Archive for ‘Musica’

23 Agosto, 2013

Gustavo Dudamel

by gabriella

Gershwin, Rapsody in blue, Herbie Hancock al piano.

 

Also Sprach Zarathustra

 

Shostakovich, Sinfonia n. 10 – Arturo Marquez, Danzòn n. 2

Gustavo Dudamel dirige l’orchestra giovanile del Venezuela Simon Bolivar, creata da José Antonio Abreu con i ragazzi di strada di Caracas [vestiti con i colori nazionali].

 

 

 

 

22 Luglio, 2013

Arturo Marquez, Danzon n. 2

by gabriella

La magnifica esecuzione dell’Orchestra giovanile venezuelana Simon Bolivar diretta da Gustavo Dudamel.

.. Diego piange al funerale del maestro che ha portato la musica nella favela.

funerale maestro di musica

Il dodicenne Diego Frazao Torquato suona in lacrime al funerale del maestro di musica

 

28 Aprile, 2013

Fabri Fibra, o della poetica neofascista

by gabriella

Fabri FibraVenerdì 17, Su le mani, Non fare la puttana, Zoccole. La cantica del senso comune più degradato sale dalle periferie e si aggrega intorno a temi di genuina reazione: l’odio per le donne, l’omofobia, la frustrazione impotente, l’aggressività idiota, il ripiegamento sul piccolo gruppo e l’insofferenza per gli outsider.

Non conservatevi, datela a tutti anche ai cani, se non me la dai io te la strappo come Pacciani.
Giro in casa con in mano questo uncino, ti ci strappo le ovaie e che cazzo me le cucino!
Questa classica sfigata che va in cerca di attenzione e finirà un giorno stuprata nel bagno della stazione,
così ‘sta ritardata dopo i primi due cannoni si addormenta e non si accorge che le tolgo i pantaloni.
Le ragazze sono così, sono tutte molto strane, si dividono in due gruppi: le mignotte e le puttane.

Il sentire dei liquami sociali costruisce così la poetica del risentimento paranoide che trova espressione nel rap di Fabri Fibra, il quale ha dichiarato (piuttosto consapevolmente): “faccio il rap per i maiali”.

Su di lui leggo in rete critiche sdegnate, difese demenziali o appelli a un’equivocata libertà d’espressione. Niente che si avvicini a un’intelligenza minima del fenomeno, cioè della reazione, ciò che Nietzsche chiamava il «pensare bassamente» e che ha descritto nel racconto dell’incontro di Zarathustra con la propria caricatura (la scimmia):

[Zarathustra] arrivò anche alle porte della grande città: ma qui un pazzo, colla bava alla bocca, gli corse incontro con le braccia aperte e gli attraversò il cammino. Era quello stesso che il popolo chiamava «la scimmia di Zarathustra»: giacché si era appropriato alcunché del suo stile e della sua inflessione di voce, e toglieva anche volentieri molte cose a prestito dalla sua sapienza.

 Questo è il giudizio che su di lui (sulla scimmia o, se si preferisce, sul porco a cui Fabri Fibra si ispira) esprime Zarathustra:

«Dall’amore soltanto deve uscire il mio disprezzo e il
mio uccello augurale; ma non dalla palude!
Ti si chiama la mia scimmia, o pazzo furioso: ma io ti
chiamo il mio maiale grugnente, – col grugnire mi guasti
il mio elogio della pazzia.

[…] – sedesti allora presso queste lordure, per aver un pretesto a grugnire,
– per avere un pretesto a molta vendetta! la vendetta è infatti tutta la tua schiuma,
o pazzo vanitoso; io t’indovinai bene!
Ma il tuo folle discorso mi urta anche quando hai ragione!
E se la parola di Zarathustra avesse pur mille ragioni, tu, con la mia parola,
commetteresti sempre un torto!»

Così parlò Zarathustra; poi guardò la grande città, sospirò, ed a lungo si tacque.
Alla fine disse così: Mi disgusta anche questa grande città, non questo pazzo soltanto. Tanto qui come là non v’è nulla da rendere peggiore.

Friedrich Nietzsche, Così parlò Zarathustra

14 Aprile, 2013

Stefano Landi , Passacaglia della vita. Gregorio Allegri, Miserere

by gabriella

Versailles 2005. Marco Beasley e l’Arpeggiata interpretano la Passacaglia della vita di Stefano Landi (1587-1639).

