22 Dicembre, 2017
by gabriella
La distruzione delle macchine
Il luddismo – dal nome di Ned Ludd, leggendario caporivolta, probabilmente mai esistito, che avrebbe ispirato la distruzione dei telai meccanici – è stato un movimento di sabotaggio industriale esploso in Inghilterra dal 1811 al 1816 e dilagato anche nelle campagne con le gesta del capitano Swing.
Fu la risposta di molti lavoratori a cambiamenti che avevano ripercussioni su tutto il loro stile di vita, soprattutto attraverso la mobilitazione del lavoro di donne e bambini al posto di quello di uomini esperti. Nel commento di un contemporaneo:
[ciò] ha avuto in primo luogo l’effetto che il lavoro adulto non abbia più valore di quello dei bambini o delle donne; i lavoratori uomini sono ridotti a meri osservatori ed esecutori dei voleri della macchina, che non richiede per la gran parte delle sue operazioni un impegno fisico o intellettuale; e il maschio adulto ha iniziato ad andare via, è stato sostituito da coloro che nell’ordine tradizionale dipendevano da lui per il loro sostegno. [Questo] ha preparato la strada alla rottura dei legami che tenevano insieme una società, e che erano le basi della felicità domestica e del valore nazionale [Gaskell, 1968, 144-5].
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22 Dicembre, 2017
by gabriella
George Gordon Byron (1788 – 1824)
Nel 1812, allarmato dal dilagare degli episodi di luddismo, il governo inglese decise di emanare il famigerato Frame Breaking Bill che infliggeva la pena capitale a chi distruggeva i telai meccanici, reato fino ad allora punito con la deportazione da sette a quattordici anni. La legge venne approvata a grande maggioranza da un Parlamento preoccupato dall’estensione della rivolta popolare.
Alla Camera dei Lord l’unica voce contraria fu quella del poeta Lord Byron, che il 27 febbraio 1812 pronunciò uno storico discorso in cui si scagliava contro la crudeltà di una legge che trascurava di soccorrere un popolo allo stremo e ne inaspriva la condizione con la violenza degna di «una giuria di becchini e un giudice servo».
«Alcuni pensarono, senza dubbio, che è scioccante
quando la fame invoca e la povertà geme
che la vita sia valutata ancor meno di una merce
E che rompere un telaio
conduca a rompere le ossa .
Se almeno questo mostrasse d’essere, lo spero, un segno
(e chi rifiuterebbe di condividere questa speranza)
che le carcasse degli sciocchi saranno le prime ad essere rotte.
Di quelli che, quando gli si domanda un rimedio,
Raccomandano una corda».
George Gordon Byron,
Signori,
il soggetto sottoposto in questo momento per la prima volta alle Signorie Vostre, sebbene nuovo per la Camera, non lo è certo per il paese. Questa controversia aveva attirato l’attenzione di ogni tipo di persone, prima che venisse a quella dei legislatori, i quali erano i soli a poter intervenire in modo davvero utile. Benché straniero non solo a questa Camera, ma anche a quasi tutti quelli di cui oso implorare l’attenzione, la conoscenza personale che ho delle sciagure della contea di cui ci stiamo occupando, mi spinge a reclamare l’indulgenza delle Signorie Vostre, per le ragioni che ho da sottoporvi in questa materia alla quale, lo confesso, mi sento assai interessato.
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22 Dicembre, 2017
by gabriella
L’articolo che il giornalista John Pilger ha dedicato alla Giornata dell’Australia, la manifestazione commemorativa della colonizzazione dell’isola, iniziata il 26 gennaio 1788. Tratto dal blog di Mauro Poggi.
Il 26 gennaio in Australia si celebra uno dei più tristi giorni nella storia dell’umanità. È “un giorno per le famiglie”, dice il magnate dell’editoria Rupert Murdoch. Vengono distribuite bandiere nelle strade, si indossano buffi cappelli. La gente manifesta il proprio orgoglio di comunità, la propria gratitudine.
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22 Dicembre, 2017
by gabriella
In queste pagine, tratte da Metamorfosi del lavoro [Métamorphoses du travail. Quête du sens Critique de la raison économique, 1988, trad. it. Bollati, 1992, pp. 21-32] Gorz illustra la grande trasformazione dell’industrialismo con la quale «l’attività produttiva si separava dal suo senso, dalle sue motivazioni e dal suo oggetto per diventare il semplice mezzo per guadagnare un salario, cessa[ndo] di far parte della vita per diventare il mezzo per “guadagnarsi da vivere”».
Gorz getta lo sguardo su un meccanismo di alienazione tanto quanto di soggettivazione, nella fase storica in cui, come osserva in un altro scritto, a partire dagli anni ’80 «stiamo uscendo dalla società del lavoro senza crearne nessun’altra».
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