Posts tagged ‘Internet’

6 Marzo, 2019

Le comunicazioni di massa 2. I media elettrici ed elettronici

by gabriella

Seconda parte della lezione dedicata ai mass media. Qui l’introduzione e la trattazione dei media «alfabetici».

 

Indice

1. Un medium elettrico

1.1 Il cinema

 

2. I media elettronici

2.1 La radio

2.1.1 L’uso della radio del nazismo
2.1.2 L’uso della radio del fascismo
2.1.3 L’uso bellico e civile della radio durante e dopo la guerra

2.3 La televisione

2.3.1 Lettura: Massimo Panarari, Siamo ancora figli della trash TV

 

3. I New Media

3.1 La rete delle reti
3.2
La rivoluzione informazionale
3.2 Web is Us/ing, la rete siamo noi ma ci sta usando
3.3 I social media [in stesura]

 

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1. Un medium elettrico

1.1 Il cinema

Il cinema racconta storie

Narrazione in pietra a Notre Dame

Se la stampa è lo strumento, per eccellenza, dell’informazione e, per questo, il mezzo principale di costruzione dell’opinione pubblica nel XIX secolo, il cinema è la forma più diffusa di racconto ed è dunque veicolo di modelli culturali e luogo di creazione dell’immaginario sociale, con un’influenza ancora più profonda sui suoi pubblici.

Come mostrano le cattedrali gotiche, l’immagine è sempre stata il mezzo di comunicazione diretto al popolo analfabeta. Il suo potere comunicativo e seduttivo è quindi storicamente noto. Il cinema però unisce immagine e movimento, moltiplicando il potere seduttivo di questa forma di narrazione e facendone una forma di spettacolo.

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19 Dicembre, 2015

Wired, Non è così che vedono i delfini

by gabriella

doplhinUn caso di falso virale e di pervertimento dell’open access a danno degli internauti meno informati. Wired Italia commenta il comunicato stampa di Speackdolphin.com e del business della no-profit Global Earth inc..

L’immagine virale che mostrerebbe come vedono i delfini è priva di qualsiasi base scientifica.

 

Nei giorni scorsi è circolato un comunicato stampa con allegata un’immagine che è rapidamente diventata virale: mostrerebbe infatti un esempio di come ci vedono i delfini.

L’immagine sarebbe il risultato di uno studio nel quale i ricercatori hanno registrato gli impulsi di ecolocalizzazione emessi da un esemplare di delfino e poi, grazie a uno strumento chiamato Cymascope, sarebbe stato possibile ottenere una grezza immagine che, una volta elaborata al computer, mostrerebbe la sagoma di un essere umano che si trovava nella vasca con l’esemplare al momento dell’esperimento.

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17 Aprile, 2014

Antonio Volpe, Liberazionismo senza liberazione?

by gabriella

Michel Foucault (im Pariser SPIEGEL-Büro am 09.12.1977)  SPIEGEL Bild-ArchivPartendo dalla teoria del potere di Foucault, ma anche mobilitando Camus e la pedagogia delle catastrofi, Volpe si chiede se sia possibile scindere vita e biopotere, se sia cioè possibile superare definitivamente il dominio e l’oppressione umana e non umana. Tratto da Asinus novus.

 

Il doppio legame fra vita e potere

Ne La volontà di sapere, com’è noto, Foucault delinea una concezione inedita del potere fissando non solo un metodo e un campo d’indagine completamente divergenti da quelli proposti fino ad allora da una lunga tradizione filosofica, ma pure una nuova “ontologia”, una nuova concezione della realtà basata su uno scontro di forze organizzate strategicamente attraverso le pratiche e i saperi che attraversa capillarmente la vita degli individui. Oltre che reticolare e continuo, il potere in Foucault non è estorsivo, come per esempio nelle teorie marxiste, ma creativo e produttivo. Non è calato dall’alto, né è l’effetto delle sole strutture economiche, ma coinvolge sullo stesso piano strategie di disciplinamento multiple, che investono ogni sfera della vita. La stessa soggettivazione del singolo è l’effetto di un processo di assoggettamento attraverso pratiche e giochi di verità senza il quale non si darebbe soggetto alcuno.

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20 Luglio, 2013

Gunther Teubner, Diritto d’accesso, copyright e nuova governance digitale

by gabriella

Le critiche che Teubner ha mosso al copyright e alla governance digitale [Storrs Lectures Yale Law School] istaurata in oltre quindici anni di accordi internazionali e legislazione d’emergenza. Uno stralcio della mia tesi di dottorato (2010).

Una decina d’anni fa, nel pieno dell’offensiva americana antipirateria, il costituzionalista e teorico dei sistemi Gunther Teubner tenne un corso alla Yale Law School sulla governance digitale del copyright.

