Carlo Crosato, La buona scuola nasce dal pensiero critico
Nella conversazione di Massimo Baldacci con Carlo Crosato, pedagogista dell’Università di Urbino, una disanima dell’educazione al pensiero critico e del suo tessuto di elementi formali e informali che includono relazioni orizzontali ed esercizio del dubbio; esattamente l’opposto della scuola piramidale propugnata da Renzi e dall’Associazione Treelle. Tratto da Micromega.
Si parla molto spesso dell’importanza, per i nostri tempi, della formazione allo spirito critico. E c’è chi inizia a progettare dei corsi dedicati alla materia. Ma il pensiero critico è una materia? È qualche cosa che può essere insegnato con l’illustrazione di modelli di pensiero?
Se prendiamo in considerazione alcuni modelli di pensiero, possiamo renderci conto, come prima cosa, di quanto racchiudere il pensiero critico entro i confini di un modello applicativo sia limitante. Prima di tutto perché ogni modello ha dei propri limiti; ma poi, come dirò, anche perché il pensiero critico è pensiero in un certo senso libero: vincolarlo a un preciso algoritmo sarebbe decisamente contraddittorio.
Stranieri a casa loro
La storia di Kim Puch e del fotografo che la ritrasse
La storia della bambina simbolo dell’orrore della guerra in Vietnam e di Nick Ut, il fotografo vietnamita che la ritrasse, in fuga dal napalm, l’8 giugno 1972. Bruno Maida le racconta a Wikimedia.
Altri articoli sul Vietnam:
Serge Reggiani, Le Déserteur
16 marzo 1968, Massacro di My Lai
La condizione giovanile. Esercitazione per la seconda prova
Così, a quanti riconoscono nei giovani i protagonisti di una “rivoluzione silenziosa” nella società, in termini di valori, di modelli culturali, di orientamenti, si contrappongono quanti considerano gli attuali giovani soggetti del “riflusso”, i nuovi indifferenti, come coloro che avrebbero sconfessato sia i valori tradizionali che quelli politici, senza essere in grado di proporne dei nuovi.
Così, mentre alcuni ritengono i giovani sradicati dai modelli culturali del passato o prevalenti tra gli adulti, “senza né padri né maestri”, altri non intravedono un mutamento generazionale di rilievo, e assimilano i problemi degli attuali giovani a quelli di precedenti generazioni giovanili, a quelli dei “padri”. Così, ancora, a quanti tratteggiano la condizione giovanile in termini di frammentarietà, di passività, di disimpegno, fanno da contrappeso quanti riconoscono ai giovani un elevato tasso di riflessività, una marcata consapevolezza circa le condizioni di vita, una progettualità finalizzata alla qualità della vita [F. Garelli, La generazione della vita quotidiana, Bologna, Il Mulino, 1985, 19].
Consegna
Esponi le tue riflessioni sull’argomento del testo, soffermandosi particolarmente sulla formazione di identità liquide e sulla condizione di precarietà che interessa particolarmente i giovani.
Approfondisci poi le nozioni di:
– processo sociale;
– identità liquide.
L’evoluzione del modello educativo
La scuola come istituzione funzionale nel cambiamento di paradigma imposto dalla globalizzazione.
Questionario sugli stili d’apprendimento
Tratto da L. Mariani, Portfolio. Strumenti per documentare e valutare cosa si impara e come si impara, Bologna, Zanichelli, 2000 (digitalizzato con google form).
Interpretazione dei punteggi
Il modo di studiare e di imparare è diverso da persona a persona, ma può essere descritto da alcuni tratti caratteristici relativi a deteterminate categorie. Questo questionario mette a fuoco i modi di imparare che fanno leva sulla preferenza di un canale sensoriale (visivo verbale, visivo non verbale, uditivo o cinestetico), sulla prevalenza di un modo di elaborare le informazioni (analitico o globale) e sulla preferenza per il lavoro individuale o di gruppo.
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