Pierre Hadot, Il domandare socratico

by gabriella

Tratto da Che cos’è la filosofia antica? Torino, Einaudi, 2010.

Quando Socrate pretende di non sapere che una cosa, ossia di non sapere nulla, è perché rifiuta l’idea tradizionale del sapere.

Il suo metodo filosofico non consisterà nel trasmettere un sapere, il che equivarrebbe al rispondere alle domande dei suoi discepoli ma, al contrario, nell’interrogare i suoi discepoli, dato che lui stesso non ha niente da dire, niente da insegnare riguardo al contenuto teorico del sapere […].

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Tuttavia, questa critica del sapere, apparentemente del tutto negativa, ha un doppio significato.

Da un lato presuppone che il sapere e la verità non possano essere ricevuti già confezionati, ma debbano essere generati dagli individui. Ecco perché nel Teeteto, Socrate afferma di accontentarsi, durante una discussione con altri, di fare la parte della levatrice. Egli stesso non sa niente e non insegna niente, ma si accontenta di porre domande; le domande stesse aiutano i suoi interlocutori a generare la “loro” verità. Una simile immagine lascia chiaramente capire che la conoscenza si trova nell’anima stessa, e che soltanto l’individuo può scoprirla, non prima però di aver capito, grazie a Socrate, che il proprio sapere era vuoto. […]

Tafano

Socrate conduce i propri interlocutori a esaminare e prendere coscienza di se stessi. Come un “tafano”, Socrate sprona i suoi interlocutori con domande che li mettono in discussione, che li costringono a fermare l’attenzione su se stessi, a curarsi di se stessi:

Oh tu che sei il migliore degli uomini, tu che sei ateniese, cittadino della più grande città e più rinomata per sapienza e potenza, non ti vergogni a darti pensiero delle ricchezze per ammassarne quante più puoi, e della fama e degli onori, e invece dell’intelligenza e della verità e della tua anima, che si tratterebbe di rendere migliore, non ti dai affatto né pensiero, né cura? [Apologia, 29 d-e]

Non si tratta dunque, solo di mettere in forse il sapere apparente che crediamo di possedere, ma soprattutto di mettere in questione noi stessi e i valori che reggono la nostra vita […]

Questo appello ad essere, Socrate non lo esercita soltanto con le sue domande, con la sua ironia, ma anche e soprattutto con il suo modo di essere, con il suo modo di vivere, con il suo stesso essere.

 

Esercitazione

1. Qual è la tesi di fondo espressa da Hadot relativamente alla natura del filosofare socratico?

2. In che senso viene detto che Socrate rifiuta l’idea tradizionale del sapere?

3. Quale differenza di carattere filosofico intercorre tra il rispondere ai discepoli e l’interrogare i discepoli?

4. Qual è in definitiva, secondo Hadot, il duplice scopo della critica al sapere condotta da Socrate?

5. Alla luce di ciò che hai studiato relativamente alla figura di Socrate, ritieni questa lettura condivisibile? Riscontri delle criticità? Quali?

 

 

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