TeubnerIt is not just technical legal questions […] – chiarì subito il giurista – rather, we are faced with the more fundamental question of a universal political right of access to digital communication […] In the background lurks the theoretical question whether it follows from the evolutionary dynamics of functional differentiation that the various binary codes of the world systems are subordinate to the one difference of inclusion/exclusion. Will inclusion/exclusion become the meta-code of the 21st century, mediating all other codes, but at the same time undermining functional differentiation itself and dominating other social-political problems through the exclusion of entire population groups?[1]

Nel discorso di Teubner la digitalizzazione delle risorse, intrecciando gran parte dei processi di produzione culturale ed economica ai flussi informativi della rete globale, trasforma l’accesso all’informazione in un codice binario di  esclusione/inclusione in grado di far collassare l’intera gamma delle differenziazioni sociali.

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20 Luglio, 2013

Gunther Teubner, Societal Constitutionalism: Alternatives to State-centred Constitutional Theory

by gabriella

TeubnerUno degli articoli più importanti che il costituzionalismo continentale abbia dedicato alla rivoluzione informazionale e alle sue conseguenze politiche. In Storrs Lectures 2003/04 Yale Law School.

I. A Right of Access to Cyberspace?

A group of globalisation critics are suing a commercial host provider of the Internet. They are appealing to the principle of free speech in order to enforce their alleged right of access judicially. The host provider who offers content providers the possibility on its computers to set up websites, had long got caught up in the tangles of state attorneys and private collective actions because some of the websites contained child pornography and Nazi propaganda. The decisive factor came with the decision of the Paris Tribunal de Grande Instance, Order of 20 November 2000, ordering Yahoo Inc to bar access by French users to auctions of Nazi objects [1]. The final blow came with the new trends toward publicprivate co-regulation which exempts providers from liability when they cooperate with state agencies [2]. The provider thereupon electronically barred access to all websites where it regarded the risk of criminal or civil actions as too high. The bar also affected political groups rated by Compuserve as politically radical or too close to violent protest campaigns. In a civil action, these groups are now seeking to compel access to the host provider.

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29 Ottobre, 2012

Massimo Mantellini, Obbligo di rettifica, l’eterno ritorno

by gabriella

Dovessi dire qual è il sentimento predominante, leggendo le cronache dal Senato, dove la Commissione Giustizia ha da poco approvato il cosiddetto disegno di legge Salva-Sallusti sulla diffamazione, direi che è lo sconforto. Lo sconforto e la depressione verso una classe politica che non è più solo ampiamente divergente, nei temi su cui si applica discute e legifera, dagli interessi dai cittadini, ma che ha ormai preso definitivamente il largo da una idea minima di intelligenza e comprensione, fosse anche solo per proprio personale interesse.

Perfino il lato pirandelliano della vicenda, la frettolosa toppa promessa ad un direttore di giornale che, quanto ad attenzione per la diffamazione nessuno vorrebbe prendere come esempio, rischia non solo di fare più danni della mancata norma, ma viene utilizzata per occuparsi d’altro, per dedicare attenzione a temi ricorrenti come il controllo dell’informazione, dei giornalisti non allineati ed ovviamente della rete Internet.

Dice il senatore Castelli durante i lavori della Commissione, egregiamente riassunti da Fabio Chiusi sul suo blog, che “la diabolicità del sistema Internet è che quella notizia resta per sempre”. In una sola frase viene riassunta, in un italiano magari un po’ faticoso, la caducità della nostra idea di conservazione della conoscenza. La biblioteca di Alessandria, Jorge Luis Borges, l’aspirazione ad imparare dai nostri errori tenendone traccia, vengono archiviati con naturalezza nel pensiero verticale dell’ingegnere leghista. La notizia resta per sempre e tutto questo è diabolico e deve essere impedito.

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5 Luglio, 2012

Pierre Lévy, L’hypersphère publique

by gabriella

Questo nuovo articolo di Pierre Lévy è uscito su “Medium”, VIII (2011), 29 ed è stato ripubblicato da Cosmopolis.

I temi sono quelli  tradizionalmente cari a Lévy, affrontati con l’approccio sviluppato a partire da Cyberdémocratie. Essai de philosophie politique (2002, tr. it. Cyberdemocrazia. Saggio di filosofia politica, Mimesis, Milano 2008). Benché la sua filosofia del cyberspazio non brilli per senso critico e concretezza sociologica (e sì che è stato allievo di Serres e Castoriadis), Lévy ha comunque il dono di riepilogare in modo intelligente ciò che altri direbbero in sei volumi. Questo saggio sulla nuova sfera pubblica (particolarmente i paragrafi La nouvelle liberté d’expression, d’écoute et d’association, L’alphabétisation à l’intelligence collective De l’opinion publique à l’intelligence collective) è quindi davvero utile per fare il punto delle trasformazioni, delle opportunità e delle sfide (soprattutto educative) della digitalizzazione del mondo [traduzione mia in corso].

