13 Aprile, 2014
by gabriella
Due settimane fa un amico e collega ternano non ha permesso che la polizia interrompesse la sua lezione all’Istituto per Geometri per perquisire l’aula in cui si trovava. Nella mia, il reparto antidroga si è presentato a ricreazione, limitandosi a far perlustrare corridoi e bagni ai propri cani. Il nostro collega è stato censurato e sarà chiamato a rispondere del suo gesto, ma le sue ragioni sono inattaccabili: se a scuola entra la polizia, non possiamo che uscirne noi. Soltanto una scuola, una famiglia, una società che sentono estranei i propri figli e si considerano incapaci di guidarli possono abdicare al proprio ruolo e affidarlo ai cani poliziotto. Questo il senso del commento di Fabrizio Marcucci [Giornale dell’Umbria] che sottolinea come l’eventuale legalità dell’ingresso della polizia a scuola non ne assicuri la legittimità.
Chi commissiona e mette in atto la perquisizione delle scuole con cani poliziotto avrà le sue leggi di riferimento che dimostreranno che l’azione è legittima. L’ultima, a Terni pochi giorni fa, ha avuto un’eco nazionale perché un professore ha negato la perquisizione all’interno della classe rifiutandosi di interrompere la lezione. Ora su di lui pende l’ipotesi di un’azione disciplinare. Ma il punto è che se anche la perquisizione fosse legittima, le manca comunque il conforto del buon senso.
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13 Aprile, 2014
by gabriella
La recensione di Luca Baccelli al saggio del 2003 [Post democracy, Oxford, 2004; Laterza, 2003; trad. it Postdemocrazia] di Colin Crouch, tratta da Jure gentium.
“[…]anche se le elezioni continuano a svolgersi e condizionare i governi, il dibattito elettorale è uno spettacolo saldamente controllato, condotto da gruppi rivali di professionisti esperti nelle tecniche di persuasione e si esercita su un numero ristretto di questioni selezionate da questi gruppi. La massa dei cittadini svolge un ruolo passivo, acquiescente, persino apatico, limitandosi a reagire ai segnali che riceve. A parte lo spettacolo della lotta elettorale, la politica viene decisa in privato dall’integrazione tra i governi eletti e le élite che rappresentano quasi esclusivamente interessi economici” (p. 6).
Questo è il modello di quella ‘sindrome’ che Colin Crouch definisce ‘postdemocrazia’. La tesi di questo volume è che i regimi rappresentativi esibiscono attualmente una tendenza a trasformarsi in postdemocrazie, percorrendo il ramo discendente di una parabola che ha toccato il suo vertice nella seconda metà del secolo XX, epoca di massima affermazione delle politiche egualitarie. Il tema della crisi della democrazia nell’epoca della retorica globale dei sistemi elettivi/rappresentativi – un topos della recente discussione politologica – è affrontato a partire da una critica della concezione liberale-elitista della democrazia che ha il merito di non indulgere in comode scorciatoie normativistiche (come viceversa avviene in molta teorizzazione contemporanea della democrazia deliberativa).
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13 Aprile, 2014
by gabriella
Dopo aver ospitato in ottobre studenti e insegnanti del Liceo Marianum, dal 5 al 12 aprile 2014 siamo andati noi a Groenlo (NL).
Il reportage fotografico che ho realizzato documenta la realtà della scuola statale di un paese prospero e poco popoloso [poco meno di diciassette milioni abitanti] che negli ultimi anni ha beneficiato del vantaggio competitivo dell’euro [anche se nel 2013 ha fatto esperienza dello scoppio della bolla immobiliare, testimoniata dalle molte case in vendita]. Ecco la scuola che ci ha accolto.
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