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15 Gennaio, 2012

Armando Massarenti, Bevanda al gusto di latte macchiato

by gabriella

Pensate a un pianeta identico al nostro in ogni aspetto, tranne per il fatto che al posto dell’acqua c’è un composto chimico che non è H2O ma, poniamo, XYZ. Tra le due «acque», in realtà, dal punto di vista macroscopico, non vi è alcuna differenza. Entrambe sono liquide, trasparenti, ci si può nuotare dentro. Solo un’analisi chimica accurata svolta da un esperto può appurare che sono sostanze diverse. Per il resto, lassù c’è un tipo identico a noi che per esempio dice al suo bambino (identico al nostro): «Puoi berla. E potabile».

E’ il celebre esperimento menatle condotto dal filosofo Hilary Putnam per rispondere alla domanda: i due gemelli, quando dicono «acqua» nei rispettivi pianeti, si riferiscono alla stessa cosa o a due cose diverse? La risposta di Putnam, di tipo realistico, è che si tratta di due cose distinte: un gemello si riferisce ad H2O, l’altro a XYZ, anche se nessuno dei due è in grado di percepire la differenza.

Non tirerei in ballo problemi difficili come questi del «realismo» e del «riferimento» se non me li trovassi di fronte ogni volta che vado a prendere il caffé in una di quelle classiche macchinette aziendali. Introdotte le monetine, si deve scegliere tra diverse opzioni, disposte in due file di pulsanti. Nella prima c’è scritto:  CAFFE’ ESPRESSO, CAPPUCCINO, CAFFE’ LUNGO, eccetera. Dunque è chiaro, se pigio CAFFE’ ESPRESSO uscirà un caffè espresso.

La seconda fila  presenta le cose in modo sottilmente diverso. Vi è una scritta più piccola che dice «Bevanda al gusto di» seguita, in grande, da TE’ AL LIMONE, CIOCCOLATO, fino all’inquietante Bevanda al gusto di LATTE MACCHIATO. Se non ci fosse la scritta piccola saremmo esattamente nella situazione delle «terre gemelle». Sorseggeremmo il nostro thé al limone senza sapere che in realtà si tratta di una «Bevanda al gusto di thé al limone» (qualunque cosa di nasconda dietro qusta vaghissima definizione). A partire da quella scritta invece, ci bastano pochi semplici passaggi logici per immaginarci nella scena chiave del celeberrimo film Matrix, quando Morpheus ci dice: «Benvenuti nel mondo reale».

A. Massarenti, Il lancio del nano, Milano, IlSole24Ore, 2007, pp. 17-18.


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