 

Le médium numérique

Le médium numérique du début du XXIe siècle se caractérise par une possibilité d’expression publique, d’interconnexion sans frontières et d’accès à l’information sans précédent dans l’histoire humaine. Ce médium est en train de remplacer, tout en l’absorbant, l’ancien système des médias structuré par l’édition papier, le cinéma, les journaux, la radio et la télévision. Dès le début des années 2000, il m’apparaissait que la croissance du médium numérique se traduirait par une transformation radicale de la sphère publique qui aurait de profondes et durables conséquences politiques[2]. Déjà, en 1999, des collectifs de militants s’organisaient en ligne de manière souple et décentralisée pour manifester contre l’OMC et le FMI à Seattle. Bien mieux, grâce l’outil techno-social Indymedia[3], ils témoignaient de leur action en temps réel et à l’échelle mondiale sans passer par les médias unidirectionnels traditionnels. En utilisant à fond les nouveaux vecteurs de communication, la victorieuse campagne d’Obama en 2008 a montré dans quel médium se jouait désormais l’opinion publique. Wikileaks et ses émules sont devenus des acteurs majeurs du jeu politico-diplomatique mondial. Les révoltes arabes de 2010-2011 se sont organisées en ligne par Facebook et Twitter et leurs acteurs ont tous à la main un téléphone intelligent qui enregistre et diffuse en temps réel les événements auxquels ils participent. Isolé dans ma cabane au Canada, je lis quotidiennement les titres de dizaines de journaux et de blogs de partout dans le monde, et je reçois chaque jour des centaines de tweets qui m’informent de mes sujets d’intérêts favoris.

Dall’inizio del XXI secolo, il medium digitale si caratterizza per una possibilità d’espressione pubblica, d’interconnessione senza frontiere e d’accesso  all’informazione senza precedenti nella storia umana. Questo medium sta rimpiazzando, assorbendolo, l’editoria di carta, il cinema, i giornali, la radio e la televisione. Dall’inizio degli anni ’00 è apparso chiaro che la crescita del medium digitale si sarebbe tradotta in una trasformazione radicale della sfera pubblica che avrebbe avuto profonde e durevoli conseguenze politiche[2].

Già nel 1999, dei collettivi di militanti si organizzavano online in modo agile e decentralizzato per manifestare contro il WTO e il FMI a Seattle. Meglio ancora, grazie allo strumento tecno-sociale Indymedia [3], testimoniavano della loro azione in tempo reale e su scala mondiale attraverso i media unidirezionali tradizionali. Utilizzando a fondo i nuovi mezzi di comunicazione, la vittoriosa campagna di Obama nel 2008 ha mostrato che in quel medium si organizzava ormai l’opinione pubblica. Wikileaks e i suoi emuli sono diventati attori maggiori del gioco politico-diplomatico mondiale. Le rivolte arabe del 2010-2011 si sono organizzate online attraverso facebook e Twitter e i loro portagonisti hanno tutti in mano uno smartphone che registra e diffonde in tempo reale gli avvenimenti a cui partecipano. Isolato nella mia capanna in Canada, leggo quotidianamente i titoli di decine di giornali e di blog di qualunque parte del mondo, e ricevo ogni giorno centinaia di tweet che mi informano dei miei temi preferiti.

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29 Aprile, 2012

Perché Internet resti uno stupid network

by gabriella

Un nuovo provvedimento legale riapre il problema del filtraggio dei contenuti su Internet (filtering), nella fattispecie su YouTube. Il precedente italiano era stato il caso del ragazzino down torinese picchiato dai compagni di scuola il cui video, pubblicato su YouTube, aveva fatto (giustamente) indignare l’opinione pubblica, MA (inopportunamente) decidere il Tribunale di Milano per la condanna del social network. Il magistrato italiano stabilì allora il pericoloso precedente dell’obbligo di filtraggio dei contenuti prima della pubblicazione, rifiutando di accettare la (giusta) difesa di Google che aveva rimosso il video alla prima segnalazione di inopportunità.

Oggi, un caso analogo, legato alla violazione del copyright su YouTube, si è concluso con un’altra condanna. Qual è il rischio? Quello di credere di difendere libertà particolari (copyright, lotta alla pedofilia, privacy) mentre si attenta a libertà fondamentali (diritto d’espressione, libertà della rete). Internet è infatti una “rete stupida” (stupid network), una rete cioè che ignora ciò che sta circolando sui suoi circuiti [il primo a parlare di rete stupida è stato David Isenberg].

