Posts tagged ‘Wikileaks’

20 Giugno, 2014

Stefania Maurizi, Wikileaks rivela l’accordo segreto per il liberismo selvaggio

by gabriella
Si, anche noi

Si, anche noi vi sorvegliamo

Forse solo dopo le rivelazioni di Edward Snowden e lo scandalo Prism il mondo ha capito di aver bisogno di un controspionaggio per rivelare l’attacco planetario alla democrazia. Nel 2006, il lavoro di Assange e Wikileaks fece emergere l’opacità clausewitziana – data l’impossibilità di distinguere una decisione politica da un atto di guerra – delle relazioni governamentali; quello di Snowden, nel 2013, la portata della sorveglianza e la trasformazione delle informazioni personali in merci con le quali manipolare l’economia e il consenso.

Oggi, nuove rivelazioni di Wikileaks mostrano dove e come si prendono le decisioni pubbliche che devastano territori ed esistenze individuali, dalle quali emerge come i mercati non si accontentino più della connivenza dei pubblici poteri, ma siano alla ricerca di regole stringenti che impediscano ad eventuali rappresentanze libere di agire a propria difesa. Da un articolo dell’Espresso del 19 giugno 2014.

Si chiama Tisa (Trade in Services Agreement) il documento rivelato grazie all’organizzazione di Assange. Un trattato internazionale di lobby e governi per liberalizzare i servizi: dai dati personali alla sanità passando per le assicurazioni. Sarebbe la vittoria definitiva della finanza sulla politica.

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22 Agosto, 2012

Alain Garrigou, Il problema Wikileaks. Ci sono storie che non si raccontano ai bambini

by gabriella

Il segreto di stato nell’era di Wikileaks: i popoli sono bambini e ci sono storie che non si raccontano ai bambini. Tratto da Le Monde Diplomatique dell’ 11 aprile 2011 (traduzione dal francese di José F. Padova).

Nella polemica sulle rivelazioni di WikiLeaks (1) un ex ministro francese degli Affari esteri s’indignava pubblicamente: secondo lui la politica era come le famiglie, vi sono storie che non si raccontano ai bambini. Ci vuole una certa dose di fatuità per osare questo paragone. Hubert Védrine non si rendeva conto di riprendere la vecchia giustificazione delle élite aristocratiche, quando rifiutavano il diritto dei popoli: non erano altro che bambini. Il trionfo della democrazia, quindi, non ha spazzato via il pregiudizio. Rimangono sempre uomini abbastanza persuasi della loro superiorità per pensare che la politica è riservata a gente come loro. Senza peraltro dubitare un solo istante della loro fede repubblicana. Hubert Védrine  era troppo indignato per velare la sua arroganza con un po’ di discrezione, fornendo quindi buone ragioni per dubitare di una superiorità che si crede autorizzato a manifestare.

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5 Luglio, 2012

Derrick de Kerckhove, Wikileaks

by gabriella
 WikiLeaks è uno dei momenti significativi della storia di internet
Felix Stalder

La rivoluzione in corso, appena iniziata, che riguarda il rapporto cittadini-potere politico si chiama «Twitter», «Wikileaks». Stiamo vivendo un cambiamento antropologico: i blog, Twitter e i social network sono la nuova «agorà elettronica». In questo vedo una tendenza, già evidente nella crisi provocata da Wikileaks, dalla quale emerge chiaramente un’esigenza di trasparenza che parte dal basso e si confronta con le gerarchie finanziare, di impresa e anche governative[3]. Wikileaks evidenzia una tendenza irreversibile della cultura dell’elettricità, iniziata con il matrimonio fra linguaggio ed elettricità attraverso le linee del telegrafo. Questo lo vedeva già McLuhan nel 1966:

oggi il mondo istantaneo, con media d’informazione elettrica, coinvolge tutti nello stesso istante. Il nostro è un nuovo mondo dedicato al momento presente. Il tempo in un certo senso si è fermato e lo spazio è svanito. Come i primitivi noi viviamo nel nostro villaggio globale, pieno di eventi simultanei. Il villaggio globale non è creato dalle macchine a motore e nemmeno dagli aeroplani, ma dal movimento istantaneo dell’informazione elettrica. Il villaggio globale è allo stesso tempo grande quanto l’intero pianeta e piccolo quanto il paese dove ciascuno di noi è impegnato, maliziosamente, a mettere il naso negli affari altrui. Non vi si trova necessariamente armonia, ciascuno è sempre più preoccupato per ciò che succede al vicino che non a se stesso e alla propria vita[4].

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