Archive for 7 Dicembre, 2013

7 Dicembre, 2013

Pierre Dardot, Christian Laval, La razionalità neoliberale come forma di vita

by gabriella

operaie cinesi

E’ uscita per DeriveApprodi l’edizione italiana de La nuova ragione del mondo. Critica della razionalità neoliberista, testo che si prefigge di tratteggiare una «genealogia del presente», un tentativo di spiegare come le società contemporanee siano diventate ciò che sono. Per Dardot e Laval il neoliberismo non è solo un’ideologia o una politica economica: è innanzitutto una forma di vita, una nuova razionalità pervasiva che struttura l’identità individuale e i rapporti sociali, imponendo a tutti di vivere in un universo di competizione generalizzata, di concorrenza mercantile, di governamentalità diffusa. Le parole e le cose ha pubblicato alcune pagine del capitolo finale.

 

La fine della democrazia liberale

Quali sono gli aspetti fondamentali che caratterizzano la ragione neoliberista? Alla fine di questo studio, possiamo identificarne quattro.

Primo, al contrario di quello che affermano gli economisti classici, il mercato non è un dato naturale ma una realtà costruita, che come tale richiede l’intervento attivo dello Stato e la realizzazione di un sistema di diritto specifico. In questo senso, il discorso neoliberista non è direttamente connesso con un’ontologia dell’ordine commerciale. Perché lungi dal cercare la propria legittimazione in un certo «corso naturale delle cose», esso assume deliberatamente e apertamente il proprio carattere di «progetto costruttivista»[1].

read more »

7 Dicembre, 2013

Mandela

by gabriella
mandela

Nelson Mandela (1918 – 2013)

Stralcio da Senzasoste alcuni passi del ritratto di Nelson Mandela, icona di un Sudafrica liberato dall’apartheid, ma non ancora dalla diseguaglianza di cui quel razzismo era giustificazione.

Unitevi! Mobilitatevi! Lottate! Tra l’incudine delle azioni di massa e il martello della lotta armata dobbiamo annientare l’apartheid!

Nelson Mandela, 1980

Il carisma di Mandela, sopravvissuto a 27 anni di carcere nel Sudafrica dell‘apartheid, è stato sicuramente quello del liberatore. Quello di una figura, costruita da un popolo, che deve indicare un percorso di uscita dalla minorità e dalla schiavitù. Per tre quarti di esistenza la biografia politica di Mandela è stata questo.

Poi ci sono stati gli anni ’90, la fine dell’apartheid e il suffragio universale. Ma anche gli anni dell’ingresso a pieno titolo del Sudafrica nel mercato globale, dopo la fine delle sanzioni legate all’apartheid, grazie a quella corposa zona che sta tra diamanti, oro e finanza, ben presente negli affari dello stato africano. Mandela ha innegabilmente accettato e favorito questo processo e il suo partito, l’African National Congress, è diventato un organo di potere, tra ripetuti scandali di nepotismo e corruzione. Con condizioni di lavoro nelle miniere che restano inaccettabili. Come è inaccettabile la disparità sociale ancora presente, come 20 anni fa, in Sudafrica.

L’altro quarto di vita di Mandela, alla cui morte una delle figlie era al cinema con gli eredi al trono di Inghilterra, è stato quello di icona pop del capitalismo globale. Ma non si è trattato di quello che George Jackson, un grandissimo rivoluzionario nero, definiva un “negro bianco”. Ovvero un nero addomesticato dalle leggi del capitalismo dei bianchi. Si è trattato di un liberatore che ha accettato il capitalismo globale quasi fosse ineluttabile. Le cui scelte di politica estera sono scivolate verso un solido nazionalismo sudafricano.

Error: Invalid URL!
Sudafrica 2012

Agosto 2012, La polizia uccide 34 minatori a Marikana

soweto

Soweto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La lotta di Mandela e la solidarietà delle commesse di Dublino, ricordate dal TG1

[rai=http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-caf9d678-700f-4328-ac3e-ee9e8624a1b0-tg1.html]

7 Dicembre, 2013

Marco Gatto, Il ritorno della dialettica

by gabriella

david-harveyTraggo da Consecutio temporum, questa analisi comparata delle letture di David Harvey [The Enigma of Capital e Introduzione al Capitale. 12 lezioni sul primo libro, trad. it. 2012] e Fredric Jameson [Representing Capital. A Reading of Volume One] del primo libro del Capitale, nel segno della dialettica, della demistificazione e del metodo.

A tutti piace pensare di avere i propri «valori», e questi ultimi rappresentano un elemento attorno al quale ruota tutto il dibattito sui candidati alla presidenza durante ogni stagione elettorale. Marx sostiene però che alcuni di questi valori sono determinati da un processo che non capiamo e che non è frutto di nostre scelte consapevoli, e che bisogna analizzare il modo in cui tali valori ci sono imposti.

Se volete capire chi siete e in che punto state di questo turbine di valori, dovete innanzitutto capire come viene creato e prodotto il valore della merce, e che conseguenze – sociali, geografiche, politiche – esso porta con sé. Se pensate veramente di risolvere una problematica ambientale gravissima come il riscaldamento globale senza confrontarvi con la questione di chi e come abbia determinato la base della struttura del valore, state solo prendendo in giro voi stessi. Per questo Marx insiste sulla necessità di capire cos’è il valore della merce e quali sono le necessità sociali che lo determinano.

David Harvey

[….] Gatto mostra infatti come, al di là delle differenze [disciplinari: Harvey è un geografo e urbanista, Jameson un teorico della cultura; e dei riferimenti analitici: Harvey prescinde da riferimenti filosofici precisi, Jameson è debitore di Lukàcs e della Scuola di Francoforte, in particolare di Adorno], L'enigma del capitaleLezioni sul capitale[…] Harvey e Jameson condividono un’idea di base, che informa i rispettivi commenti a Marx. Entrambi concepiscono il lavoro di analisi del capitalismo e delle sue ideologie (del suo apparato ideologico, potremmo dire, e difatti i due teorici non mancano di riferirsi a Gramsci, seppure solo in superficie) in termini manifestamente dialettici. Qualsiasi tentativo di leggere l’insegnamento di Marx in un’ottica parziale, analitica o statica è sin da subito osteggiato: sia per Harvey che per Jameson il capitale è movimento, fluidità, dinamismo che ambisce a costituirsi e a presentarsi, nella sua fenomenicità, come totalità in sé chiusa e statica, ma che, adeguatamente smascherata, si rivela come totalizzazione, ossia come tentativo totalizzante di inglobare tutta la realtà in sé […]

read more »


%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: