Mauro Vecchio, L’addio di internet
La conoscenza non è un crimine.
Anonimous
Eminenti netizen e accademici ricordano un giovane brillante. La famiglia attacca il MIT e le autorità federali per il trattamento riservato al figlio. La perdita di un hacker e un attivista di primo piano.
Gli utenti della sua Reddit e varie personalità di spicco nell’universo digitale, dal padre del web Tim Berners-Lee al portavoce pirata Peter Sunde, e ancora Cory Doctorow, Brewster Kahle (fondatore di Archive.org), Doc Searls (tra l’altro uno degli autori del Cluetrain Manifesto). Un senso profondo di rispetto verso l’opera di un costruttore, al di là delle più semplicistiche definizioni adottate in questi giorni dalla stampa internazionale. Dopo il suo drammatico suicidio, Aaron Swartz non può essere ricordato soltanto come un hacker nel mirino dei federali.
Certamente impossibile ignorare quella beffarda incursione tra i meandri cibernetici dell’archivio JSTOR, da cui erano fuoriusciti ben quattro milioni di documenti – tra paper e journal – gelosamente conservati nelle infrastrutture informatice del prestigioso MIT. In un comunicato ufficiale pubblicato sul sito celebrativo Remember Aaron Swartz, la famiglia dell’ex-studente di Stanford ha duramente attaccato sia il MIT che le autorità statunitensi.
“La morte di Aaron non è una semplice tragedia personale“, ha denunciato la famiglia Swartz in attesa dei funerali di domani a Highland Park, Illinois. L’insaziabile curiosità del giovane costruttore sarebbe stata spezzata dagli atteggiamenti intimidatori e persecutori del sistema giudiziario a stelle e strisce. Le posizioni intransigenti assunte dal procuratore federale Carmen M. Ortiz e dallo stesso ateneo di Boston avrebbero “contribuito alla sua morte”.
In totale, Swartz rischiava una condanna fino a 35 anni di prigione e una sanzione pecuniaria di un milione di dollari. Nelle vesti dell’hacker, Swartz era entrato senza autorizzazione all’interno del network tramite uno switch, riuscendo a connettersi all’archivio digitale JSTOR mediante la rete del MIT. Azioni dispiegate per distribuire online una parte significativa dell’archivio di JSTOR a mezzo P2P, rimettendo in pubblico dominio documenti che in teoria avrebbero dovuto già esserlo ma che invece risiedevano inspiegabilmente in un giardino recintato il cui accesso era riservato al pubblico pagante.
Ma queste sono le gesta dell’hacker tartassato dai federali, non del costruttore che ha partecipato – ancora minorenne – alla creazione del protocollo RSS, tra i fondatori di quella Infogamit poi fusasi con Reddit. In suo onore, numerosi ricercatori d’America hanno deciso di innescare la “protesta dei PDF”, pubblicando documenti scientifici attraverso un hashtag sulla piattaforma cinguettante Twitter.
Un omaggio diverso da parte del celebre collettivo hacker Anonymous – almeno questa la presunta provenienza di una serie di cinguettii – che ha deciso di abbattersi contro i siti ufficiali del MIT e del Department of Justice (DoJ) con l’ennesimo round dell’operazione TANGO DOWN. “La conoscenza non è un crimine”, si legge nella firma di Anonymous in onore dell’attivista e del diffusore della conoscenza a mezzo file sharing.
Quasi in risposta alla denuncia della famiglia, l’attuale presidente del MIT Leo Rafael Reif ha annunciato l’avvio di una indagine interna, sebbene “Aaron non abbia mai avuto alcuna affiliazione formale” con l’ateneo statunitense. “Mi addolora pensare che il MIT abbia in qualche modo giocato un ruolo in una serie di eventi finita in tragedia”, ha scritto il presidente Reif all’intera comunità.
“Era brillante, e divertente, un vero genio – ha scritto l’eminente accademico Lawrence Lessig sul suo blog – Al sorgere di una domanda, mi sono chiesto un milione di volte: cosa penserebbe Aaron? Quella persona oggi non c’è più, trascinato al limite da quello che una società decente chiamerebbe semplicemente bullismo. A volte dovremmo superare quell’etica della distruzione in nome della ragione. Inizia con una parola: vergogna. Una parola, e infinite lacrime”.
http://punto-informatico.it/3690013/PI/News/aaron-swartz-addio-internet.aspx
Tiziano Toniutti, Aaron Swartz, anche l’Italia libera i documenti. Anonymous attacca, inchiesta interna al Mit
DOPO L’ADDIO al mondo di Aaron Swartz, il ventiseienne talento della tecnologia suicidatosi a New York lo scorso 11 gennaio, la Rete fa quadrato attorno alle posizioni della famiglia del giovane cofondatore di Reddit. E accusa il Massachusetts Institute of Technology e i magistrati di persecuzione giudiziaria, dopo che Aaron aveva messo in rete gratuitamente milioni di articoli accademici. “Un presunto crimine che non aveva vittime”, dice la famiglia del ragazzo, Robert e Susan Swartz, i fratelli Noah e Ben e la partner Taren Stinebrickner-Kauffman.
Così, su Twitter ci sono i tristi messaggi di addio di grandi nomi del web, tra cui Tim Berners-Lee (“Abbiamo perso un figlio”) e Lawrence Lessig. Su Tumblr c’è un memoriale per Swartz, e su Twitter già moltissimi ricercatori stanno pubblicando gratuitamente i documenti relativi ai loro studi, con l’hashtag #pdftribute, per ricordare la battaglia per la condivisione dell’informazione combattuta da Aaron. E anche in Italia non mancano le iniziative. Una è del blogger dell’Huffington Post e attivista del Tor Project Andrea Stroppa, che ha lanciato una raccolta di documenti, analisi e ricerche di interesse pubblico, invitando i proprietari dei file a caricarli e diffonderli attraverso il web. Il modulo per partecipare è in fondo a questa pagina.
Anonymous contro il Mit. La scorsa notte, il collettivo hacktivista Anonymous ha attaccato i siti del Mit, defacciandoli e lasciando messaggi con riflessioni dopo la morte di Swartz: Le pagine web modificate dagli hacker sono state ripristinate ma per diverse ore al posto dei siti del Mit è rimasto online il messaggio di Anonymous: “Questa tragedia deve diventare la base per una riforma della legislazione sui crimini informatici, e su come viene applicata da procuratori troppo zelanti. Può rappresentare un’occasione per rivedere le leggi sul copyright, che proteggono i guadagni di pochi a sfavore del beneficio di molti. Ancora, la tragedia di Aaron può essere la base per un rinnovato impegno per garantire a tutti una Rete libera da censura, e accessibile da chiunque”. Su Twitter, Anonymous ha lanciato l’hashtag relativo, #OpAaronSwartz.
Inchiesta interna al Mit. Anche sul fronte accademico e istituzionale l’eco dei suicidio di Swartz è forte. Il preside del Mit Leo Rafael Reif ha disposto l’avvio di un’inchiesta interna all’ateneo. In una lettera, il preside si associa al cordoglio e decreta l’inizio dell’indagine per chiarire la posizione dell’istituto nella vicenda. Il sito internet della Casa Bianca riservato alle petizioni popolari, “We the People”, ha visto avviarsi due iniziative: una per l’assoluzione postuma di Swartz, e un’altra per la rimozione dal ruolo di Carmen Ortiz, procuratore dello Stato del Massachusetts. L’obbiettivo è di 25 mila sottoscrizioni.
Qui sotto, il modulo per partecipare all’iniziativa di condivisione di documenti.
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