Archive for ‘Filosofia’

2 Febbraio, 2023

Platone, Il Protagora

by gabriella

Themis

Ci fu un tempo in cui esistevano gli dei, ma non le stirpi mortali. Quando giunse anche per queste il momento fatale della nascita, gli dèi le plasmarono nel cuore della terra, mescolando terra, fuoco e tutto ciò che si amalgama con terra e fuoco; ordinarono poi a Prometeo e a Epimeteo di dare con misura e distribuire in modo opportuno a ciascuno le facoltà naturali.

Il furto del fuoco da parte di Prometeo procurò agli uomini il sapere tecnico e la capacità di produrre cultura, separandosi dal resto del mondo animale, la giustizia fu invece un dono degli dèi, preoccupati che senza di essa l’umanità potesse estinguersi a causa della violenza reciproca.

 

Indice

1. Platone, Protagora 320c-324a [temi della giustizia, dell’uguaglianza e dell’educazione alla virtù]
2. Sintesi dell’intero dialogo


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11 Gennaio, 2023

Il materialismo storico

by gabriella

Ludwig Feuerbach

Con Marx ed Engels, la filosofia europea arriva a una nuova definizione dell’umano: noi siamo non solo il risultato delle esperienze e degli stimoli che abbiamo ricevuto, ma anche i creatori e produttori di queste esperienze e stimoli, dunque l’uomo è creatore di se stesso.

Di qui la spiegazione della storia, dei valori, dello spirito dei tempi che cambia in funzione delle scelte e dello sguardo degli uomini che costruiscono le condizioni di esperienza delle generazioni successive.

Gli idealisti tedeschi arrivano, con Feuerbach a concepire la coscienza umana come un prodotto delle condizioni in cui singoli e collettività vivono, cioè come un prodotto della loro esistenza.

Marx oltrepassa questa prospettiva per indicare l’uomo come l’essere che trasforma il mondo ed è egli stesso il prodotto della propria creazione (cioè delle trasformazioni operate dalle generazioni precedenti).

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9 Gennaio, 2023

Paolo Ercolani, La filosofia delle donne: uguaglianza, differenza, indifferenza. Nancy Fraser, Come il femminismo divenne l’ancella del capitalismo

by gabriella

adamo-ed-evaDopo un’efficace panoramica della tradizione pagana e cristiana del pregiudizio di genere, Ercolani si sofferma sul pensiero femminista tra affermazione della differenza e ricerca dell’uguaglianza, con condivisibili osservazioni finali ispirate dal Manifesto per un nuovo femminismo e particolarmente dal contributo di Sara Giovagnoli. Dal Rasoio di Occam.

Indice

1. Un antico pregiudizio
2. Fra tradizione pagana e cristiana
3. Uguaglianza e differenza
4. Per un nuovo femminismo tra Freud ed Hegel
5. Nancy Fraser, Come il femminismo divenne l’ancella del capitalismo

 

1. Un antico pregiudizio

Che si tratti di un essere fisiologicamente connaturato al male, capace di accoglierlo e di produrlo (e riprodurlo?) in maniera perfino inimmaginabile da parte dell’uomo, è convinzione radicata e agevolmente riscontrabile nel panorama culturale dell’Occidente.

Se è la prima donna Eva a convincere il primo uomo Adamo a disobbedire al volere divino, introducendo così nel mondo il peccato e soprattutto la morte, secondo la chiosa di S. Paolo (Biblia sacra: Rom 5,12), morte che Dio non aveva previsto originariamente per la sua creatura prediletta (Biblia sacra: Sp 2,24); è sempre una donna, stavolta la moglie, a tentare il buon Giobbe, descritto di per sé come «integro e retto, timorato di Dio ed estraneo al male», esortandolo a maledire Dio per tutti i colpi gratuiti ricevuti (Biblia sacra: Gb 1,1 e 2,9).

Né le cose andavano meglio nella cultura della Grecia antica, dove la donna era vista come un essere irrazionale e ferino, sostanzialmente portatore di discordie, guerre e, infine, morte. Nel poema esiodeo de Le opere e i giorni è Pandora, una donna, colei che recita il ruolo di portatrice dei doni che gli dèi fanno agli uomini (fra i quali proprio le donne), dando in questo modo inizio alle interminabili sciagure che da quel momento li avrebbero colpiti (Esiodo, Opere e giorni: vv. 80-82).

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17 Novembre, 2022

Zenone e la dimostrazione per assurdo

by gabriella

achille e la tartarugaI paradossi di Zenone di Elea, discepolo di Parmenide, sono il primo esempio che la filosofia abbia fornito di dimostrazione dialettica o per assurdo (reductio ad absurdum) di una tesi. Questo tipo di argomentazione logica consiste nell’assumere temporaneamente un’ipotesi e svilupparne le conseguenze così da giungere ad una conclusione assurda e dimostrare, di conseguenza, che l’assunto originale è errato.

Per difendere la logica eleatica contro le obiezioni del senso comune e la testimonianza dei sensi e ribadire la rigorosa argomentazione di Parmenide contro la realtà del divenire (se il divenire è totalmente altro rispetto all’essere, allora è non essere, nulla) Zenone avrebbe ideato 40 paradossi (parà, cioè “contro” la doxa, l’opinione corrente) a sostegno dell’unità e indivisibilità dell’essere.

