Archive for 12 Settembre, 2013

12 Settembre, 2013

La filosofia è come il calcio

by gabriella

I filosofi sono come i giocatori, ci sono quelli che vedono ciò che gli altri vedono e li aiutano ad esprimerlo e ci sono quelli che vedono ciò che gli altri non vedono e cambiano il mondo. La seconda questione posta da Filosofia. Corso di sopravvivenza [Milano, Ponte alle grazie, 2001, pp. 9-13] di Girolamo De Michele.

Eric Cantona

Eric Cantona

Il filosofo che elabora un concetto è un po’ come il calciatore che fa una giocata. I calciatori (o i cestisti, ecc.) possono essere divisi in tre categorie. Ci sono quelli che fanno ciò che noi che siamo sugli spalti faremmo (così crediamo, almeno), al posto loro: vedono un buco che vediamo anche noi e lo attraversano, o ci fanno passare il pallone. Poi ci sono quelli che vedono un buco che a noi sfuggiva, un buco che noi gente comune vediamo solo al ralenti, in televisione, o addirittura con la moviola, ma che a occhio nudo non si vedeva. Poi ci sono i geni: quelli che il buco lo creano.

Maradona o Baggio che partono da cen­trocampo contro la difesa schierata e hanno già visto dove passeranno, Platini che ha capito come si muoveranno compagni e avversari prima di impostare l’azione, Johan Cruijff che si lancia contro gli avversari e sembra attraversarli o sorvolare le loro gambe tese, il pallonetto di Pelé nella finale del 1958.

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12 Settembre, 2013

La filosofia, un mestiere pericoloso

by gabriella

I filosofi incarnano, da sempre, la libertà di pensiero e il rischio della verità: un fatto di giustizia, non solo di forma logica. La terza questione affrontatata da Filosofia. Corso di sopravvivenza [Milano, Ponte alle grazie, 2001, pp. 9-13] di Girolamo De Michele.

Come Anassimene scriveva a Pitagora: «con che coraggio posso perdere il mio tempo a conoscere il segreto delle stelle, quando davanti agli occhi ho sempre presente o la morte o la schiavitù?», ognuno deve dire così: «Agitato dall’ambizione, dalla cupidigia, dalla temerarietà, dalla superstizione, e avendo dentro di me altri simili nemici della vita, mi metterò a pensare al moto del mondo?».

Michel de Montaigne, Essays, 26

BrunoLa morte di Giordano Bruno ci ricorda un altro aspetto della filosofia: che è, come recita il titolo di un bel libro di Luciano Canfora, un mestiere pericoloso. Non è una costante, non sem­pre è così (grandi filosofi sono stati servili e sottomessi al pote­re), ma capita che con il solo uso del pensiero alcuni filosofi ab­biano conosciuto la galera e l’esilio e abbiano rischiato, e a vol­te perso, la vita: Democrito, Anassagora, Protagora, Socrate, Platone, Seneca, Ipazia, Boezio, Sigieri di Brabante, Dante Ali­ghieri, Guglielmo di Ockham, Niccolò Machiavelli, Giordano Bruno, Galileo Galilei, Giulio Cesare Vanini, Karl Marx, Giu­seppe Mazzini, Antonio Gramsci, Camillo Berneri, Walter Ben­jamin, Theodor W. Adorno, Hannah Arendt, Gùnther Anders, Karl Lowith, Evgenij Bronislavovic Pasukanis, Emmanuel Lévi­nas, Toni Negri, Paolo Virno, Ramin Jahanbegloo (e molti altri ancora) hanno conosciuto la persecuzione, l’esilio, e anche la morte. Non sempre hanno cercato la persecuzione, ma l’hanno subita.

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12 Settembre, 2013

Lorenzo Guadagnucci, Bolzaneto. La tortura innominabile

by gabriella

Genova 2001Mentre la Cassazione dichiara che a Genova «fu violenza sistematica», quasi tutti i responsabili dei pestaggi della caserma di Bolzaneto vedono prescritti i crimini commessi perchè il nostro ordinamento non contempla il reato di tortura. Il Manifesto, 11 settembre 2013.

Quando i giudici di Cassazione dalle solenni stanze del “Palazzaccio” romano usano espressioni come

accantonamento dei princìpi cardine dello stato di diritto;

quando parlano di cittadini sottoposti a

trattamenti gravemente lesivi della dignità della persona;

quando specificano che

«botte, gas urticanti, umiliazioni, denudamenti di ragazzi e ragazze fatte piegare a novanta gradi davanti agli uomini in divisa» avvenivano «mentre alcuni tra le forze dell’ordine cantavano inni fascisti».

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