Cornelius Castoriadis spiega la logica e il funzionamento della democrazia greca, là dove il popolo è lo stato e le magistrature sono elette, ma i rappresentanti sono estratti a sorte e sottoposti a rigorosa rotazione. Lo fa ponendola magistralmente a confronto con le post-democrazie moderne, ormai oligarchie liberali [qui video e testo con sottotitoli in italiano].
Dopo il video dell’intervista filmata nel 1989 da Chris Marker per la Sept (la futura Arte France) – incluso nella serie L’héritage de la chouette – una scelta di passi significativi tradotti dall’originale francese, disponibile su mediapart.fr.
Ce n’est que le peuple qui doit vivre sous ses lois qui peut décider quelles sont les meilleures.
Solo il popolo che deve vivere sotto le sue leggi può decidere quali siano le migliori.
Perché la società si sgretola in un pullulare di egoismi, razzismi, disuguaglianze crescenti e perdite di solidarietà? Perché cresce l’assenteismo elettorale, mentre i partiti sono sempre meno “rappresentanti del popolo” e sempre più burocrazie volte a perpetuare il loro potere? Perché sembra che esista “una sola politica possibile”, quella del liberismo di mercato suggerita dalla tecnocrazia capitalista?
Per Castoriadis, la crisi della democrazia è la crisi dei presupposti filosofici impliciti dell’occidente. (…)
Sotto il video [a cui ho aggiunto sottotitoli in italiano], l’intervista concessa a Maurizio Blondet, su Avvenire, 26-2-1992. In coda all’articolo un breve stralcio di un’intervista in cui il filosofo spiega il funzionamento della democrazia ateniese.
Per sua esplicita ideologia, la nostra società non ha alcun progetto collettivo, e non vuole averne. Si ritiene che siano gli individui a dare un senso alla propria vita, indipendentemente da ogni quadro e da ogni progetto collettivo. Ciò che è un’assurdità’ totale. Ogni neonato dovrà inventarsi la propria lingua? [Cornelius Castoriadis su Le Monde]
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