Dottrina che giova parola non trova,
non si può guarire, bisogna morire.

Oh come t’inganni
se pensi che gl’anni
non hann’ da finire,
bisogna morire.

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6 Gennaio, 2013

Beatles, Blackbird

by gabriella

[da Wikipedia] La canzone, composta in Scozia, è una delle più famose di Paul McCartney presenti nel White album, entrata stabilmente nel suo repertorio post Beatles. All’epoca, alcuni la interpretarono in chiave politica, leggendovi richiami al Black Power americano.

Lo stesso autore, in un’intervista del 2001, riferì di aver preso spunto per il testo della canzone da alcuni fatti di cronaca che vedevano protagonista il movimento per i diritti civili dei neri statunitensi nella prima metà del 1968.

E’ ispirato all’esperienza vissuta da McCartney quando fu svegliato da un merlo che iniziò a cantare prima dell’aurora, il testo dell’autore trasforma il brano in una metafora di risveglio interiore a un livello più profondo.

 

15 Maggio, 2012

Giorgio Gaber, Io se fossi Dio

by gabriella

Il testo di Cesare Luporini al tempo della libertà d’espressione, quando Giorgio Gaber aveva ancora qualcosa da dire.

23 Marzo, 2012

Zhou Yunpeng 周云蓬

by gabriella

Prima di parlare di lui (se ho capito qualcosa della fonetica cinese il suo nome dovrebbe suonare “Ggiù” Yunpeng), bisogna ascoltare fino in fondo Bambini cinesi 中国孩子. Questa è la più struggente tra le sue interpretazioni  (sottotitolata in inglese).

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=UDSk_4l1vOg&feature=related]

Zhou Yunpeng, oggi quarantaquattrenne, è nato in una poverissima famiglia dello Shenyang, nella provincia di Liaoning, al confine con la Corea del Nord. A nove anni una malattia lo ha reso cieco. Per un figlio di contadini poveri la cecità avrebbe potuto rappresentare la fine di ogni cosa. Per lui invece è stato l’inizio di tutto. Si è messo in viaggio con una chitarra e in cambio di lezioni di musica si è fatto leggere migliaia di libri, fino a laurearsi in lettere. A 17 anni ha raggiunto Pechino. «Allora ho capito – dice – che nessuno ci racconta cosa succede e che saperne di più è essenziale. La Cina non è il rassicurante successo economico di un pugno di dirigenti».

Il video sottostante è un bellissimo montaggio sulle note di Settembre 九月 (Jiǔ yuè) ispirata ad una poesia di Haizi. Di seguito Bambini cinesi 中国孩子 in versione live (qui il testo italiano).

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=hUrGFIjYszw]

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=58dfvXIel8s&list=PL9CECF3DC58656E92&feature=mh_lolz]

Da oltre vent’anni Zhou viaggia, da solo, attraverso la nazione. Si è fermato in centinaia di villaggi e nelle metropoli. Per molto tempo si è mantenuto suonando per strada, o in qualche piccolo locale notturno. Ha raggiunto i seimila metri in Tibet, ha sceso il corso dei grandi fiumi, ha visitato i quartieri periferici delle metropoli sull’Oceano. Ovunque ha guardato con attenzione. Ora è al terzo album, la sua ultima raccolta è il disco più scambiato in Cina nei circuiti del file sharing.

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11 Marzo, 2012

Procurad’e moderare, 1795

by gabriella

pastore barbaricinoInno dell’indipendentismo sardo, venne composto all’indomani dei moti rivoluzionari del 1794 da Francesco Ignazio Mannu, nobiluomo di Ozieri e magistrato a Cagliari, con il titolo Su patriottu sardu a sos feudatarios.

Il testo originale, articolato in 47 ottave logudoresi, ben 375 versi totali, è un vero canto d’amore per la propria terra e fiera rivendicazione d’identità, ma anche circostanziato decalogo della lotta per la libertà contro la secolare oppressione dei proprietari terrieri che sfruttavano avidamente l’isola con la complicità del regime sabaudo.

