Tratto da John B. Thompson, Mezzi di comunicazione e modernità, Bologna, Il Mulino, 1998.
Un concetto non quantitativo. Cos’è la “comunicazione di massa”? Possiamo dare un significato chiaro e coerente a tali parole? Che l’espressione “comunicazione di massa” sia infelice lo si è detto spesso. È in particolare il termine “massa” ad apparire fuorviante. Ci induce a immaginare un pubblico vasto, composto di molte migliaia e persino milioni di individui. È possibile che tale immagine si riveli calzante, nel caso di alcuni particolari prodotti, come i giornali più popolari, i film e i programmi televisivi; ma non descrive certo in modo accurato la situazione della maggioranza dei prodotti dei media, passati e presenti.
Al tempo dei primi sviluppi della stampa periodica e in alcuni settori dell’industria della comunicazione di oggi (per esempio, case editrici di libri e riviste), il pubblico era e resta relativamente circoscritto e specializzato [i libri pubblicati in Italia hanno, mediamente, un pubblico di non più di duemila lettori]. Perciò, se davvero vogliamo utilizzare il termine “massa”, quanto meno non dovremmo interpretarlo in termini angustamente quantitativi. La cosa importante a proposito della comunicazione di massa non è che riceva i prodotti un certo numero di individui (o una proporzione specificabile della popolazione), ma piuttosto che quei prodotti siano accessibili in linea di principio a una pluralità di destinatari.
Massa e attività ricettiva. C’è un secondo aspetto per cui il termine “massa” può risultare ingannevole. Lascia pensare che i riceventi dei prodotti dei mezzi di comunicazione costituiscano un mare vasto e indifferenziato di individui passivi. È un’immagine associata ad alcune vecchie critiche della “cultura” e “società di massa” [l’autore si si riferisce alla Scuola di Francoforte, NDR], critiche che in genere assumevano che lo sviluppo della comunicazione di massa avesse avuto un effetto in gran parte negativo sulla vita sociale moderna, e creato un genere di cultura insulsa e piatta capace di intrattenere gli individui senza sfidarli, di assorbire la loro attenzione senza impegnare le loro facoltà critiche, di fornire una gratificazione immediata senza mettere in questione i suoi fondamenti. […]
Dobbiamo abbandonare la tesi secondo cui i destinatari dei prodotti mediali sono spettatori passivi i cui sensi sono stati definitivamente battuti a duello dalla continua ricezione di messaggi. Così come dobbiamo respingere l’assunzione per cui lo stesso processo di ricezione sarebbe non problematico, un processo acritico attraverso il quale gli individui assorbirebbero i prodotti come una spugna si gonfia di acqua. Le assunzioni di questo tipo hanno poco a che fare con la vera natura delle attività di ricezione e i modi complessi in cui i prodotti dei mezzi di comunicazione sono accolti dagli individui, interpretati e incorporati nella loro esistenza.
Massa, comunicazione, trasmissione. Se il termine “massa” è per certi aspetti ingannevole, quello di “comunicazione” lo è altrettanto. I tipi di trasmissione in gioco nella comunicazione di massa sono infatti assai differenti da quelli della conversazione ordinaria. Negli scambi comunicativi che hanno luogo nelle interazioni faccia a faccia, il flusso della comunicazione è in genere a due direzioni: una persona parla, un’altra risponde, e così via. In altre parole, gli scambi comunicativi delle interazioni faccia a faccia sono fondamentalmente dialogici. Viceversa, nel caso della maggioranza delle forme di comunicazione, di massa, il flusso della comunicazione è prevalentemente unidirezionale. I messaggi sono prodotti da un insieme di individui, e quindi trasmessi ad altri collocati in genere in ambienti spazialmente e temporalmente lontani dal contesto di produzione originario.
Esercitazione
2. Quali sono secondo l’autore i vari problemi contenuti nella definizione “comunicazione di massa”?
3. Contro quale posizione si schiera Thompson? Esponi la tesi e il modo in cui viene criticata dall’autore in un testo di massimo 10 righe.
4. Secondo te, gli spettatori della comunicazione di massa sono passivi o attivi? Spiega in che senso vengono utilizzati questi aggettivi ed esprimi la tua opinione.
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