Un nuovo provvedimento legale riapre il problema del filtraggio dei contenuti su Internet (filtering), nella fattispecie su YouTube. Il precedente italiano era stato il caso del ragazzino down torinese picchiato dai compagni di scuola il cui video, pubblicato su YouTube, aveva fatto (giustamente) indignare l’opinione pubblica, MA (inopportunamente) decidere il Tribunale di Milano per la condanna del social network. Il magistrato italiano stabilì allora il pericoloso precedente dell’obbligo di filtraggio dei contenuti prima della pubblicazione, rifiutando di accettare la (giusta) difesa di Google che aveva rimosso il video alla prima segnalazione di inopportunità.
Oggi, un caso analogo, legato alla violazione del copyright su YouTube, si è concluso con un’altra condanna. Qual è il rischio? Quello di credere di difendere libertà particolari (copyright, lotta alla pedofilia, privacy) mentre si attenta a libertà fondamentali (diritto d’espressione, libertà della rete). Internet è infatti una “rete stupida” (stupid network), una rete cioè che ignora ciò che sta circolando sui suoi circuiti [il primo a parlare di rete stupida è stato David Isenberg].
Lawrence Lessig [“The Architecture of the Innovation” e “A Threat to Innovation on the Web”] ha spiegato che è proprio per questo che è libera e promuove intelligenza e creatività (nonché ricchezza) e che non si può insegnare a Internet a riconoscere i propri contenuti, senza farla diventare un infernale panottico digitale, nel quale NESSUN CONTENUTO, dalla mail, all’acquisto, alla petizione, potrà più dirsi PRIVATO.
La notizia, tratta da Repubblica.it (28.04.2012):
Germania.”Youtube deve filtrare i contenuti”. La corte a difesa dei diritti d’autore
Il tribunale di Amburgo ha preso le difese della casa discografica Gema, che ha portato in tribunale il sito di proprietà di Google a causa di 12 videoclip musicali pubblicati online i cui diritti non sono mai stati pagati. La sentenza potrebbe diventare un riferimento per cause simili in altri paesi.
UN TRIBUNALE tedesco si è pronunciato contro YouTube in un caso relativo alla violazione dei diritti di musicisti e compositori. Il sito video di Google dovrà infatti installare filtri con cui impedire agli utenti di caricare online video musicali i cui diritti sono detenuti dall’etichetta discografica Gema.
La corte di Amburgo ha preso le difese della casa discografica tedesca, che rappresenta circa 60mila musicisti e autori locali. Gema ha portato in tribunale il sito di proprietà di Google a causa di 12 videoclip musicali pubblicati online i cui diritti non sono mai stati pagati.
Durante le udienze, gli avvocati di YouTube hanno sempre sostenuto che la piattaforma web non abbia la responsabilità legale di quanto postato dagli utenti. In diversi casi, hanno spiegato, YouTube controlla e blocca i contenuti, quando viene allertato su eventuali violazioni di copyright. Non è chiaro se il sito web presenterà appello contro la sentenza, che potrebbe diventare un riferimento per cause simili in altri paesi.
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