Archive for Maggio, 2014

13 Maggio, 2014

Girolamo De Michele, Salvate il soldato Rigoni Stern

by gabriella

Alla vigilia della somministrazione dei quiz Ivalsi nelle scuole italiane Girolamo De Michele è andato a studiare la documentazione delle prove dell’anno scorso [l’intero fascicolo delle prove è scaricabile dal sito dell’INVALSI, quella di italiano per le scuole secondarie è l’Appendice 9]. Ciò che la sua inchiesta mostra con la consueta efficacia, è non soltanto il livello di approssimazione ed ignoranza degli estensori delle prove distribuite dal Servizio Nazionale di Valutazione, ma soprattutto le conseguenze sul piano didattico di cui il riduttivismo quantitativo di questi test è portatore.

Questa inchiesta è quindi rivolta a tutti quei colleghi che credono, o piuttosto sperano, che la valutazione esterna, una valutazione “più oggettiva” e “indipendente” o “meno benevola” della nostra, possa migliorare la didattica e gli apprendimenti nel loro insieme; é rivolta agli studenti perché esaminino le proposte e lo scenario formativo che si sta disegnando sotto i nostri occhi e possano chiedersi (anche perché nessuno gliel’ha ancora chiesto) se risponde ai loro bisogni e ai loro desideri; ed è rivolto ai genitori perché valutino con noi se la scuola che si sta progettando corregge o piuttosto demolisce quel sistema pubblico d’istruzione che è ancora l’unico a costruire inclusione e cittadinanza per i loro figli.

Siamo noi, com’è giusto, a valutare gli INVALSI.

Girolamo De Michele, Salvate il soldato Rigoni Stern

Lo scorso maggio gli studenti del secondo anno di istruzione superiore (licei e istituti tecnici e professionali) sono stati sottoposti alle prove dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI). Lo scopo di queste prove di “valutazione esterna” in italiano è di “accertare la capacità di comprensione del testo e le conoscenze di base della lingua italiana” (vedremo dopo le finalità più generali dell’INVALSI).

Per verificare queste capacità e conoscenze è stato chiesto agli studenti di leggere dei testi e rispondere a un certo numero di “domande a risposta chiusa”. Uno dei testi era il racconto di Mario Rigoni Stern “Sulle nevi di gennaio”, compreso all’interno della raccolta Aspettando l’alba e altri racconti (Einaudi, Torino 2004, in appendice). Il racconto, originariamente pubblicato su “La Stampa” del 19 gennaio 1994 col titolo “Sul Don, quel lontano inverno”, fa parte del “Ciclo del Don”: e infatti nel Meridiano Rigoni Stern è inserito, dopo i romanzi, tra i racconti della seconda guerra mondiale (alle pp. 859-863].

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13 Maggio, 2014

Matteo Vescovi, Testificare le menti, banalizzare la scuola

by gabriella

Un intervento di Matteo Vescovi sulla relazione valutativa e i test INVALSI uscito su Carmillaonline. In coda l’inchiesta di Silvia Di Fresco sulla chiusura di una piccola scuola e l’esclusione di chi ha di meno nell’Italia dei tecnocrati.

Silvia e Matteo, insieme a Girolamo De Michele miei amici e colleghi, sono diventati un costante punto di riferimento della scuola pubblica italiana più attiva, le penne capaci di esprimere il meglio di ciò che siamo. Hanno già scritto insieme L’arrestabile ascesa della scuola delle competenze e non li ringrazierò mai abbastanza.

I test scolastici sono un mezzo per misurare il grado di banalizzazione. Se lo studente ottiene il punteggio massimo, ciò è segno di una perfetta banalizzazione: lo studente è completamente prevedibile, e quindi può essere ammesso nella società. Non sarà fonte di sorprese, né di problemi.

