L’abbazia di Sant’Eutizio, uno dei luoghi del Progetto natura che dedichiamo alle nostre prime classi, è stata danneggiata dalla scossa del 26 ottobre: è crollato, infatti, il bellissimo rosone della facciata. Macereto ha, invece, resistito.
L’Abbazia di Sant’Eutizio si trova a Preci in Valnerina a circa 18 Km. da Norcia. Fu fondata dai monaci Siriani (i Padri del Deserto) nel V secolo ed è stata la culla del monachesimo occidentale poiché San Benedetto da Norcia si recava spesso da questi monaci che sono stati i suoi padri spirituali. L’abbazia sorse quindi su questo luogo dove era un oratorio eretto alla Vergine Maria, poi ampliato e il cui complesso venne restaurato nel 1236.
L’esterno è caratterizzato da una facciata originale, opera di Mastro Pietro, con un bel portale romanico ed un rosone chiuso dai simboli degli Evangelisti. L’interno, ad una navata, con il presbiterio rialzato e la cripta divisa da due colonne, custodisce un pregevole tempietto scolpito nel 1514 da Rocco di Tommaso da Vicenza dove sono custodite le spoglie di Sant’Eutizio; un coro ligneo del XVI secolo opera dell’artista locale Antonio Seneca ed una pietra scolpita dell’VIII secolo appartenente alla primitiva chiesa dedicata a Maria Vergine.
Molto suggestive le grotte del V secolo dove vivevano gli eremiti e il precorso naturalistico e storico da cui si diparte con un sentiero (grazie ad un intervento di Legambiente) fino a Norcia, nell’incantato scenario della Val Castoriana. Da segnalare che in quest’abbazia nacque la scuola di chirurgica preciana, sorta come diretta emanazione delle conoscenze e delle arti curative introdotte nella Valle Castoriana, intorno al V secolo. Presso il complesso monastico si formò una delle prime scuole di microchirurgia specializzata.
Il tesoro dell’Abbazia
La Sala del Tesoro custodisce alcuni dei pezzi che nel corso dei secoli hanno arricchito l’Abbazia. Sono principalmente reliquiari e arredi liturgici sopravvissuti alle varie spoliazioni: l’ombra di quello che doveva essere anticamente, ma ancora in grado di rendere l’idea di quanto doveva essere vasto il patrimonio che si era stratificato nei secoli quando l’Abbazia era un significativo polo religioso, politico e culturale.
La scuola chirurgica preciana
Preci ebbe ampia fama per la sua scuola chirurgica, la cui remota origine è da collegare alla presenza dei monaci siriani nella vicina Val Castoriana e alla loro maestria nell’utilizzo delle piante medicinali. Sicuramente l’apporto dell’Abbazia di S. Eutizio allo sviluppo di questa scuola chirurgica fu fondamentale attraverso la sua infermeria, l’ospedale e soprattutto grazie ad una ricchissima biblioteca specializzata anche in testi di medicina. In realtà, più che di una vera e propria scuola, basata su insegnamenti codificati e organizzata come istituzione, si trattò di dinastie di “medici” che si tramandavano saperi di generazione in generazione. La loro notorietà raggiunse il culmine nel XVI secolo, quando vennero chiamati presso le più grandi corti europee a praticare la specialità in cui eccellevano: le operazioni alla cataratta e la litotomia, ovvero l’estrazione dei calcoli.
Il laboratorio alchemico
La sala è caratterizzata dal monumentale camino sul cui architrave è scolpito lo stemma dell’Abbazia. Sulla sinistra il lavandino con le brocche e a fianco i fornelli, ove il calore del carbone veniva ravvivato con la ventola di penne.
Sopra ci sono vasi dalle forme più varie dove venivano scaldate o cotte le pozioni e veniva portata ad ebollizione l’acqua per bollire i preparati a “bagnomaria”. Su mensole e stipi sono appoggiati vasi e vasetti ove erano contenuti gli ingredienti; la stessa funzione assolve l’ampia cornice del camino.
Sulla destra c’è una piccola macina e vicino i mortai per pestare ed amalgamare gli ingredienti. Nell’angolo alcune “bettine” ove venivano conservati liquidi da distillare. Nello stipetto a muro, ben serrato, si intravedono, oltre ai pericolosi veleni, i ricettari ed i trattati di medicina, disponibili ad ogni momento ma non raggiungibili da mani profane. Sul piccolo tavolo è aperto un libro, che doveva essere di costante consultazione, ove sono le fasi lunari, indispensabili per piantare e raccogliere le erbe e nozioni di fisiognomica utilissime per comprendere il carattere di chi chiedeva rimedi e al quale dare la cura appropriata.
Abbiamo visitato anche il Santuario di Macereto, giusto a metà dell’escursione nel Parco del Pollino che abbiamo fatto il primo giorno del soggiorno a Cupi. Abbiamo fatto sosta proprio su questo splendido prato.
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