In Iran, dove il principio della sanzione retributiva è sancito dalla sharia, i genitori di un ragazzo hanno salvato dalla forca l’assassino del loro figlio. Il macabro rituale iraniano prevede infatti che siano i parenti della vittima a stringere il cappio intorno al collo del colpevole e a dare il calcio alla sedia che lo sostiene. Sette anni fa Balal, vent’anni, aveva ucciso a coltellate Abdallah, ora sconterà una pena detentiva in carcere [tratto da un servizio di Repubblica].
Questo episodio mi ha fatto tornare in mente le parole di un padre di cui ho scordato il nome che, interrogato sulla pena che avrebbe voluto infliggere agli assassini di sua figlia, rispose di ritenere giusto che fosse lo stato a decidere, proprio perché in grado di trattenergli la mano e mettere la giustizia al posto della sua vendetta. Questi genitori iraniani hanno saputo oltrepassare persino il senso di giustizia e la sensibilità di quel padre.
https://medium.com/la-scuola-che-non-c%C3%A8/dialogo-sulla-pena-di-morte-1-48da06a2c085
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