Memorie di Adriano sull’appartenenza, la scuola, i libri

by gabriella

Il volto dell’imperatore Adriano ornato della barba da greco con cui la storia lo ricorda. Tratto da M. Yourcenar, Memorie di Adriano, Torino, Einaudi, 2002, pp. 32

La convenzione ufficiale vuole che un imperatore romano sia nato a Roma, ma io sono nato a Italica; a quel paese arido e tuttavia fertile ho sovrapposto in seguito tante regioni del mondo. La convenzione ha del buono: dimostra che le decisioni dello spirito e della volontà hanno la meglio sulle circostanze. Il vero luogo natio è quello dove per la prima volta si è posato uno sguardo consapevole su se stessi: la mia prima patria sono stati i libri.

In minor misura le scuole. Quelle di Spagna risentivano dell’ozio della provincia. La scuola di Terenzio Scauro, a Roma, faceva conoscere mediocremente filosofi e poeti, ma preparava abbastanza bene alle vicissitudini della vita: i maestri esercitavano sugli allievi una tirannia che io arrossirei di imporre agli uomini; ciascuno nei limiti angusti del proprio sapere, disprezzava i colleghi, i quali possedevano, con identica ristrettezza, nozioni diverse. Quei pedanti si facevano rauchi a furia di vane logomachie.  Conflitti di precedenze, intrighi e calunnie m’hanno abituato a ciò che in seguito avrei incontrato in tutti gli ambienti nei quali ho vissuto; vi si aggiungeva la brutalità dell’infanzia.

Purtuttavia ho voluto bene ad alcuni dei miei maestri, mi sono stati cari quei rapporti stranamente intimi e stranamente evasivi che si stabiliscono tra insegnante e alunno, e le Sirene che cantano in fondo a una voce chioccia quando vi rivela per la prima volta un capolavoro o vi palesa un’idea nuova: il più grande seduttore, in fin dei conti, non è Alcibiade, è Socrate.

I metodi dei grammatici e dei retori, forse sono meno assurdi di quel che mi apparissero allorché vi ero sottoposto. La grammatica, con quella mescolanza di regole logiche e di usi arbitrari, fa pregustare ai giovani quel che gli offriranno in seguito le dottrine riguardanti la condotta umana, il diritto o la morale, tutti sistemi nei quali l’uomo ha codificato la sua esperienza istintiva.

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