Posts tagged ‘metacognizione’

8 Febbraio, 2023

L’intelligenza

by gabriella

Intelligere, da intus legere, significa “vedere dentro”. Intelligente è quindi chi sa guardare dentro le cose, le persone, i fatti, oltre il velo dell’apparenza

Dalla sua nascita alla fine dell’ottocento, la psicologia scientifica ha cercato di definire cosa sia l’intelligenza e quali comportamenti possano essere definiti tali.

Nel novecento, questi studi si sono fatti sempre più interdisciplinari, concentrandosi sui processi cognitivi coinvolti nel funzionamento dell’intelligenza, sulla sua misurazione e sulla sua maturazione, interrogandosi anche sulla sua natura di fenomeno innato o acquisito attraverso la stimolazione ambientale.

Gli studi attuali sull’intelligenza coinvolgono perciò tanto le neuroscienze quanto la sociologia e la pedagogia, segno che il groviglio si è fatto più intricato, il mistero più affascinante, contro ogni tentazione semplificatoria della risposta alla domanda «cos’è l’uomo»?

 

Indice

1. Che cos’è l’intelligenza?
2. L’intelligenza come problem solving
3. L’intelligenza come abilità e competenze
4. La psicometria e i test QI
5. L’epistemologia genetica e l’approccio storico-sociale all’intelligenza
6. L’intelligenza è innata o acquisita?

Esercizi sulle videolezioni: 1. Che cos’è l’intelligenza? 2. L’intelligenza come problem solving  3. L’intelligenza come abilità e competenze 4. Lo sviluppo dell’intelligenza per l’epistemologia genetica e l’approccio storico-sociale 5. La psicometria e i test QI 6. Intelligenza: fattori innati e fattori socio-culturali

 

1. Che cos’è l’intelligenza?

comprendere la complessità della realtà al di là della superficie

La psicologia non possiede ancora una descrizione e una definizione condivise di cosa sia l’intelligenza.

Sappiamo che l’intelligenza è una caratteristica del pensiero che coinvolge altri processi cognitivi e aspetti psicologici come la memoria, l’apprendimento, il linguaggio, la motivazione. 

Resta, però, ancora difficile spiegare le differenze di capacità tra gli individui, decidere se l’intelligenza sia innata o si sviluppi attraverso gli stimoli ambientali; quale sia, se c’è, il rapporto tra intelligenza e profitto scolastico e tra intelligenza e capacità di adattamento all’ambiente. È difficile anche stabilire se si può misurare e se è unica o ne esistono diversi tipi.

Attraverso le loro ricerche, gli studiosi sono pervenuti a risultati differenti, a volte contrastanti.

Potrebbe sembrare, dunque, che la psicologia e le altre scienze umane non abbiano nulla da insegnarci sull’intelligenza, ma mai come in questo caso, forse, sapere che le domande sono ancora più numerose delle risposte, aiuta ad assumere un atteggiamento scientifico e antidogmatico e quindi a procedere nella conoscenza del fenomeno.    

Intelligere, dal latino intus legere (o intra legere, secondo alcuni), significa, infatti, “vedere dentro” o “vedere tra le cose”, alludendo, in entrambi i casi, alla capacità di comprendere la complessità della realtà al di là della superficie, cioè di coglierne la struttura profonda al di là delle apparenze.

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25 Settembre, 2017

Thibauld Prévost, Perché i meno capaci tendono a sopravvalutarsi

by gabriella

L’effetto eccesso di fiducia

Un famoso fenomeno psicologico, l’effetto Dunning-Kruger, porta i più ignoranti e meno capaci a credersi migliori degli altri.  Ciò significa che, all’inizio di un percorso di formazione, è comune la tendenza alla sopravvalutazione delle proprie capacità e competenze; fenomeno che diminuisce e tende alla normalizzazione con l’aumentare delle esperienze e delle capacità cognitive.

In contesti di apprendimento possono quindi verificarsi discrepanze tra l’immagine di sé e i risultati  ottenuti, con carico di frustrazioni e ansia sulle quali può innestarsi la sindrome da impotenza appresa e lo sviluppo dell’aggressività verso compagni e insegnanti.

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3 Aprile, 2012

Il disturbo specifico di comprensione del testo scritto

by gabriella

La lettura è un’abilità complessa che coinvolge vari elementi. Lo scopo della lettura non è solo quello di decifrare le parole scritte su un foglio, ma è quello di comprendere il significato del testo, cioè cogliere il significato di ciò che si sta leggendo. Partendo da questo, si può cercare di analizzare in cosa consiste il disturbo specifico di comprensione del testo scritto.

In fondo al testo una serie di grafiche illustra le strategie didattiche di potenziamento.

 

Che cos’è il disturbo specifico di comprensione del testo

Rientra nei disturbi specifici dell’apprendimento e si manifesta durante la fanciullezza e la prima adolescenza (e va quindi riconosciuto e affrontato tempestivamente, perché il potenziamento annulli lo svantaggio). Il disturbo di comprensione si caratterizza per la difficoltà a comprendere in modo adeguato il significato del testo.

Bisogna fare attenzione a distinguere la difficoltà di comprensione dal disturbo di comprensione. Nella difficoltà di comprensione il problema che il ragazzo incontra può essere ricondotto a bassa stimolazione culturale e linguistica, quale effetto dello svantaggio socio-economico (un problema tutt’altro che risolto, che sta invece crescendo con la diminuzione del tempo scuola e l’aumento delle diseguaglianze), mentre questo non è alla base del disturbo di comprensione. 

Le caratteristiche che un soggetto con tale disturbo incontra durante la lettura sono:
1. Una prestazione al di sotto della norma in prove specifiche che valutano la comprensione del testo;
2. Un livello intellettivo nella norma e comunque consistentemente più elevato rispetto agli esiti nella prova di comprensione;
3. Nessuna situazione di svantaggio socioculturale o di carenza di istruzione che possa spiegare per se stessa la difficoltà;
4.  Nessun ritardo mentale o deficit di tipo sensoriale (visivo o uditivo), cui possa essere attribuibile il deficit di comprensione.

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