La versione italiana sotto riportata testimonia quanto il brano si sia preservato attuale, ad onta dell’età, e universale, nonostante il peculiare contesto storico, sociale, geografico e letterario. Uguale istanza repressa sembra esprimere la danza dal passo cadenzato dei Mamuthones di Mamoiada, figuranti di un arcaico carnevale pagano, la schiena curva sotto il peso dei campanacci, il volto coperto dalla lignea maschera totemica, guidati come gregge d’armenti dagli Issohadores.

Eppure dal loro grave portamento traspare riflesso l’ancestrale orgoglio, forse perchè la dignità di un popolo, al contrario dell’infamia dei suoi governanti indigeni o stranieri, non si misura con il metro della storia scritta con il sangue dei vinti, né si logora con il passare del tempo [tratto dal canale youtube di FreeNeverSaid].

Eseguito come cantos a tenore dai Tazenda [in coda la traduzione italiana]

 

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=k2wN3QQwU9g&feature=BFa&list=PL00744C19E1B4BB63&lf=mh_lolz]

Procurad’e moderare,
Barones, sa tirannia,
Chi si no, pro vide mia,
orrades a pe’ in terra!

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3 Febbraio, 2012

Violinisti di strada: la poesia conquista la guardia del metro .. con osservazioni del giorno dopo su infosfera e copyright

by gabriella

Il primo ad essere conquistato dal fascino della musica è un ciclista malvestito a cui bastano poche note per empatizzare con il violinista di strada. In realtà, aveva il portafogli in mano prima ancora che il musicista inziasse: solidale a prescindere. Passano tre insensibili, ma interessati, teenagers, una signora che sembra andare di fretta si ferma a ricompensare il violinista, mentre si forma già un piccolo pubblico davanti alla stazione del metro al quale la timida spettatrice si unisce. Arriva un’altra signora che indugia affettuosamente sulla custodia aperta, lascia una moneta e sistema i denaro sotto le copie dei cd; ora è il turno dell’uomo di guardia davanti alla stazione che si avvicina alla custodia e deposita dolcemente la sua banconota. Una signora fuori forma getta uno sguardo distratto e tira dritto, un ragazzo si ferma e annuisce compiaciuto. Il violinista conclude, qualcuno si congratula.

La settimana scorsa, a Washington.

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=HrKHAsnkF8A]

e questo, invece, è ciò che accade ogni giorno nel métro parisien, per esempio, a Châtelet (tremenda nostalgia …).

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=hleB6EuAohI&feature=related]

 

Osservazioni del giorno dopo su infosfera e copyright

Il video Street Electric Violinist è uno dei tanti esempi di viralità dei social network: dalla cittadina vicino Washington nella quale il ventenne Bryson vive, le sue performance musicali hanno fatto il giro del mondo via Twitter per essere riprese dalla stampa generalista (per l’infosfera italofona, repubblica.it) delle diverse nazionalità.

Questo genere di fenomeni – ben studiati ad esempio da Mike Wesch: si veda qui e qui – sollecita osservazioni su molti piani diversi. Su quello culturale, ad esempio, è evidente che la versione classica di una musica pop (Halo, di Beyoncé), così come le versioni pop di musica barocca proposte da Andres (e da molti altri violinisti non elettrici, come Nigel Kennedy, per citare uno dei miei preferiti) realizzano un’efficace azione di promozione e volgarizzazione (o democratizzazione) di elementi di musica colta, inaccessibili senza opportuna traduzione (anche nel noto significato di “tradimento” implicato dal termine) a larghe fasce di pubblico giovanile. Non sfugge, da questo punto di vista, il potenziale educativo su cui la scuola potrebbe inserirsi, rendendo meno volatile l’interesse e l’entusiasmo per una musica di norma esclusa dalla dieta culturale degli studenti.

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8 Settembre, 2011

Stefano Bollani: il linguaggio del corpo (e il cachet) del musicista e 2 lezioni di musica

by gabriella

L’adorabile materialismo di Bollani applicato a Mozart e agli autori del repertorio classico. L’inizio della registrazione è disturbato, ma vale la pena pazientare.

 

Stefano Bollani ha tenuto due lezioni sul rapporto tra jazz e musica classica a Radio3 Suite – Lezioni di Musica il 10 e l’11 settembre:

Stefano Bollani – Radio3 Suite, Tra jazz e musica classica 1

Stefano Bollani – Radio3 Suite, Tra jazz e musica classica 2


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