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5 Maggio, 2013

Marc Crépon, Kafka e Derrida: l’origine della legge

by gabriella

JacquesDerridaSul fondamento della legge e dell’autorità in Jacques Derrida e Franz Kafka, dal Rasoio di Occam.

Les lois se maintiennent en crédit, non par ce qu’elles sont justes, mais par ce qu’elles sont lois. C’est le fondement mystique de leur autorité ; elles n’en ont point d’autre. (…) Quiconque leur obéit parce qu’elles sont justes, ne leur obéit pas justement par où il doit.

Montaigne, Essays, III, 13

L’un dit que l’essence de la justice est l’autorité du législateur, l’autre la commodité du souverain; et c’est le plus sûr: rien, suivant la seule raison, n’est juste en soi; tout branle avec le temps. La coutume fait toute l’équité, par cette seule raison qu’elle est reçue; c’est le fondement mystique de son autorité. Qui la ramène à son principe, l’anéantit.

Pascal, Pensées, 294

Quando ci si interroga sulla relazione tra diritto e letteratura, viene subito in mente un terzo termine, senza che si sappia in anticipo quale statuto accordare alla cosa che designa: se quello di una disciplina, di un sapere o di un ordine del discorso. È la filosofia. Da lungo tempo essa riflette sia sull’uno che sull’altra: esiste una “filosofia della letteratura” come esiste una “filosofia del diritto”. Ma, soprattutto, una delle sue domande ricorrenti essendo l’origine della legge, la filosofia ha sempre fatto ricorso a delle “finzioni” per tentare di dare risposta a questo enigma. Limitandoci a due esempi, è il caso della novella di Rousseau sull’uscita dallo stato di natura, nel Discorso sull’origine e i fondamenti dell’ineguaglianza tra gli uomini. E vale lo stesso per il modo in cui Freud rende conto dell’origine della colpa, del divieto e della legge – quindi di tutte le istituzioni morali e giuridiche – in Totem e tabù, con la sua storia dell’orda primordiale e del parricidio. Subito sorge una domanda, tuttavia: questi testi possono ritenersi “letterari”? Qual è il loro statuto? E chi è in grado di stabilirlo? A quale tribunale devono sottomettersi perché sia emesso il verdetto? A quello dei giuristi, a quello dei teorici della letteratura, a quello dei filosofi o degli psicanalisti?

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