L’Italia delude nei Test PISA

by gabriella
test PISA

Attenzione: i test non sono solo misurazioni, sono anche uno dei fattori di peggioramento dell’istruzione

Tratto con modifiche e integrazioni da Pensierocritico.eu e Roars.it.

Come riporta Internazionale del 3 dicembre 2013 l’Italia delude nei test Pisa
È Shanghai la città in testa alle classifiche dei test Pisa 2012 (Programme for international student assessment), pubblicate il 3 dicembre dall’Ocse. 
I test vengono condotti nelle scuole di tutto il mondo ogni tre anni e valutano le competenze in matematica, scienze e la capacità di lettura negli studenti di 15 anni.

I risultati italiani

Rispetto alle precedenti rilevazioni del 2009, il test rileva una lieve flessione (statisticamente non significativa) nei risultati relativi all’abilità di lettura, il che significa che la situazione è stabile.

Diverso è il caso per i risultati in matematica e scienze che risultano in miglioramento.
Michele Boldrin e i turchi: mutande in fiamme?

“Lier, lier, pants in Fire!”

Nel corso della trasmissione Servizio Pubblico andata in onda il 9 maggio 2013, un politico riformista (Michele Boldrin) sostenne che il sistema dell’istruzione italiana era stato superato nei risultati da quelli della Turchia il che, come si può notare dai grafici OCSE, è falso perché il numero di quindicenni italiani che raggiunge risultati eccellenti o buoni (livelli 5 e 6) è maggiore di quello turco. C’è però una quota di quindicenni che non raggiunge alcun risultato, o quasi, che è pari o lievemente superiore a quella turca, mentre i mediocri italiani sono meno numerosi dei turchi.

Lettura

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Matematica

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Il dato non è quindi incoraggiante, soprattutto dando uno sguardo alla classifica generale che ci vede agli ultimi posti tra i paesi ricchi (attualmente l’Italia è l’ottava economia del mondo). Nel rapporto sull’Istruzione dedicato dall’OECD all’Italia (ved. bibliografia), vengono infatti stese alcune conclusioni (p.6):

L’Italia è il solo Paese che registra una diminuzione della spesa pubblica per le istituzioni scolastiche tra il 2000 e il 2011, ed è il Paese con la riduzione più marcata (5%) del volume degli investimenti pubblici tra il 2000 e il 2011. Le risorse pubbliche investite nelle istituzioni scolastiche e nelle università erano inferiori del 3% nel 2011 rispetto al 2000. Comparativamente, durante lo stesso periodo, la spesa pubblica media dell’OCSE destinata alle istituzioni del sistema d’istruzione è aumentata del 38% (Tabella B3.2b). La spesa pubblica per l’istruzione in Italia è diminuita più della spesa destinata all’insieme delle amministrazioni pubbliche tra il 2008 e il 2011. Nel 2008, l’istruzione rappresentava il 9,4% del totale della spesa pubblica, mentre nel 2011, l’8,6% della spesa pubblica complessiva era dedicato all’istruzione (Tabella B4.2).

Il declino dell’educazione è strettamente connesso al declino economico e al benessere di un paese e l’Italia sta effettivamente perdendo velocemente quote di ricchezza e qualità del sistema educativo, grazie a riforme della scuola che hanno gravemente peggiorato la qualità del servizio scolastico in tutti gli ordini e gradi di istruzione.

Riuscirà l’intelligenza collettiva a sconfiggere la stupidità individuale?

Pierre LévyNel 1996, il filosofo Pierre Lévy pubblicò un testo destinato a provocare un dibattito culturale che dura fino ad oggi. Egli mise in rilievo l’importanza della condivisione dei saperi, favorita da Internet, per lo sviluppo dell’intera società, e così descrisse l’intelligenza collettiva:

« Che cos’è l’intelligenza collettiva? In primo luogo bisogna riconoscere che l’intelligenza è distribuita dovunque c’è umanità, e che questa intelligenza, distribuita dappertutto, può essere valorizzata al massimo mediante le nuove tecniche, soprattutto mettendola in sinergia. Oggi, se due persone distanti sanno due cose complementari, per il tramite delle nuove tecnologie, possono davvero entrare in comunicazione l’una con l’altra, scambiare il loro sapere, cooperare. Detto in modo assai generale, per grandi linee, è questa in fondo l’intelligenza collettiva ».

Lèvy
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Mappa della Stupidità: in Italia chi si fida degli altri è considerato un ingenuo

Quanto ci costano gli imbroglioni
In Allegro ma non troppo, un testo dal tono semiserio dedicato alla stupidità, l’economista Carlo Maria Cipolla ha tentato di enunciare le leggi fondamentali della stupidità umana e di definire quanto costa agli italiani la disonestà, in termini di mancato sviluppo economico. La tesi di Cipolla è che, paradossalmente, è meno dannoso alla società un bandito intelligente che un comune cittadino stupido, perché quest’ultimo oltre a danneggiare la società danneggia anche sé stesso.

Bibliografia (chi fa delle buone letture è meno manipolabile)

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