Lawrence Lessig [“The Architecture of the Innovation” e  “A Threat to Innovation on the Web”] ha spiegato che è proprio per questo che è libera e promuove intelligenza e creatività (nonché ricchezza) e che non si può insegnare a Internet a riconoscere i propri contenuti, senza farla diventare un infernale panottico digitale, nel quale NESSUN CONTENUTO, dalla mail, all’acquisto, alla petizione, potrà più dirsi PRIVATO.

La notizia, tratta da Repubblica.it (28.04.2012):

Germania.”Youtube deve filtrare i contenuti”. La corte a difesa dei diritti d’autore

Il tribunale di Amburgo ha preso le difese della casa discografica Gema, che ha portato in tribunale il sito di proprietà di Google a causa di 12 videoclip musicali pubblicati online i cui diritti non sono mai stati pagati. La sentenza potrebbe diventare un riferimento per cause simili in altri paesi.

UN TRIBUNALE tedesco si è pronunciato contro YouTube in un caso relativo alla violazione dei diritti di musicisti e compositori. Il sito video di Google dovrà infatti installare filtri con cui impedire agli utenti di caricare online video musicali i cui diritti sono detenuti dall’etichetta discografica Gema.

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3 Febbraio, 2012

Violinisti di strada: la poesia conquista la guardia del metro .. con osservazioni del giorno dopo su infosfera e copyright

by gabriella

Il primo ad essere conquistato dal fascino della musica è un ciclista malvestito a cui bastano poche note per empatizzare con il violinista di strada. In realtà, aveva il portafogli in mano prima ancora che il musicista inziasse: solidale a prescindere. Passano tre insensibili, ma interessati, teenagers, una signora che sembra andare di fretta si ferma a ricompensare il violinista, mentre si forma già un piccolo pubblico davanti alla stazione del metro al quale la timida spettatrice si unisce. Arriva un’altra signora che indugia affettuosamente sulla custodia aperta, lascia una moneta e sistema i denaro sotto le copie dei cd; ora è il turno dell’uomo di guardia davanti alla stazione che si avvicina alla custodia e deposita dolcemente la sua banconota. Una signora fuori forma getta uno sguardo distratto e tira dritto, un ragazzo si ferma e annuisce compiaciuto. Il violinista conclude, qualcuno si congratula.

La settimana scorsa, a Washington.

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=HrKHAsnkF8A]

e questo, invece, è ciò che accade ogni giorno nel métro parisien, per esempio, a Châtelet (tremenda nostalgia …).

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=hleB6EuAohI&feature=related]

 

Osservazioni del giorno dopo su infosfera e copyright

Il video Street Electric Violinist è uno dei tanti esempi di viralità dei social network: dalla cittadina vicino Washington nella quale il ventenne Bryson vive, le sue performance musicali hanno fatto il giro del mondo via Twitter per essere riprese dalla stampa generalista (per l’infosfera italofona, repubblica.it) delle diverse nazionalità.

Questo genere di fenomeni – ben studiati ad esempio da Mike Wesch: si veda qui e qui – sollecita osservazioni su molti piani diversi. Su quello culturale, ad esempio, è evidente che la versione classica di una musica pop (Halo, di Beyoncé), così come le versioni pop di musica barocca proposte da Andres (e da molti altri violinisti non elettrici, come Nigel Kennedy, per citare uno dei miei preferiti) realizzano un’efficace azione di promozione e volgarizzazione (o democratizzazione) di elementi di musica colta, inaccessibili senza opportuna traduzione (anche nel noto significato di “tradimento” implicato dal termine) a larghe fasce di pubblico giovanile. Non sfugge, da questo punto di vista, il potenziale educativo su cui la scuola potrebbe inserirsi, rendendo meno volatile l’interesse e l’entusiasmo per una musica di norma esclusa dalla dieta culturale degli studenti.

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5 Gennaio, 2012

La miglior notizia del 2011: Commotion

by gabriella

Relazioni, lavoro, tempo libero, non c’è niente che internet non abbia rivoluzionato negli ultimi decenni. Ma Commotion può fare molto di più.

Per saperne di più:

Cinque progetti per liberare il web

Che cos’è la net neutrality

Per il Parlamento europeo l’ACTA è un passo nella giusta direzione

Parlamento europeo: approvato il rapporto Gallo

Il rapporto Gallo al Parlamento europeo: l’ombra dell’ACTA sulla UE

La neutralità della rete arriva in Europa

ACTA: ecco il testo pubblicato

USA: una proposta di legge per spegnere Internet (in caso d’emergenza)

http://www.europa451.it/4/post/2011/08/commotion-internet-senza-fili-indipendente-anonimo-e-criptato.html


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