Ne Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato [Giappichelli, 2015] introdotto dalla pregevole prefazione del Ministro dell’Istruzione, un tempo pubblica, Stefania Giannini, si prefigura l’avvento di un sistema integrato pubblico-privato in cui ognuno dei due poli sarà finanziato allo stesso modo. Articolo di Raffaele Cargano su Micromega.
Gli autori del testo che ha attirato l’attenzione di Stefania Giannini sono Anna Monia Alfieri (delle Suore di Santa Marcellina), Marco Grumo (docente dell’Università Cattolica) e Maria Chiara Parola (componente della commissione scuola della curia di Milano). Le fonti citate sono a loro volta quasi esclusivamente cattoliche. Il volume esalta la necessità di riconsegnare alla famiglia il suo “ruolo principe nel campo educativo”. La famiglia “cattolica”, ovviamente, che si pretende “naturale”. Come si legge nella prima pagina:
“Se la Storia nasce con la scrittura, la Scuola nasce con la preistoria, con l’uomo e con la donna. E con il primo bambino. La Scuola nasce con la Prima Famiglia della Storia”.
Anche il titolo dato a tale volume è emblematico: Il diritto di apprendere. La tesi centrale del libro è che lo si nega, se si negano i finanziamenti alle scuole private. Cospicui, ovviamente. In nome della sussidiarietà, inserita nella Costituzione nel 2001 con l’ormai famigerato articolo 118, e dell’altrettanto discutibile legge 62/2000 sulla parità scolastica.
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