Una delle atlete che gareggeranno per la squadra dei rifugiati ha raggiunto l’Europa a nuoto e la Germania a piedi. Tratto dal blog di Riccardo Gazzaniga.
Questa bellissima e giovanissima ragazza si chiama Yusra Mardini, ha 18 anni ed è una delle nuotatrici che parteciperanno alle prossime olimpiadi di San Paolo nei 200 Stile Libero, la stessa gara di Federica Pellegrini. Difenderà i colori di una squadra di soli 10 atleti, che non ha bandiera e nemmeno inno, se non quello delle Olimpiadi. Perché è una squadra di rifugiati.
Yusra non nuoterà per il paese in cui è nata – la Siria – e nemmeno per le medaglie, ma forse le importa poco, visto che solo un anno fa era nel Mar Egeo a nuotare per la vita. Sì, perché dopo aver partecipato ai Mondiali del 2012 quando aveva solo 15 anni ed essersi candidata a diventare una delle migliori nuotatrici siriane, Yusra ha visto la sua vita sconvolta dalla guerra.
La casa di Damasco è stata rasa al suolo, ogni avere della sua famiglia cancellato, nulla per cui rimanere, nemmeno lo sport:
“A volte non potevo allenarmi, a volte arrivavano bombe dentro la piscina. Il soffitto aveva i buchi. Un sacco di sportivi e specialmente i giocatori di calcio sono morti sotto i bombardamenti”.
Yusra, con la sorella Sarah, ha deciso di scappare: insieme ad alcuni parenti hanno raggiunto il Libano e poi la Turchia. Qui hanno pagato gli scafisti che li hanno buttati su un gommone per raggiungere l’isola di Lesbo. Ma il gommone, sovraccarico rispetto alla capienza massima di sette persone, ha iniziato a imbarcare acqua durante la traversata. I viaggiatori hanno gettato in mare tutti i bagagli, ma non bastava: l’imbarcazione sarebbe affondata. Allora Yusra, Sarah e un’altra persona che sapeva nuotare si sono tuffate per scaricare peso e sono rimaste attaccate al gommone in parte nuotando, in parte spingendolo loro stesse. Tre ore in acqua, durante le quali hanno percorso quasi 5 chilometri nell’Egeo insieme alla loro imbarcazione che, con meno peso, restava miracolosamente a galla.
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