Posts tagged ‘autonomia’

26 Ottobre, 2013

Paolo Flores D’Arcais, Dio e la democrazia

by gabriella

flores-d-arcais-la-democrazia-ha-bisogno-di-dio-falsoIl Prologo del libro di Flores d’Arcais, Dio ha bisogno della democrazia? Falso! [Laterza, 2013]. Il filosofo del diritto ripercorre le ragioni della laicità e della separazione tra la sfera pubblica e un sentimento religioso necessariamente privato, se si ha in mente la democrazia.

Dio è compatibile con la democrazia? Domanda sconveniente, domanda tabù, che infatti non echeggia mai nei ricorrenti dibattiti su religione e politica, quasi che fosse temerario anche solo pensarla, e  blasfemo formularla. Eppure la risposta dovrebbe essere un perentorio NO, se dovessimo adeguarci all’invito evangelico

“il tuo dire sia sì sì, no no, perché il di più viene dal Maligno”, Matteo 5,37.

Se  vogliamo invece essere più precisi – cioè in questo caso più sfumati – dovremmo rispondere: difficilmente, solo sotto condizioni assai restrittive. Vale a dire: solo se il Dio che il credente si è creato lo lascia libero di scindersi tra credente e cittadino, di prescindere da Lui nella sfera pubblica. Di obbedire a Dio nella condotta personale ma di rifiutarsi che alla legge di Dio debba obbedire la comunità dei liberi ed eguali, che si dà da sé la propria legge. Questo è infatti la democrazia: autonomia, autos nomos.

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11 Luglio, 2013

Maria Mantello, L’ateo, il credente, il chierico

by gabriella

L’articolo, uscito nel giugno 2006 sul Rasoio di Occam, spiega perché il mondo religioso continua a non tollerare la presenza dell’ateismo.

Indice

1. Giochi definitori in giogo religioso
2. La paura dell’ateismo
3. Globalizzazione cattolica e defezione democratica

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10 Marzo, 2013

Paolo di Tarso, L’amore ἀγάπη

by gabriella

Da Studia humanitatis, traggo questo brano paolino sul significato utopico dell’amore che non nasce dal bisogno ma dalla sovrabbondanza, dalla fraternità (ἀγάπη).

Conversione-di-san-Paolo-Caravaggio

Se parlo le lingue degli uomini e degli angeli, ma non ho amore, sono bronzo echeggiante o cembalo risonante. Se ho profezia e conosco tutti i misteri e tutta la conoscenza e se ho tutta la fede così da trasportare i monti, ma non ho amore, sono un nulla. Se impegnassi tutti i miei averi per nutrire i bisognosi e se consegnassi il mio corpo perché io sa bruciato, ma non ho amore, a nulla mi giova. L’amore è longanime, è clemente l’amore, non è invidioso, l’amore non è borioso, non si gonfia d’orgoglio, non compie azioni vergognose, non ricerca il proprio interesse, non si lascia andare all’ira, non tiene conto del male, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della rettitudine. Tutto sostiene, in tutto ha fiducia, tutto spera, tutto sopporta. L’amore non viene mai meno. Invece le profezie saranno abolite, le lingue cesseranno, la conoscenza sarà eliminata. Parzialmente, infatti, conosciamo e parzialmente profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello parziale sarà eliminato.

1 Corinzi, 13

Per descrivere la lingua degli uomini e degli angeli, priva di amore, Paolo usa l’immagine impiegata da Platone per definire i retori, cioè i politici:bronzi sonanti” che continuano a vibrare “fino a che una mano vi si posi sopra” (Protagora, 324); vale a dire parlanti fino a quando chi li muove  – interessi di parte, di precisi segmenti di società – non li fermi  – sono perciò discorsi eterodiretti, senza autonomia -. Le loro sono parole che persuadono senza verità, cioè senza giustizia, nello stesso senso in cui, in Michelstaedter, la“rettorica” sta contro la persuasione.

Nessuna erudizione, nessuna fede, nessuna compassione, valgono un ette senza giustizia- ἀγάπη. I migliori sentimenti umani sorgono infatti quando essa si impone, senza prescrizioni, senza catechismi, senza ammonizioni. Allora essa trionfa, perchè quando la fraternità regna, ogni parzialità (cioè ogni ingiustizia) viene a cadere.


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