Jean-Pierre Vernant, La natura umana secondo i Greci
Nella Teogonia e ne Le opere e i giorni, Esiodo racconta i miti della nascita del tempo e delle storie di dèi e uomini. Ai tempi di Crono, gli uomini, creature a cavallo tra mondo animale e divinità, vivevano insieme agli dèi: era l’età dell’oro.
Tratto da L’univers, les dieux, les hommes. Récits grecs des origines (1999), trad it. L’universo, gli dèi, gli uomini. Il racconto del mito, Torino, Einaudi, 2000.
Indice
1. L’età dell’oro: uomini e dèi
1.1 Al tempo di Crono, prima della guerra dei Titani
1.2 La lontananza di ogni male
2. Prometeo, la condizione umana
3. Pandora, la figura della donna nel mito greco
Mappa
La genealogia degli dei
1. L’età dell’oro: uomini e dèi
Antefatto: Zeus era figlio di Crono, a sua volta figlio di Urano. Urano figlio e sposo di Gea, impediva ai suoi figli (i Titani, gli Ecatonchiri e i Ciclopi) di nascere perché temeva di essere spodestato da loro. Gea, sconvolta, armò la mano di Crono che aggredì il padre recidendogli i testicoli con una falce.
Iniziò così il regno del titano Crono che unitosi alla sorella Rea, generò molti dèi, divorandoli però come aveva fatto il padre Urano, prima di lui. Rea allora partorì l’ultimo figlio, Zeus, di nascosto e lo fece crescere forte e sano fino ad affrontare il padre e batterlo.
[pp. 49-51] Zeus siede sul trono e da lassù domina l’intero universo. Il mondo possiede un proprio ordine. Gli dèi si sono dati battaglia, alcuni di loro hanno trionfato. Tutto quanto esisteva di malvagio nel cielo etereo è stato cacciato via, o imprigionandolo nel Tartaro, o spedendolo sulla terra, presso i mortali. E agli uomini, che cosa accade ? Che cosa ne è di loro ?
La storia ha inizio non proprio con l’origine del mondo, ma piuttosto nel momento in cui Zeus è già re, quando il mondo divino ha trovato cioè un suo ordine e una sua stabilità.
1.1 Al tempo di Crono, prima della guerra dei Titani
Gli dèi non vivono unicamente sull’Olimpo, ma dividono con gli uomini degli angoli di mondo. Esiste in particolare un luogo in Grecia, vicino a Corinto, una pianura, a Mekone, in cui uomini e dèi vivono insieme, mescolati gli uni con gli altri. Banchettano in compagnia, siedono alla stessa tavola, partecipano a feste comuni: ciò significa che per uomini e dèi che vivono insieme, ogni giorno è un giorno di festa e di felicità. Si mangia, si beve, si sta in allegria, si ascoltano le Muse cantare la gloria di Zeus e le avventure divine. In poche parole: tutto procede nel migliore dei modi.
1. Saper leggere
Saper leggere, cioè decifrare le parole di un testo, non basta per leggere efficacemente. Bisogna infatti, comprendere ciò che vi è scritto.
Per comprendere un testo è essenziale saper leggere velocemente, ricavando l’essenziale del messaggio. Più si legge, quindi, più si padroneggia la lettura.
Saper leggere è il primo approfondimento dedicato al saper-fare di base – segue riassumere; prendere appunti e memorizzare efficacemente –le principali competenze che costituiscono il metodo di studio.
Indice
1. Leggi in modo attivo
2. Adatta la tua lettura
2.1 Approccio globale o sintetico
2.2 Approccio analitico
3. Fai una mappa
4. Sottolinea
read more »
The Wall, La scuola come istituzione disciplinare (o di controllo)
Iniziare ad osservare la realtà sociale, individuare i confini disciplinari e i campi di indagine delle scienze umane, imparare a decifrare testi audiovisivi, con The Wall.
La prima ora di lezione del primo giorno di scuola in un Liceo di Scienze umane.
When we grew up and went to school,
there were certain teachers who would hurt the children anyway they could
by pouring their derision upon anything we did
exposing any weakness however carefully hidden by the kids.Quando crescemmo e andammo a scuola
C’erano insegnanti che avrebbero
fatto del male ai bambini in qualsiasi maniera
Riversando il loro scherno
Su qualunque cosa facessimo
E smascherando ogni debolezza
Seppure noi ragazzi la nascondessimo accuratamenteread more »
Dal limite del pensiero al pensiero del limite: il dibattito post-kantiano sulla cosa in sé e la nascita dell’idealismo
1. La critica al sistema dualistico kantiano
1.1 Il problema della cosa in sé (Ding an sich)
1.2 Dal piano gnoseologico a quello metafisico: l’io creatore fichtiano
2. Fichte
1. Il problema della cosa in sé (Ding an sich)
Negli ultimi anni della vita di Kant (che muore nel 1804), emergono importanti critiche al suo sistema dualistico e, particolarmente, alla distinzione tra fenomeno e noumeno.