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9 Novembre, 2022

Thomas More, Utopia

by gabriella

Thomas More (1478 – 1535)

Analizzando dunque e valutando dentro di me la situazione degli stati esistenti, non riesco a vedere altro – Dio mi perdoni – che una cospirazione dei ricchi, i quali, nel nome e per conto dell’autorità pubblica, non fanno altro che curare i propri interessi privati. […] I ricchi si avvalgono dei loro subdoli sistemi nel nome dello stato, cioè anche nel nome dei poveri, e così diventano legge.

Thomas More, Utopia, II

Il De optimo reipublicae statu deque nova insula Utopia (qui la versione italianaqui l’originale  inglese) è un dialogo in due libri pubblicato da Thomas More nel 1516 e divenuto subito notissimo non solo tra gli intellettuali umanisti ma anche tra gli anabattisti, che per i suoi contenuti politici lo inclusero tra i propri riferimenti dottrinari, e tra i luterani che, per le stesse ragioni, lo circondarono di ostilità.

Il termine utopia è un neologismo coniato da More che presenta un’ambiguità di fondo: Utopia“, infatti, può essere intesa come la latinizzazione sia di Εὐτοπεία (eutopeia), frase composta dal prefisso greco ευ– che significa positività, bontà, e τóπος (tópos), che significa luogo, seguito dal suffisso -εία (quindi ottimo luogo), che di Οὐτοπεία, (outopeia) considerando la U iniziale come la contrazione del greco οὐ (non), cioè non-luogo, luogo inesistente o immaginario. Il significato del neologismo di Moro sembra essere quindi la congiunzione delle due accezioni, ovvero l’ottimo luogo (non è) in alcun luogo, che è divenuto anche il significato moderno della parola utopia.

utopiaL’autore dedicò l’opera a Peter Gilles, umanista olandese amico di Erasmo, che nel dialogo compare come un giovane in vista della città di Anversa, nella quale More si era recato per affari personali dopo essere stato inviato dal re d’Inghilterra a Bruges, nelle Fiandre, in missione diplomatica. E’ proprio Gilles a presentargli il forestiero Raffaele Itlodeo, un marinaio portoghese

«di una certa età, dal viso abbronzato ed una folta barba ed un mantello cadente su una spalla» – cito dalla (pessima) edizione curata da Franco Cuomo, Roma, Newton, 2010, p. 20 –

che dalle sue peregrinazioni in mezzo mondo aveva ricavato esperienze molteplici e straordinarie, la principale delle quali era un lungo soggiorno nell’isola di Utopia:

«i mostri – osserva infatti More – non fanno più notizia. Sembra che non vi sia luogo della terra che non sia popolato di spaventose creature, votate a terrorizzare gli esseri umani o a divorarli, mentre non è affatto facile trovare comunità socialmente evolute» (p. 23).

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4 Ottobre, 2022

Tzvetan Todorov, Sul buono e cattivo uso della natura umana

by gabriella

Tzvetan, Todorov (1939 – 2017)

L’ultima riflessione di Tzvetan Todorov, uscita postuma su Micromega (3/2007).

Il saggio, dedicato alla ‘natura umana’, illustra le opposte radicalizzazioni di Montaigne [‘tutto è cultura’] e Diderot [‘tutto è natura’] dalla prospettiva rousseauiana che l’autore riafferma.

Se per Montaigne “tutto è cultura” e per Diderot “tutto è natura”, l’approccio di Rousseau è infatti differente: non rinuncia all’universalismo e a una sua fondazione come Montaigne per cui non vi è natura ma solo cultura e consuetudine; né cerca, come Diderot, di fondare la natura umana e la sua universalità sul fatto, ma assume la “socialità” della natura umana come fondamento della moralità (Gianfranco Marini).

Ai giorni nostri si ha qualche ripugnanza a riferirsi alla «natura umana». Questa espressione sembra aver partecipato al naufragio generale delle pompose astrazioni ereditate dal passato. E se lo stesso naufragio appartenesse a tali astrazioni? Il nostro vocabolario odierno non è meno pomposo di quello dei nostri predecessori; ma, ammaliati dalla novità delle formule, stentiamo a giudicarle con serenità. In luogo della natura e dell’uomo compaiono però vocaboli che non vogliono necessariamente dire altro né sono generalizzazioni più felici.

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4 Ottobre, 2022

La natura umana 2. Linguaggio, indeterminatezza, neotenia

by gabriella

Arnold Gehlen (1904 – 1976)

La seconda parte della lezione sulla natura umana, dedicata a una panoramica storica delle concezioni antropologiche note come «tradizione della modestia» che, da Pico a Gehlen definisce l’uomo per sottrazione, più che per il possesso di specifiche qualità. Qui la prima parte.