Heinz Von Foerster

Che dalla voce di un Ministro “tecnico” di un governo “tecnico” non potessero che uscire elogi nei confronti di uno strumento anch’esso “tecnico” di valutazione “oggettiva” degli apprendimenti dei nostri studenti, certo non poteva stupirci. Come non ci ha stupito sentirlo tessere l’elogio di un sistema di valutazione finalmente “moderno” ed europeo che basandosi sulle evidenze di questi test possa fornire ai decisori gli strumenti necessari per conoscere e intervenire nel sistema di istruzione nazionale. Come non ci ha stupito nemmeno la sede squisitamente “tecnica” (un convegno organizzato dalle Fondazioni San Paolo e TreeLLLe) in cui queste affermazioni sono state rilasciate per la prima volta dal Ministro ai mezzi d’informazione.

Cerchiamo, però, di prendere in considerazione anche alcuni aspetti sgradevoli, ma purtroppo necessari quando si ha a che fare con “obsoleti” esseri umani e non con moderne tecnologie d’avanguardia.

Alcune ovvietà sulla relazione valutativa a scuola

Cominciamo esaminando alcuni aspetti generali della relazione valutativa [1]. Aspetti che ogni insegnante conosce bene anche se spesso rimangono sottintesi alla sua attività didattica. È evidente infatti che, prima ancora di qualunque riflessione sugli obiettivi e sulle metodologie, prima ancora delle griglie e delle scale alfanumeriche o delle strategie di correzione che fanno il mestiere dell’insegnare, l’attività di valutare è parte fondamentale della relazione educativa.

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13 Maggio, 2014

J

by gabriella
13 Maggio, 2014

I

by gabriella

Ii

[Indice alfabetico per argomenti in costruzione].

Identità: Ilvo Diamanti, La rivolta generazionale che alimenta il terrorismo; Elena Giorza, Il problema dell’identità; Jacques Godbout, Il dono, il debito, l’identità; Mahmoud Darwish, Carta d’identità; La conquista dell’identità; L’identità e i processi di soggettivazione; Clyde Kluckhohn, Strani costumi

Identità digitale [vedi e-reputation]

Ideologia: Marx; Matrix

Illuminismo: Illuminismo

IMI: La storia degli IMI, i militari italiani internati nei lager nazisti

Immortalità: [vedi Morte]

Inautentico: L’inautentico

Indifferenza del passante: L’indifferenza del passante e il caso di Kitty Genovese

Individualismo: L’individualismo metodologico

Industria 4.0: Fabio Chiusi, L’era dei robot e la fine del lavoro

Induzione, induttivismo: Bertrand Russell, La triste storia del tacchino induttivista

Influenza: [vedi Manipolazione]

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13 Maggio, 2014

Domenico Chiesa, Perchè la valutazione dell’Invalsi può e deve essere sottoposta a critica

by gabriella

Traggo dal blog http://lavagna.wordpress.com un’interessante intervista a Domenico Chiesa, presidente del forum regionale per l’educazione e la scuola del Piemonte, realizzata da Cinzia Giubbini.

Come ogni intervento che cerchi legittimazione nell’ordine del discorso della scuola odierna, anche l’articolo di Chiesa non può che iniziare distinguendosi “dagli approcci ideologici, dalle chiusure e dalle paure” di tutti quelli che dissentono dal Ministero. A parte questa concessione al mainstream ormai rituale, l’intervista chiarisce aspetti importanti della valutazione che per sua natura è guardata dai professori con religiosa deferenza (per molti ormai, valutare, più che insegnare è il core business della professione docente).

di Cinzia Gubbini

Domenico Chiesa è presidente del Forum regionale per l’educazione e la scuola del Piemonte, un’associazione che raccoglie le 13 più importanti associazioni professionali di insegnanti, dirigenti e scuole che operano in regione. Inoltre coordina il servizio della provincia di Torino “laboratorio del biennio”. L’obiettivo è sostenere le scuole superiori nell’assolvimento dell’obbligo scolastico fino a 16 anni, e tra i settori di lavoro c’è quello del fornire strumenti per la documentazione, il monitoraggio e la valutazione degli interventi migliorativi messi in atto nella scuola superiore. E’ con lui che parliamo dei test Invalsi, quest’anno proposti anche nelle scuole superiori e che tante proteste hanno suscitato nel mondo della scuola. Un dibattito interessante quello che si sta sviluppando, macchiato però da chiusure, paure, ideologie contrapposte. La questione della valutazione, invece, è un elemento cruciale per rimettere in moto un processo positivo nella scuola italiana. Ma i limiti dei test Invalsi sono certamente molteplici, e Chiesa propone in questa intervista di aprire un dibattito e una riflessione approfondita su questi limiti proprio per cercare di avviare un ragionamento sulla valutazione scolastica.

