Posts tagged ‘benessere’

16 Giugno, 2014

Thomas Piketty, Le capital au XXIe siècle

by gabriella

thomas_pikettyIl saggio di Thomas Piketty, Le capital au XXIe siècle, è diventato un caso editoriale negli Stati Uniti, dove gli economisti meno allineati con l’ortodossia liberale (Krugman, Stiglitz) lo hanno acclamato come testo chiave per comprendere le tendenze strutturali del sistema capitalistico in riferimento all’equità distributiva. La tesi di Piketty è che in un sistema di mercato, la rendita – il reddito da capitale – è maggiore dell’aumento della produttività e del reddito da lavoro (r > g), così che le diseguaglianze economiche non possono che aumentare, soprattutto nei periodi di bassa crescita. Non a caso, uno dei riferimenti iniziali dell’introduzione è Balzac e quel XIX secolo degli ereditieri e delle grandi fortune che Piketty indica come il modello più verosimile del XXI.

La lunga introduzione (accessibile gratuitamente in rete nell’originale francese e incollata sotto) parte dal confronto storico tra le prognosi, parimenti infauste, di Malthus, Ricardo e Marx per i quali le diseguaglianze economiche sono destinate ad impennarsi, rispettivamente, per effetto della sovrappolazione e della scarsità di risorse alimentari, della concentrazione della proprietà fondiaria e della tendenza capitalistica all’accumulazione infinita. Questi autori basavano le loro analisi sul principio di scarsità, incapaci di immaginare, osserva Piketty, come l’aumento della produttività e la spinta delle rivoluzioni tecnologiche avrebbero di lì a poco contrastato la tendenza all’accrescimento delle diseguaglianze, facendo lievitare la ricchezza disponibile e rendendo possibile una maggiore perequazione.

Gli shock economici legati ai due conflitti mondiali e alla ricostruzione posero le condizioni per l’inversione del paradigma apocalittico e per la sua sostituzione con la curva di Kuznets, la quale suggerisce che le diseguaglianze economiche sono destinate ad accrescersi solo nella prima fase dello sviluppo industriale, per attenuarsi fisiologicamente in quelle successive. Nasce con la conferenza di Detroit (1953) e la cattiva divulgazione delle tesi di Kuznets il mito del capitalismo del benessere diffuso e della distribuzione equa della ricchezza in base al merito e al talento quale principio immanente dell’economia di mercato. Si trattava piuttosto, argomenta Piketty, di situazioni determinate da scelte politiche ed eventi irripetibili, la cui inesistenza determina oggi il ritorno ai normali squilibri ottocenteschi. Non per niente il libro si apre con le tragiche rivendicazioni salariali a monte dello sciopero di Marikana in cui trentadue minatori furono uccisi dalla polizia di Johannesburg nel 2012, non diversamente dagli operai di piazza Haymarket del 1° maggio 1886.

 Les distinctions sociales ne peuvent être
fondées que sur l’utilité commune.

Article premier, Déclaration des droits de l’homme
et du citoyen, 1789.

Marikana, 2012

Marikana, 2012

Chicago, Haymarket 1886

Chicago, Haymarket 1886

La répartition des richesses est l’une des questions les plus vives et les plus débattues aujourd’hui. Mais que sait-on vraiment de son évolution sur le long terme ? La dynamique de l’accumulation du capital privé conduit- elle inévitablement à une concentration toujours plus forte de la richesse et du pouvoir entre quelques mains, comme l’a cru Marx au xixe siècle ?

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5 Marzo, 2013

Nique la police, Demotic turn. Il declino della società del lavoro e il potere mediatico pastorale di Grillo

by gabriella

labour-isnt-working-poster-for-the-conservatives-from-the-1979-general-electionE’ uscito ieri su SenzaSoste un nuovo saggio capolavoro di nique-la-police, dedicato all’analisi della società del post-lavoro e delle nuove tecnologie politiche della comunicazione post-ideologica che oggi trovano nel successo elettorale del M5S il punto massimo della propria visibilità.

La critica non ha strappato i fiori immaginari dalla catena perché l’uomo continui a trascinarla
spoglia e triste, ma perché la getti via e colga il fiore vivo .

Marx, Critica della filosofia hegeliana del diritto

Wasteland

Le rivoluzioni conservatrici vincono quando interpretano verità progressiste. Durante la campagna elettorale del 1979, il partito conservatore di Margareth Thatcher letteralmente sfondò nei ceti popolari con un manifesto destinato a fare epoca del marketing politico. E’ quello che riproduciamo come immagine dell’articolo e significava, con un semplice quanto abile gioco di parole, che il Labour (il partito del lavoro) non produceva posti di lavoro. La rivoluzione conservatrice di Margareth Thachter, la cui importanza per la formazione della globalizzazione che conosciamo non è seconda al reaganismo a lei contemporaneo,  emergeva trovando consenso di massa. Interpretando una verità già conosciuta alle miriadi e differenti  scuole di pensiero progressiste, di sinistra e comuniste dell’epoca. Ovvero che i partiti del lavoro, nelle diverse coniugazioni, non erano più in grado di produrre occupazione. Si trattava dell’assunzione, da destra, del  fatto che in occidente si imponeva il corso storico, frutto di una lenta degradazione del saggio di profitto come dell’evoluzione tecnologica, del declino della società del lavoro. Intesa soprattuto come una società dove il lavoro mette a produzione capitalistica, e quindi a valore, l’intera popolazione.

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