Secondo i suoi critici, il sistema kantiano soffre di una contraddizione di base che consiste nell’aver dichiarato esistente e al tempo stesso inconoscibile, la cosa in sé (Ding an sich).
Già Jacobi, nel suo saggio Sull’idealismo trascendentale (1787) aveva insinuato che se il criticismo è vero si deve ricondurre tutto al soggetto e abolire la cosa in sé, mentre, se è falso, si deve ammettere la cosa in sé tornando al realismo.
Osservando che la cosa in sé non è pensabile, né rappresentabile, Maimon (Salomon ben Joshua) ne aveva invece concluso che il noumeno è un concetto impossibile.
I critici immediati di Kant si chiedono quindi: se ogni realtà di cui facciamo esperienza esiste come rappresentazione della coscienza, come può venire ammessa l’esistenza di una cosa in sé, cioè di una realtà non pensata e non pensabile, non rappresentata e non rappresentabile? Kant si difenderà notando che il noumeno non è qualcosa, ma un concetto limite, esprimibile solo in negativo, per opposizione al fenomeno.
1.2 Dal piano gnoseologico a quello metafisico: l’io creatore fichtiano
Come si vede, fin qui i critici di Kant si mantengono su un piano gnoseologico, sarà invece Fichte a portare la riflessione sul piano metafisico di un io creatore e infinito.
2. Riassumere
Riassumere vuol dire raccogliere in poche righe le idee essenziali di un testo.
Per stendere un buon riassunto bisogna rispettare alcune regole e utilizzare determinate competenze.
Elencarle richiede più tempo che utilizzarle. Saper fare un riassunto significa infatti aver fatto tutto ciò che è elencato sotto .. senza nemmeno essersene accorti.
Riassumere è il secondo approfondimento dedicato al saper-fare di base – il precedente è saper leggere, segue prendere appunti e memorizzare efficacemente -, cioè alle competenze che costituiscono il metodo di studio.
1. Innanzitutto, comprendere il testo.
2. Trovarne l‘idea portante (guarda prima il titolo).
3. Trovare le diverse unità di significato, cioè i paragrafi o le frasi che costituiscono un insieme logico, gli elenchi, fasi importanti del ragionamento ecc. (vedi Saper leggere).
4. Ricavare l’organizzazione logica del testo, cioè il piano del testo (guarda prima l’indice).
5. Riformulare il testo rispettandone il senso, utilizzando poche citazioni e sforzandosi di scegliere le giuste parole ed espressioni che esprimono bene il pensiero dell’autore.
6. Rileggere il testo e il riassunto per verificare di non aver dimenticato nulla.
7. Non oltrepassare il numero di righe assegnato nella consegna: devi allenare la tua capacità di sintesi.
Tratto da Méthode de travail en sciences humaines, Gymnase de Chamblandes et Gymnase de Morges – Jean Cuénot, Louis-Philippe L’Hoste, Gérard Michaud, Grégoire Collet, Jean-Claude Stucky, 2005.Traduzione e integrazioni mie.
3. Prendere appunti
Prendere appunti vuol dire «appropriarsi» dei contenuti della lezione frontale, verificare quanto li si è compresi e non solo darsi un modo di conservarli.
Prendere appunti è il terzo approfondimento dedicato al saper-fare di base – i precedenti sono saper leggere e riassumere, segue memorizzare efficacemente – cioè alle competenze che costituiscono il metodo di studio.
In generale, prendere appunti prepara lo studente di liceo a situazioni in cui vengono fornite rapidamente informazioni complesse che devono essere registrate per una utilizzazione successiva.
Per questa ragione, anche se il docente fornisce gli appunti (o i testi, come nel nostro caso) delle lezioni, annotare quanto viene detto in classe sul proprio quaderno è sempre utile.
I benefici di un esercizio del genere oltrepassano infatti il quadro scolastico e (come tutte le competenze) sono utili in molti momenti della vita lavorativa o di ricerca successiva.
Prendere appunti richiede:
1. Attenzione e postura attiva: la loro qualità dipende dal grado di attenzione e di concentrazione sulla lezione, cioè non assistere passivamente alla spiegazione dell’insegnante, ma intervenire per chiedere chiarimenti e apportare integrazioni;
Cosa sono le scienze umane?
Qu’est-ce que les sciences humaines?, estratto con modifiche dal testo di Jean-François Dortier Les Sciences humaines, panorama des connaissances [Paris, Editions Sciences humaines, 1998, pp. 3-5] [traduzione mia].
Sorvoliamo sul problema terminologico, sarebbe vano cercare una definizione canonica o una traccia precisa delle reciproche frontiere tra le «scienze umane», le «scienze sociali» o le «scienze dell’uomo».
Queste scienze si sovrappongono parzialmente senza essere completamente sinonime. Le loro definizioni sono dovute più a distinzioni accademiche, variabili a seconda dei paesi e degli usi, che a una terminologia rigorosa.
Commenti recenti