Quali sono secondo lei i limiti principali dei test proposti dall’Invalsi? A mio avviso il problema principale è che la valutazione non può mai essere slegata da uno scopo specifico. Se voglio valutare qualcosa devo sapere cosa voglio valutare e dotarmi degli strumenti coerenti. La valutazione, insomma, non può essere uno scopo in sé. Per questo motivo non può essere valutata indipendentemente dallo scopo.

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13 Maggio, 2014

Gianluca Gabrielli, Contro i devoti della misurazione

by gabriella

Il collega Gianluca Gabrielli ha pubblicato per il Centro Studi per la Scuola Pubblica uno studio completo sugli INVALSI, dalla storia all’epistemologia fino alle finalità e agli errori.

Negli anni Ottanta del secolo scorso si aprì un dibattito storiografico tra i sostenitori del metodo quantitativo e quelli del metodo interpretativo. La critica che questi ultimi rivolgevano ai nuovi adepti della quantificazione assoluta era la confusione nelle categorie e la sottovalutazione dei presupposti teorici che erano sottintesi a questa nuova metodologia di ricerca. Insomma: con l’entusiasmo del nuovo metodo, potenziato dall’uso allora pionieristico dei primi calcolatori, gli storici quantitativi spesso dimenticavano di ragionare su “cosa contare” e si mettevano a farlo senza andare troppo per il sottile, evitando un doveroso chiarimento sui presupposti dell’operazione. La scientificità del lavoro non scaturiva – per essi – dalle caratteristiche del campione, dalla scelta degli oggetti di ricerca e dei particolari aspetti di essi da contare, dallo studio dei contesti e dei condizionamenti esercitati dagli altri elementi della realtà e dalle categorie dell’osservatore sugli oggetti isolati per l’“esperimento” quantitativo, dall’attenzione nel soppesare i diversi elementi in gioco; l’oggettività per essi emanava dalla misurazione, dalla quantificazione, dalla massa di dati che potevano essere standardizzati ed elaborati con procedure statistiche.

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13 Maggio, 2014

Carlo Salmaso, I test INVALSI sono anonimi?

by gabriella

Mi permetto di entrare nel merito di uno degli aspetti più controversi legati allo svolgimento dei test Invalsi, aspetto che negli ultimi giorni è tornato prepotentemente alla ribalta in alcuni interventi sia di chi risulta favorevole alla somministrazione delle prove, sia di chi le ritiene inutili e dannose.

Cercherò quindi di rispondere alla domanda: i test Invalsi sono anonimi? Secondo me questo non è vero.

Per provare a spiegarvi il perché, ripropongo alcuni estratti del Manuale dati di contesto dell’Invalsi per le segreterie delle scuole, edizione 2011 (qui trovate il volumetto in versione integrale).

Il codice alunno (codice SIDI) è un codice univoco assegnato dal sistema SIDI del MIUR a ciascun allievo presente nell’Anagrafe Nazionale degli Alunni.

L’inserimento del codice alunno (codice SIDI) è molto importante poiché consentirà già dall’anno prossimo alle segreterie di evitare di inserire nel sistema INVALSI i dati trasmessi a partire da questo anno scolastico.

