La crescita e la bolla
Mentre i TG nazionali annunciano l’imminente ripresa, commentando dati istat sulla “crescita”, ieri Die Welt ha pubblicato il grafico del prossimo bubble burst, la cui rappresentazione spiega le ragioni della dichiarazione di Alan Greenspan, direttore della Federal Reserve fino al 2006 e protagonista delle massicce operazioni di quantitative easing del Tesoro USA, che alcuni giorni fa aveva avvertito in un’intervista che «qualcosa di grosso sta[va] per accadere».
Il grafico mostra il grado di finanziarizzazione dell’economia tedesca (il Dax è infatti uno dei maggiori indici della borsa di Francoforte, mentre il Baltic Dry si riferisce ai traffici marittimi). Notare la linea rossa in caduta (economia reale) in corrispondenza dei bubble burst del 1987, 2000 e (soprattutto) 2009, poi considerare l’enorme ampiezza della bolla attuale, con il Dax che decolla e l’economia reale che non si è ancora ripresa dall’ultimo scoppio del 2009 (la linea rossa è più bassa di quanto fosse nel 2009.
The Freezing Homeless Child Experiment
New York. Un esperimento sociale – tra i tanti – mostra l’indifferenza dei passanti di fronte alla sofferenza di un bambino solo, intirizzito dal freddo. Molti non lo vedono nemmeno, altri probabilmente guardano e si rispondono «uno sbandato», «un trucco di genitori stranieri senza scrupoli o di sfruttatori». Sui marciapiedi delle città, un povero, anche se si presenta nelle vesti di un bambino solo, non muove alla compassione, non è un uomo, non ha diritto alla solidarietà. Per questo l’unico a soccorrere il bambino, a includerlo nell’umanità, è un altro senzatetto. L’unico che sappia vedere nell’altro se stesso.
Il signor G
Cito il signor G in 5H durante una lezione di filosofia e colgo sguardi interrogativi: allora eccolo qui.
Nadia Urbinati, Per la scuola non basta uno slogan
Il progetto privatistico della scuola di Renzi sotto la lente di una commentatrice liberale.
Il Presidente del Consiglio lancia l’ambizioso progetto “la buona scuola”. Lo fa alla fine di una consultazione con i diretti interessati (alunni, docenti e famiglie) che egli stesso ha giudicato un evento unico, non solo nel nostro Paese. In una recente puntata di Piazzapulita si è avuto modo di capire che le cose non stanno proprio in questi termini: l’ascolto è stato pilotato e molti temi concreti che le scuole statali hanno urgente bisogno di discutere e risolvere non hanno avuto centralità, anche perché poco attraenti. In effetti, parlare della mancanza cronica di carta igienica nelle scuole statali di ogni ordine e grado, sapere che i genitori si autotassano ormai abitualmente per coprire le spese ordinarie degli istituti frequentati dai loro figli che lo Stato non copre: tutta questa concretezza non consente di fare spot attraenti sulla buona scuola del futuro. Tuttavia questi sono i problemi. Che non svaniscono con gli slogan: “Sì, serve la carta igienica, ma fateci sognare”. Semmai, si potrebbe dire al presidente Renzi che i sogni li dovrebbero poter fare le scuole, non il governo. E vi è di che dubitare che questi provvedimenti ben propagandati vi riescano.
“Settecento milioni l’anno di denaro pubblico vanno ad aiutare gli istituti paritari, mentre lo Stato non ha soldi neppure per rendere sicure le aule. Un flusso che parte dal ministero dell’Istruzione, dalle Regioni e dai Comuni e finisce senza controlli ad enti privati di scarsa qualità o dove i professori ricevono stipendi da fame”. Governatori e sindaci, continua l’Espresso, alimentano un fiume carsico di denaro pubblico per le private, un federalismo scolastico che si somma alla sovvenzione ministeriale. L’articolo 33 della Costituzione è raggirato, e non da oggi, con l’escamotage degli aiuti alle famiglie. La Costituzione sembra non avere forza, sembra parlare la lingua dei sogni, ma non di quelli che piacciono a chi la dovrebbe attuare.
Malcolm X, Con ogni mezzo necessario
Il 21 febbraio 1965 moriva in un agguato Malcolm x. Per ricordarne la figura, propongo alcuni spezzoni dei discorsi e delle interviste più incivisi dell’attivista afroamericano, l’inizio del film a lui dedicato da Spike Lee e due ottime biografie raccontate da Correva l’anno e Wikiradio.
E’ il 17 marzo 1963, intervistato in un dibattito televisivo, Malcolm X (all’anagrafe Malcolm Little) spiega perchè un nero non ha un cognome equivalente a quello dei bianchi, visto che la propria discendenza e la propria memoria sono state distrutte dalla schiavitù.
