La condizione giovanile nella vulgata di destra

by gabriella

La colpevolizzazione e l’odio per chi non ce la fa, in quanto inutile zavorra di una società altrimenti prospera, sono gli elementi che rendono riconoscibile, al di là degli schieramenti, la sociopatia ideologica dei protagonisti degli ultimi governi italiani. Dopo il “capitalismo compassionevole” à la Bush, la stigmatizzazione degli esclusi si adatta meglio ai tempi di crisi.

Vivete coi genitori? “bamboccioni” (Padoa Schioppa);

Siete dei “Neet”? “lazzaroni” (Vittorio Feltri);

Non siete ancora laureati? “sfigati!” (il viceministro Martone);

Siete alla ricerca di prima occupazione? “Andate ai mercati a scaricare cassette” (Brunetta);

Cercate un lavoro? “Non siate choosy” (Fornero);

Volete un consiglio? “L’agricoltura rende le persone sempre giovani…” (Fornero);

Non trovate lavoro? “Per forza, lo cercate accanto a mammà” (Cancellieri);

Ancora non lavorate? “poveri disgraziati” (Brunetta);

Siete precari? “L’Italia peggiore” (Brunetta);

Guadagnate 500 euro al mese? “Sfigati” (Straquadanio);

Cercate un posto fisso? “Che monotonia” (Monti);

Lo avete trovato, ma nel pubblico impiego? “fannulloni!” (Brunetta);

Lo state ancora cercando, non più giovanissimi? “generazione perduta” (Monti).

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