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13 Maggio, 2014

Adriana Presentini, La riflessione filosofica dei bambini all’indomani del test INVALSI su “La saggezza del moscerino”

by gabriella

invalsi_no7 maggio 2010. Prima conversazione: “La sapienza del moscerino”

I bambini, divisi in coppie, hanno riletto il testo ed elaborato le seguenti domande:

Lorenzo e Alessio (Tirex):
– Come mai il moscerino vuole essere più intelligente delle formiche?
Andrei S. e Chakira (Tigri dai denti a sciabola):
– Come mai le formiche non vedono la chiocciola?
– Come mai il moscerino ha visto la chiocciola?
Riccardo e Rawene (Draghi):

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13 Maggio, 2014

La sperimentazione filosofica di una maestra alla prova dell’INVALSI

by gabriella

Adriana Presentini, La forza del moscerino. Una favola morale… con più punti di vista.

«ad una domanda di senso, o valoriale, non c’è mai una e una sola risposta [..] la risposta giusta lo è nella misura di una condivisione su base dialogica, oltre ad essere ‘verità provvisoria’ del gruppo, sempre suscettibile di essere di nuovo oggetto di indagine e discussione».

Adriana Presentini

La storia

Sara la formica e le sue sorelle tornavano a casa dopo una lunga giornata di lavoro. Sara spingeva un chicco di grano, Mara una briciola di pane e Lara, la più forte, una spiga d’orzo tutta intera.
Arrivarono all’entrata del formicaio, ma lì trovarono una sorpresa: l’ingresso era ostruito da una pietra grigia, enorme e liscia. Sara girò intorno al grande sasso per cercare un buchetto da cui entrare, ma fu tutto inutile: non c’era nemmeno un passaggio piccolo piccolo! La pietra copriva perfettamente l’entrata.

Le tre sorelle si misero a spingere la pietra con tutte le loro forze, ma il sasso non si spostò nemmeno di un pochino così. Spinsero da destra, da sinistra, da dietro, da davanti, di lato, di traverso… Ma la pietra liscia era troppo pesante e non si mosse di un millimetro. Le formiche erano sudate e stanche, mentre l’entrata della loro casa era sempre chiusa.

In quel momento un ronzio leggero fece alzare la testa alle tre sorelle. Era un moscerino, che si fermò proprio in cima al sasso.

“Posso aiutarvi?” chiese.

“Non credo” rispose Sara.

“Se non riusciamo a spostare questo sasso noi tre robuste formiche, non vedo che cosa potrebbe fare un esserino deboluccio come te!”

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13 Maggio, 2014

Giorgio Mascitelli, La scuola della valutazione

by gabriella

The GuardianUna condivisibile riflessione sulla standardizzazione dei saperi e sulle finalità private infiltrate negli obiettivi educativi dettati dalle prove OCSE-PISA e dai test INVALSI: «finale di partita – osserva Mascitelli su Alfabeta2 –  dell’idea di acculturazione e della formazione come processo di emancipazione che ha informato di sé la scuola moderna», cioè della scuola repubblicana nata dalla Rivoluzione francese.

La pubblicazione sul giornale inglese Guardian il 6 maggio scorso di una lettera al direttore del programma PISA dell’OCSE Andreas Schleicher da parte di un gruppo di accademici ed esperti di didattica in prevalenza anglosassoni sui danni prodotti dallo stesso programma al sistema scolastico rappresenta una riflessione e una proposta di dibattito che per la sua ampiezza richiederebbe il rapido sviluppo di quella che, per comodità, potrei chiamare un’opinione pubblica globale.

Gli estensori della lettera criticano la pretesa di ridurre a valutazioni quantitative omogenee sistemi scolastici disomogenei finendo con il produrre risultati falsati, ponendo le scuole e i sistemi scolastici che operano in ambienti sociali sfavorevoli agli ultimi posti e favorendo una didattica tutta rivolta a migliorare la posizione in classifica, che trascura obiettivi fondamentali dell’insegnamento come la formazione culturale e civica dello studente. Un secondo genere di osservazioni non meno importanti è relativo al quadro di legittimità delle prove PISA che sono promosse da un’organizzazione che non ha alcun mandato internazionale, a differenze di Unicef o Unesco, per occuparsi di questioni educative e culturali e alla sua collaborazione per la realizzazione di queste prove con soggetti economici privati che hanno interessi aziendali nel mondo della scuola.

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