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11 Giugno, 2013

Storia della colonna infame

by gabriella

colonnainfame

Qui, ove s’apre questo largo, sorgeva un tempo
la bottega del barbiere Gian Giacomo Mora che,
ordita con il commissario di sanità Guglielmo Piazza e con altri
una cospirazione, mentre un’atroce pestilenza infuriava,
cospargendo diversi lochi di letali unguenti,
molti condusse ad un’orrenda morte.

Giudicati entrambi traditori della patria, il Senato decretò
che dall’alto di un carro prima fossero morsi con tenaglie roventi,
mutilati della mano destra, spezzate l’ossa degli arti,
intrecciati alla ruota, dopo sei ore sgozzati, bruciati e poi,
le ceneri disperse nel canale.

Parimenti diede ordine che ad imperituro ricordo, la fabbrica
ove il misfatto fu tramato fosse rasa al suolo né mai più ricostruita,
sulle macerie eretta una colonna da chiamare infame.
Lungi adunque da qui, alla larga probi cittadini,
che un esecrando suolo non abbia a contaminarvi!

Addì, 1 agosto 1630

Alessandro Manzoni, Storia della colonna infame

Pietro Verri, Osservazioni sulla tortura e singolarmente sugli effetti che produsse all’occasione delle unzioni malefiche alle quali si attribuì la pestilenza che devastò Milano l’anno 1630.

11 Giugno, 2013

Autodafé

by gabriella
Pedro Berruguete, San Domenico presiede a un autodafé, 1450 ca

Pedro Berruguete, San Domenico presiede a un autodafé, 1450 ca

L’Inquisizione spagnola

L’Inquisizione spagnola ebbe una nascita e uno sviluppo del tutto particolari, perché mentre le sue equivalenti monastico-papale e romana, dipendevano direttamente dal pontefice questa, nata nel 1478 per disposizione di Sisto IV, come quella portoghese, istituita nel 1547, era soggetta allo stato, vale a dire ai re cattolici.

La scopo principale della Santa Inquisizione era di combattere gli ebrei e i musulmani presenti sia nel territorio spagnolo che nelle Nuove Terre, perché questi ultimi, già cristianizzati – conversos y moriscos –, erano accusati di ritornare segretamente a seguire il loro credo nativo. Ben presto, l’Inquisizione si indirizzò verso la repressione dei culti protestanti ed eretici in generale. Divenne inoltre uno strumento politico della monarchia per indebolire il potere dei nobili e dei ricchi commercianti che, perseguitati, venivano privati dei loro beni.

Figura simbolo di questo periodo è il domenicano Tomàs de Torquemada (1420-1498), confessore di Isabella I di Castiglia e Ferdinando II il Cattolico, ed era tanto drastico che si dovette invitare Roma a intervenire per cercare di frenare gli eccessi. Torquemada, nominato da papa Sisto IV primo inquisitore generale di Castiglia nel 1483, riorganizzò la struttura logistica dell’Inquisizione in tal modo che in quindici anni della sua gestione si celebrarono circa 100.000 processi con 2.000 condanne a morte. Tanta era l’autonomia spagnola che ebbe la facoltà di preparare un suo Indice, la lista di libri proibiti perché considerati pericolosi per la fede e per la morale, istituita ufficialmente sotto il pontificato di papa Paolo IV, nel 1559.

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