazioni e proteste, tanto che il nuovo papa, Pio IV, nel 1564 promulgava un altro indice più moderato e tollerante, corredato da dieci regole rivolte a conferire maggiore organicità e razionalità all’azione di controllo e censura. Con la regola decima veniva ribadito l’obbligo di sottoporre ogni manoscritto da stampare all’esame delle autorità ecclesiastiche per ottenerne l’autorizzazione alla pubblicazione (“imprimatur”), mentre la regola ottava consentiva la pratica dell’espurgazione, ammettendo la possibilità che un’opera proibita fosse rimessa in circolazione dopo essere stata corretta con l’eliminazione delle parti incriminate.

Tra le oltre seimila edizioni del Cinquecento conservate nel ricco patrimonio della Biblioteca Panizzi, sono stati selezionati alcuni volumi che recano le tracce più vistose degli interventi di espurgazione e che documentano nel modo più diretto l’impatto che la censura ecclesiastica ha esercitato nei confronti della stampa nel secolo della Controriforma.

25 Aprile, 2022

La Risiera di San Sabba

by gabriella

La Risiera di San Sabba è stato l’unico campo di concentramento con forno crematorio costruito in Italia, adibito agli interrogatori di polizia e allo smistamento dei prigionieri ebrei verso i campi di sterminio dell’Est. Nel reportage seguente, la storia del luogo e di Pino Robusti, una delle vittime politiche del campo.

 

Indice

1. La Risiera di San Sabba
2. La lettera di Pino Robusti alla fidanzata

 

1. La Risiera di San Sabba

una stellina rossa nascosta da un partigiano in una cella

La risiera costruita nel 1913 nel quartiere di San Sabba a Trieste per la pilatura del riso proveniente dall’Asia, divenne dapprima il Stalag 339 campo di prigionia per i militari italiani dopo l’8 settembre 1943, poi il Polizeihaftlager, il campo di detenzione di polizia, usato sia come campo di passaggio per gli ebrei da inviare poi allo sterminio in Germania e in Polonia (a Dachau, Auschwitz, Mauthausen) sia alla detenzione e eliminazione di ostaggi, militari, oppositori, politici partigiani, antifascisti, esponenti della resistenza italiana, slovena e croata.

Il campo di San Sabba è un campo di sterminio del dissenso, non necessariamente legato alla dottrina razziale nazista. Nelle celle si sono trovate migliaia di documenti d’identità, prelevati dall’esercito jugoslavo che entrò per primo nella Risiera e portate a Lubiana, dove sono conservate ancora oggi presso l’Archivio della Repubblica di Slovenia.

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25 Aprile, 2022

L’Ospedale partigiano Franja

by gabriella

Costruito su un forra inaccessibile e mai trovato dai nazifascisti che lo cercavano battendo la foresta slovena palmo a palmo, l’Ospedale partigiano Franja [Partizanska Bolnica Franja] è un miracolo di intelligenza organizzativa e un esempio di determinazione e coraggio della guerra partigiana.

Ci siamo stati venerdì scorso 13 aprile (2018), con gli studenti di tre nostre quinte, nel penultimo giorno di un viaggio di istruzione sui luoghi delle guerre del secolo scorso che ha toccato Redipuglia e il Museo della Grande Guerra di Gorizia, la Risiera di San Sabba e il Magazzino 18.

L’ospedale Franja (Bolnica Franja, leggi Balniza Frania) era un ospedale segreto costruito nel dicembre 1943 dai partigiani sloveni nella gola della forra Pasica, a circa 500 mt. di altitudine presso il bosco di Dolenji Novaki – una frazione del villaggio di Cerkno (leggi Zrkno) – sovrastato da uno sperone di roccia che arriva ai 900 metri.

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25 Aprile, 2022

Mirka e le altre

by gabriella
paola garelli

Paola Garelli (1916 – 1944)

Le ultime parole di Paola Garelli alla figlia: «una sola cosa ti chiedo: studia per capire». Tratto da Aulablog.

La fortezza del Priamar

La fortezza del Priamar

Il 1 novembre 1944, un plotone d’esecuzione fascista esegue la condanna a morte di Giuseppe Baldassarre, Pietro Casari, Luigia Comatto, Franca Lanzone, Stefano Peluffo e Paola Garelli nel fossato della fortezza del Priamar di Savona.

Paola era una parrucchiera savonese di ventotto anni. Il suo nome in battaglia era Mirka, brigata S.A.P. Colombo, divisione partigiana “Gramsci”.
Aveva il compito di assicurare il collegamento e il rifornimento alle formazioni partigiane operanti nel territorio. Nella notte tra il 14 e il 15 ottobre, fu arrestata nella sua casa da un reparto delle Brigate Nere di Savona, portata nei locali della federazione fascista savonese e là interrogata e seviziata.
Prima di morire, scrisse alla sua bambina:
targa-partigiani-fortezza-priamarMimma cara,
la tua mamma se ne va pensandoti e amandoti, mia creatura adorata, sii buona, studia ed ubbidisci sempre gli zii che t’allevano, amali come fossi io. Io sono tranquilla.
Tu devi dire a tutti i nostri cari parenti, nonna e gli altri, che mi perdonino il dolore che do loro.
Non devi piangere né vergognarti per me. Quando sarai grande capirai meglio.
Ti chiedo una cosa sola: studia, io ti proteggerò dal cielo. Abbraccio con il pensiero te e tutti, ricordandoti.
La tua infelice mamma

 

Partigiana seviziata e uccisa da tedeschi a Po di Vigarolo (Rovigo)


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