Carlo Rovelli, La curiosità può regalarci un Universo
L’abolizione del delitto d’onore e del matrimonio riparatore
Il racconto di Chiara Valentini su Wikiradio.
La teoria dei colori
Gli oggetti e gli ambienti che ci circondano sono in gran parte colorati. Ciò dipende dal fatto che la luce si diffonde attraverso onde di diversa lunghezza alle quali corrisponde un colore. Tratto, con qualche modifica, da fc.retecivicamilano.
Il nostro occhio percepisce solo una piccola parte delle onde luminose esistenti in natura; a questa corrisponde uno spettro di sette colori: il rosso, l’arancio, il giallo, il verde, l’azzurro, l’índaco e il violetto.
Il fisico inglese Isaac Newton dimostrò, nel 1672, che la luce, che vediamo bianca, è in realtà composta dai sette colori dello spettro solare. Nel suo esperimento Newton fece passare un raggio di luce attraverso un prisma di cristallo. Il raggio si scompose così nei sette colori dello spettro solare, dimostrando che il bianco è la luce riflessa di tutti quei colori.
Luca Guidetti, Giovanni Matteucci, Essere pensiero e linguaggio. Parmenide e la tesi dell’isomorfismo pensiero/realtà
La guerra asimmetrica e l’attentato di Parigi
Tratto da Senzasoste.it.
“Ci accingiamo a condurre una guerra che sarà spietata”. Dal discorso in diretta tv alla nazione del presidente francese Hollande, tarda serata di ieri.
Parigi, se guardiamo agli ultimi trent’anni, è già stata colpita da diverse tipologie di attacchi. Nel 1986, ad esempio c’è una serie di attentati (bombe che colpiscono negozi di lusso e magazzini popolari) legati alla richiesta di liberazione di un militante di una importante fazione libanese. Poi ci sono gli attentati della metà degli anni ’90, legati alla vicenda dell’appoggio francese al colpo di stato algerino, che provocano diversi morti. Esplosioni di bombe rudimentali non certo con attacchi coordinati come quelli di venerdì 13.
Anche allora, come per Charlie Hebdo, la retorica della restrizione della sorveglianza, dello stanare i terroristi, della mano ferma che deve colpire anche all’estero se necessario ovviamente si è sprecata. Il punto è che, da almeno trent’anni, tutte le grandi criticità del medio oriente, in un modo o in un altro, hanno finito per manifestarsi sul suolo parigino. Da quelle rappresentate dagli sciiti del 1986 ai filo-sunniti della strage Charlie Hebdo. C’è solo da stupirsi del fatto, con la Francia in testa al bombardamento della Libia del 2011, non sia accaduto a Parigi qualcosa di direttamente proveniente dal paese nordafricano. Sugli attentati di venerdì 13, rispetto al passato anche recente, possiamo notare un salto di qualità. Stavolta la Francia rischia non tanto di importare attentati ma proprio una guerra in casa. E di esportarla in Europa.
Isis e Islam moderato
Intervista a Laura Guazzone, docente di Storia contemporanea dei paesi arabi presso l’Istituto italiano di Studi Orientali all’università Sapienza di Roma. «Estremisti in ascesa, dopo che si è negata l’opzione dell’Islam moderato». Tratto da Il Manifesto.
Professoressa, partiamo dall’inizio: quando ci si riferisce all’Islam moderato, cosa si intende e come si pone di fronte a questi eventi?
Sull’espressione Islam moderato ci sono molti fraintendimenti, come capita di sovente in dibattiti complessi. A volte questi fraintendimenti sono ingenui, a volte sono manipolatori; bisogna partire dal chiarire un punto, ovvero: quando parliamo di Islam moderato andrebbe chiarito se si sta parlando in senso religioso o se parliamo di Islam moderato in senso politico. Le due espressioni possono coincidere ma non necessariamente. Se ragioniamo sulle forme di dialogo o di contenimento rispetto alle varie forme di Islam questi elementi vanno chiariti.
Annabell, la rete neurale artificiale che parla
Una simulazione al computer di 2 milioni di neuroni ci aiuta a capire come nasce e si sviluppa il linguaggio. A spiegarlo uno dei ricercatori coinvolti nel progetto. Uscito su Wired.
Come si sviluppa il linguaggio? Quanta conoscenza di base è necessaria perché diventiamo capaci di comunicare? A queste domande, a metà tra filosofia e neuroscienze, ha cercato di rispondere anche il team di Bruno Golosio dell’Università di Sassari in collaborazione con Angelo Cangelosi dell’Università di Plymouth (Uk). Per farlo non è ricorso però né alla filosofia né alla biologia in senso stretto, quanto piuttosto all’informatica. Attraverso un modello simulato al computer, soprannominato Annabell, infatti, Golosio è riuscito a dimostrare che le reti neurali sono capaci di imparare e di comunicare attraverso il linguaggio umano. A partire da zero. Come lo spiega in un articolo apparso su Plos One, e lo ha raccontato a noi di Wired.
Scuola ed emancipazione sociale dall’altra parte del mondo
Anand, 11 anni, ogni giorno quando torna da scuola va a fare lezione ai bambini più poveri. «Sogno di aprire delle biblioteche, così l’India diventerà una nazione prospera e istruita». La visione emancipativa dell’istruzione in India, tra nazionalismo, filantropia e consapevolezza del valore del sapere. Tratto da La Stampa.
Anand è fortunato, appartiene alla classe media. I suoi genitori, entrambi impiegati nell’ufficio di polizia, gli hanno trasmesso il valore della cultura e dell’istruzione. Ha una bella casa e va a scuola mentre quasi tutti gli altri bambini del suo villaggio vivono tra i rottami e la sporcizia delle bidonville o sono costretti al lavoro minorile.
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