La scoperta in Cina dei resti di uomo moderno risalente a 100 mila anni fa sta rivoluzionando le teorie su quando la nostra specie avrebbe lasciato l’Africa.
di Rachel Kaufman
La mandibola, rinvenuta dai paleontologi nella Grotta Zhiren, nel 2007, presenta un tratto distintamente moderno: un mento prominente. Peccato però, sottolineano gli esperti, che la mandibola sia certamente di 60.000 anni più vecchia di quelli che finora erano i più antichi resti di Homo sapiens trovati in Cina.
Il nuovo fossile cinese infatti, risalente a 100 mila anni fa, è “il più antico umano moderno scoperto fuori dall’Africa”, dice il coautore dello studio Erik Trinkaus, antropologo della Washington University a St. Louis.
La teoria più diffusa afferma che Homo sapiens migrò dall’Africa circa 60.000 anni fa, rimpiazzando rapidamente in tutto il mondo specie umane precedenti come Homo erectus e Homo neanderthalensis. Trovare in Cina un fossile di umano moderno così antico significa alterare in maniera significativa la cronologia della diffusione umana. La scoperta potrebbe anche implicare che in Cina l’uomo moderno convisse – forse persino incrociandosi – con altre specie del genere Homo per 50.000 o 60.000 anni.
(Vedi anche: “Siamo tutti un po’ Neandertal”)
Non solo: il fossile sembra suggerire che l’uomo anatomicamente moderno sia arrivato in Cina ben prima che la specie iniziasse a comportarsi in modo “umano”. Ad esempio, il pensiero astratto è un tipico tratto umano che implica l’utilizzo di oggetti come perline o disegni che rappresentino cose, persone o eventi. Ma le prime testimonianze di questo tratto non appaiono in Cina prima di 30.000 anni fa, sottolinea Trinkaus.
Alla ricerca di conferme dal DNA
Finora, le analisi genetiche hanno puntualmente confermato la tradizionale cronologia della teoria “out of Africa”. Ma la mandibola scoperta in Cina solleva importanti interrogativi, osserva l’antropologo Christopher Bae della University of Hawaii, non coinvolto nella ricerca.
“Siamo in presenza di informazioni solide e di un umano sostanzialmente moderno”, afferma.
Eppure, la mandibola e i tre molari erano gli unici resti trovati nella grotta, e la mandibola “rientra nei parametri” sia di un Neandertal sia di un Homo sapiens, aggiunge il paleoantropologo John Hawks della University of Wisconsin a Madison. “
Se la scoperta viene confermata, dovremo ripensare tutta” la cronologia della migrazione umana, dice lo studioso.
“Sostanzialmente ritengo che i colleghi abbiano ragione, ma vorrei vedere qualche ulteriore evidenza”, continua Hawks. “Spero con tutto il cuore che si riesca ad estrarre qualche tipo di materiale genetico dal fossile”.
La scoperta è descritta sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences.
(26 ottobre 2010)
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