Nome di battaglia Lenin
Un bilancio dell’eredità sovietica a 100 anni dalla rivoluzione tratto da SenzaSoste.it, e la cronaca dei fatti raccontata da Ezio Mauro su Repubblica.
[…] sono due i grandi insegnamenti di Lenin e della rivoluzione d’ottobre immediatamente utili ai giorni nostri. Il primo è dovuto al fatto che i cambiamenti epocali, come le rivoluzioni classiche insegnano, si fanno solo con una rete di professionisti della politica. Magari evitando l’impressione, che ebbe Rosa Luxemburg di una Russia “governata solo da una dozzina di persone” pochi mesi dopo la rivoluzione. Uno scandalo comunque in una politica odierna che, non solo in Italia, pullula di professionisti di ogni tipo, di “tecnici” di ogni genere meno che dell’agitazione politica di massa (che è un qualcosa di più complesso che saper coltivare un account sui social media).
La seconda è che i grandi cambiamenti epocali si pensano e si progettano sapendo guardare allo scenario del capitale finanziario globale. Non esiste cambiamento, non esiste politica, non esiste scenario di rottura senza la comprensione di ciò che accade nel cielo della finanza. In poche parole, solo dalla comprensione di ciò che accade nella finanza, e nelle reti di potere macro e microfisico che determina, è possibile dare spessore politico all’insurrezione.
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