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23 Novembre, 2011

Maurizio Pallante, Meno è meglio. Alberto Bagnai, La decrescita secondo la goofynomics. Badiale e Tringali, Decrescita si, ma del capitale

by gabriella

Il podcast dell’interessante intervista concessa a Loredana Lipparini (Fahrenheit, mercoledi 23 novembre 2011) dall’autore di Meno e meglio, il saggio sulla decrescita edito da Bruno Mondadori. Di seguito, la voce critica di Alberto Bagnai (goofynomics) per la quale la decrescita perde di vista che nell’economia contemporanea non è il consumo o il risparmio individuale a costituire un attentato alla sostenibilità ambientale, ma gli usi finanziari di quel consumo e di quel risparmio. Ancora una volta, se si vuole capire qualcosa del mondo, dobbiamo togliere lo sguardo dagli individui e volgerlo al sistema.

Alberto Bagnai, Decrescita… de che?

BagnaiNei momenti di crisi globale ricorre un atteggiamento descritto da un’efficacissima parola europea: Schadenfreude. Da Schaden (danno) e Freude (gioia), che poi sarebbe appunto quella della Nona di Beethoven che tanto piaceva a Alex (DeLarge). La Schadenfreude è il piacere maligno che si trae dallo spettacolo dell’altrui male (quindi ha poco a che vedere con il “suave mari magno” di Lucrezio, che maligno non era, e infatti al secondo esametro aggiunge “non quia vexari quemquamst iucunda voluptas”). Questa “voluptas”, una delle poche che la natura matrigna riserva a quelle strane bestie che sono gli economisti, le suocere, e il beghiname vario, è in grandissima parte motivata dal poter dire “io l’avevo detto”, cioè dal trovare nell’Armageddon un valido, anzi, il più valido, alleato per l’affermazione delle proprie teorie. Se poi nell’Armageddon ci finisce anche lo Schadenfroh, meglio pure: a “voluptas” si aggiunge “voluptas” (il masochismo).

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