Il verde e il rosa

by gabriella

tavolo verdeDue elaborazioni da I colori del nostro tempo di Michel Pastoureau [Firenze, Ponte alle Grazie, 2010, pp. 216; 143] tratte da Verde, un amore complesso e Colore intimo di Diegod56.

[…] il verde, un colore complicato perché assai ambivalente. Ai nostri giorni il verde ha quasi sempre una connotazione positiva. Economia verde, energia verde, area verde. In effetti tutti amiamo il verde delle piante, dei prati, e probabilmente ricordiamo, grati, la capacità delle piante di immettere ossigeno nell’aria. Anche gli anni più belli li definiamo i nostri «verdi anni». Eppure il verde non ha sempre goduto di incondizionata benevolenza. Michel Pastoureau ci spiega quanto, nel corso dei secoli, abbia assunto una forte ambivalenza, fino a diventare il simbolo stesso del caso, dell’alea, del Destino.

«Il verde è ambivalente, è allo stesso tempo il colore della fortuna e della sfortuna, della buona e della cattiva sorte. Questo spiega i suoi rapporti con le circostanze e i rituali in cui interviene il caso. I tavoli da gioco sono verdi (per lo meno dal XVIII secolo), come sono verdi nella maggior parte dei casi i campi sportivi e in epoca feudale il prato si svolgevano i duelli o le ordalie che decidevano della sorte di un accusato. Che si tratti di erba o del feltro dei tavoli per la roulette o il baccarà, del legno dei tavoli da ping pong o del prato dei campi di calcio, la superficie su cui si gioca il destino dei contendenti resta ovunque associata al colore verde. Allo stesso modo, è sul “tappeto verde” dei consigli di amministrazione che si negozia oggi la sorte degli individui o delle popolazioni. Con il verde “les jeux sont faits”, e questi giochi hanno conseguenze notevoli» [Michel Pastoureau, I colori del nostro tempo, p. 216].

maialinoIl maiale domestico è un animale magico. Nelle raffigurazioni e nell’immaginario, nei fumetti,  nei libri per bambini, in tutti i sistemi di raffigurazione, il suo pelo è rosa. Ora: la realtà è molto diversa: le setole del maiale possono essere di vari colori (bianche, crema, fulve, marroni, nere, bicrome, policrome), ma non sono mai rosa [M. Pastoureau, I colori del nostro tempo, p. 143)

Perché il maialino lo raffiguriamo rosa? I colori nel nostro pensare, nel teatro tragicomico della mente, non sono reali, fotografici, ma convenzionali. La mente non è uno spettrofotometro. Il maialino, le sue paffute carni, le pensiamo rosa, un bel rosa bambino. E il rosa l’accostiamo all’infantile, al femminile, al dolce esasperato e confettoso.

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