Diam’s, Ma France à moi

by gabriella

Quando è uscita questa clip, nel 2006, i roghi della banlieue nord erano appena stati spenti (https://it.wikipedia.org/wiki/Rivolte…) e l’islamizzazione della rivolta ancora agli inizi.

Ho tradotto questo brano per affrontare il tema della lotta per il riconoscimento che i francesi di prima generazione conducono nel confronto stridente tra la loro emarginazione e gli ideali della République.

Ma France à moi è tratta dal Dans ma bulle, inciso nel 2006 dalla rappeuse Diam’s.

La mia Francia

La mia Francia parla forte, vive in cima ai sogni,
vive in gruppo, parla di sangue e detesta le regole,

Marina la scuola, il più delle volte per non far niente
Gioca a pallone sotto il sole, spesso con della Coca Cola in gola

E’ l’hip hop che la fa ballare sulle piste
Qualche volta mette un po’ di rock, si, se la melodia è triste

Fuma cicche e un po’ d’erba, ma mai droghe dure
eroina, cocaina, crack e simile spazzatura

Spesso in guerra contro le amministrazioni
i loro diplomi tecnici non gli permetteranno di diventare padroni

Allora si dà da fare, vende robaccia
Ma quella resta lì e la mamma ha poco da mangiare, si

Perché la famiglia è l’amore e l’amore si fa raro
Si batte, bene o male, contro l’emarginazione, lei

Ha dei valori, dei principi, dei codici
Va a dormire al canto del gallo perché passa tutte le notti al telefono, lei

Sembra non far niente, ma in fondo non perde tempo
Certi la temono, perché i media si impegnano a fare di lei un cancro, lei

E se la mia Francia si valorizza è certo per governare meglio
Lei si interiorizza e si vieta di sanguinare, no ..

Non è la mia Francia questa Francia profonda
Quella che ci fa dannatamente vergognare e vorrebbe che sprofondassimo

La mia Francia non vive nella menzogna
Con il cuore e la rabbia, alla luce non nell’ombra

Non è la mia Francia questa Francia profonda
Quella che ci fa dannatamente vergognare  e vorrebbe che sprofondassimo

La mia Francia parla con gli SMS, lavora via MSM
i riconcilia in mail e si incontra in MMS, lei

Si sposta in skate, in motorino, in moto
Basil Boli è un mito e Zinedine suo sinonimo, lei

Non deve credere che la detestiamo, ma ci mente
Perché i nostri genitori lavorano da vent’anni per lo stesso stipendio, lei

Ci ha dato le ali, ma il cielo è dei VIP
Poco importa ciò che dice, sa gestire un’impresa, lei

Vive al fuso americano, KFC, MTV base, Foot Locker, McDo e cinquenta centesimi, lei
Sono i ragazzini che giocano a basket a tempo perso
che sognano d’essere Tony Parker sul parquet degli Spurs, lei

Sono le ragazzine che si disbrigano tra l’amore, le spese, gli imbrogli
Che ascoltano del RAI, dell’RNB e dello Zouk

La mia Francia si mescola, è un arcobaleno
Ti disturba lo so perché non ti vuole per modello, lei

Non è la mia Francia questa Francia profonda
Quella che ci fa dannatamente vergognare  e vorrebbe che sprofondassimo

La mia Francia non vive nella menzogna
Con il cuore e la rabbia, alla luce non nell’ombra

Non è la mia Francia questa Francia profonda
Quella che ci fa dannatamente vergognare e vorrebbe che sprofondassimo

La mia Francia ha delle stanze e delle camere in cui si chiude
È divertente e Jamel Debbouze potrebbe essere suo fratello, lei

Ridipinge i muri e i treni perché sono spenti e le piace
Fottere questo schifo perché la spingono a non fare niente, lei

Ha bisogno di sport e di danza per sfogarsi,
va fino in fondo alle sue follie a rischio d’ammazzarsi

Ma la mia Francia almeno apre, almeno ride e rifiuta di sottomettersi
a questa Francia che vorrebbe cacciarla

La mia Francia non è la loro, quella che vota estremo,
quella che bandisce i giovani ed è contro il rap alla radio

Quella che si crede in Texas e ha paura delle nostre bande,
Quella che venera Sarko intollerante e fastidioso

Quella che guarda Julie Lescaut e rimpiange il tempo delle coriste
Quella che lascia crepare i poveri e mette i genitori all’ospizio

No, la mia Francia non è la loro
Che festeggiano il Beaujolais e pretendono d’essersi immiseriti per l’arrivo degli immigrati

Quelli che puzzano di razzismo, ma fanno finta d’essere aperti
Questa Francia ipocrita che è forse sotto la mia finestra

Quella che pensa che la polizia ha sempre fatto bene il suo lavoro
Che si gratta le palle a tavola, guardano Laurent Gerra

Non è la mia Francia questa Francia profonda
Allora può darsi che sbagliamo, ma i nostri valori vinceranno

E se siamo cittadini allora “alle armi” la gioventù,
la mia Francia gli terrà testa fino a quando non ci rispetteranno.

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