Perciò accolse l’uomo come opera di natura indefinita e postolo nel cuore del mondo, così gli parlò: non ti ho dato, Adamo, né un posto determinato, né un aspetto proprio, né alcuna prerogativa tua, perché tutto secondo il tuo desiderio e il tuo consiglio ottenga e conservi. La natura limitata degli altri è contenuta entro leggi da me prescritte. Tu te la determinerai senza essere costretto da nessuna barriera, secondo il tuo arbitrio, alla cui potestà ti consegnai […]. Non ti ho fatto né celeste, né terreno, né mortale, né immortale, perché di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti prescelto.

Pico della Mirandola, Oratio de hominis dignitate

Indice

1. L’animale linguistico

1. L’animale linguistico

Secondo Chomsky, la natura umana «dal Cro-Magnon in avanti» sarebbe caratterizzata da tratti stabili, il principale dei quali è la facoltà di linguaggio.

Oltre alle obiezioni di Foucault, dalle scienze sociali si obietta a Chomsky che una facoltà articolata in una grammatica, in strutture profonde e regole universali non è più una facoltà, ma una superlingua universale.

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28 Settembre, 2022

Girolamo De Michele, Il filosofo e il concetto

by gabriella

filosofia de micheleIl ruolo del concetto e la natura del pensare. Tratto da Filosofia. Corso di sopravvivenza, Milano, Ponte alle Grazie, 2011 [pp. 23-26].

Veniamo ai nostri filosofi delle origini, dunque. Cos’hanno fat­to? In sintesi, due cose: hanno creato il personaggio concettuale del filosofo solitario, e lo strumento del concetto. Le fondamen­ta della filosofia occidentale.

Talete

Lo vediamo già nei primo filosofo, Talete, matematico e astronomo noto e stimato in tutto il mondo mediterraneo, del quale si raccontano tre episodi. Il primo, famosissimo, narra che Talete, camminando a testa alta per os­servare le stelle, cadde in un fosso, suscitando le risa di una selva.

Nel corso dei secoli a venire, questo episodio sarebbe stato usato per denigrare i filosofi come cultori di cose astratte, ma incapaci di badare alle cose concrete, oppure per elogiare la capacità di cercare una conoscenza elevata disprezzando le cose quotidiane.

Va detto che altri episodi dimostrano che, quando voleva, Talete era in grado di usare il proprio sapere per risolvere i problemi quotidiani: ad esempio, quando previde con le proprie conoscenze un eccezionale raccolto delle olive, e affittò anzitempo tutti i frantoi monopolizzando il mercato (ma poi, soddisfatto dello schiaffo morale inflitto ai suoi detrattori, rese i frantoi).

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22 Settembre, 2022

La rivoluzione scientifica

by gabriella
copernico

Niccolò Copernico (1473 – 1543)

Isaac Newton (1643 - 1727)

Isaac Newton (1643 – 1727)

Tratto, con modifiche e integrazioni, da Abbagnano-Fornero, La ricerca del pensiero, Paravia.

Con il concetto di rivoluzione scientifica ci si riferisce alla profonda trasformazione della visione della natura e del metodo di acquisizione delle conoscenze impostosi tra il XVI e il XVII secolo, tra la pubblicazione del De revolutionibus orbium coelestium di Copernico (1543) e quella dei Principi matematici di filosofia naturale (Philosophiae naturalis principia mathematica) (1687).

Ciò che emerge dalla rivoluzione scientifica, in generale, e dal metodo galileiano, in particolare, è una concezione della natura come ordine oggettivo, strutturato da precise cause e relazioni rette da leggie della scienza come sapere sperimentale, matematico e intersoggettivamente valido che ha per scopo la conoscenza del mondo circostante e il suo dominio da parte dell’uomo.

 

1. La nuova visione della natura

La natura è intesa come un ordine oggettivo poiché essa è vista come una realtà separata e indipendente dall’uomo. In questo senso, mentre la magia e il mondo dei bambini vede il mondo come pieno di spiriti e anime dotate di una volontà che agisce sul mondo, in base a rapporti di simpatia o antipatia con gli altri esseri, il mondo che è oggetto della scienza è del tutto privo di qualità o valori umani.

Galieli

Galileo Galilei (1564 – 1642)

La natura è inoltre intesa come un ordine causale, perché in essa nulla avviene per caso, ma tutto è il risultato di cause precise. Per causalità, si intende infatti, un rapporto costante e univoco tra due fatti (o insiemi di fatti) dei quali dato l’uno è dato anche l’altro, e tolto l’uno è tolto anche l’altro.

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21 Settembre, 2022

Logica per la Filosofia moderna

by gabriella

Un approfondimento di Logica per iniziare lo studio della Filosofia Moderna, rielaborato da I valori della Logica. Quaderno di pensiero deduttivo, allegato al Massaro, Bertola, la ragione APPASSIONATA, Pearson, 2022.

Indice

1. La struttura del discorso convincente
2. Induzione e deduzione

2.1 L’induzione
2.2 Un esempio di induzione: il tacchino induttivista
2.3 La deduzione

Esercizi

 

1. La struttura del discorso convincente

Un discorso che faccia leva sul ragionamento, cioè che evidenzi come un argomento sia la diretta e necessaria conseguenza di un altro, si presenta come un insieme di frasi legate da connettori logici (o funtori logici).

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