11 ottobre 1963, Università di Berkley. Il format del dibattito è incentrato implicitamente sulla contrapposizione tra i movimenti di protesta degli afroamericani, in particolare tra il pacifismo nonviolento di Martin Luther King e il movimento dei black muslims. E’ un ricercatore nero a chiedere a Malcolm se i musulmani
«fanno uso di mezzi violenti per raggiungere i propri obiettivi».
Los Angeles 5 maggio 1962
«Chi pensa che voi odiate voi stessi? La vostra pelle, il vostro naso, la vostra bocca?»
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A Marzo il risveglio della scuola
Il testo della Legge di Iniziativa Popolare (LIP) per “una buona scuola per la Repubblica” sta circolando nelle scuole su invito della senatrice Mussini e della deputata Paglia che ripropongono al Senato il vecchio testo del 2006.
Davanti alla minaccia di una nuova odiosa “riforma” imposta per decreto e a colpi di disinformazione, una scuola sfiduciata e oppressa tenta l’estrema difesa.
Il 1 marzo si riunisce a Firenze un’assemblea nazionale per la riattualizzazione del testo LIP. Il 12 marzo si mobilitano gli studenti.
Mentre ci attrezziamo alla bisogna, firmiamo la richiesta che una riforma della scuola sia almeno discussa in Parlamento.
FIRMIAMO
Il marxismo erratico del ministro
Il ritratto del Sole24Ore del Ministro delle Finanze del governo greco all’indomani dell’incarico di governo e le Confessions of an Erratic Marxist tenute dall’economista al 6° Subversive Festival il 14 maggio 2013 (traduzione di Giancarlo Iacchini) nelle quali spiega il senso della sua Modest proposal.
Il y aura ce jour […]. Rien ne peut entamer la terrifiante lumiére glacée de cette certitude.
Jacques Derrida
Il ritratto del Il Sole24Ore
Si definisce un «economista accidentale», approdato all’insegnamento dell’economia dopo aver studiato matematica e statistica, ed è l’espressione della linea dura di Syriza contro l’austerity imposta ad Atene dai creditori internazionali. Probabilmente già oggi Yanis Varoufakis – 53 anni, uno degli accademici che Alexis Tsipras ha chiamato dalle loro sedi universitarie all’estero per andare a costituire il nucleo della futura squadra di governo – giurerà da ministro delle Finanze, come ha confermato lui stesso in un’intervista radiofonica a un’emittente irlandese.
Sarà dunque Varoufakis, doppia nazionalità greca e australiana, l’interlocutore con cui leader e istituzioni europee andranno a trattare la rinegoziazione del debito. E la trattativa non si annuncia facile. Basta scorrere interviste e prese di posizione pregresse del professore, ex consigliere di George Papandreou, oggi docente di Economia alla texana Lyndon Johnson University di Austin e autore di volumi sulla crisi finanziaria e sulla teoria dei giochi oltre che di una “Modest Proposal” per l’uscita dalla crisi dell’eurozona, scritta con gli economisti Stuart Holland e James K. Galbraith.
«Distruggeremo le basi su cui hanno costruito, decennio dopo decennio, un sistema che succhia l’energia e il potere economico da ogni altro membro della società»,
Paolo Bussotti, La crisi del concetto di causa nelle scienze esatte tra XIX e XX secolo
Introduzione
Il periodo che va dalla seconda metà dell’Ottocento ai primi trent’anni del Novecento fu tra i più fecondi per la fisica ed è paragonabile solo al XVII secolo. La nostra immagine del mondo venne modificata in maniera radicale grazie soprattutto alla termodinamica, alla teoria della relatività e alla meccanica quantistica.
La termodinamica fu ideata per prima[1]: tramite il concetto di entropia l’irreversibilità fu introdotta in maniera quantificabile in fisica, mentre per le equazioni di Lagrange, che forniscono la forma analitica “standard” della meccanica classica, la direzione del tempo è del tutto indifferente. Con le teorie della relatività ristretta e generale di Einstein (1905 e 1915 rispettivamente) alcune delle nostre più consolidate ed intuitive credenze, quali il concetto di simultaneità, l’indipendenza di massa e lunghezza dalla velocità e di tempo e velocità entrarono in crisi, almeno a un certo livello di fenomeni. Con la meccanica quantistica, nome sotto il quale viene indicato un complesso insieme di scoperte[2], una molteplicità di nuove concezioni entrò nel mondo della fisica: materia ed energia si presentano solo in pacchetti discreti detti quanti, gli elettroni all’interno del nucleo possono occupare solo determinate bande energetiche, i fotoni e le stesse particelle subatomiche presentano proprietà ondulatorie e corpuscolari, non è possibile determinare con esattezza posizione e quantità di moto di una particella, secondo una certa statistica le particelle possono superare barriere di potenziale, situazione questa del tutto “proibita” nella fisica classica. […]
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