Le norme sociali sono regole che disciplinano la vita in società, prescrivendo agli individui cosa fare nelle diverse situazioni. Sono strumenti necessari sia per attuare i valori a cui una collettività aderisce, sia per regolare i comportamenti, le azioni, i rapporti sociali dei suoi membri.
Ogni società ha norme sociali diverse, relative al proprio sistema di vita. Un esempio ne è offerto da La democrazia in America, in cui Tocqueville si è soffermato sul sistema di vita americano, ponendolo a confronto con altri modelli (in questo caso con quello inglese):
Due inglesi si incontrano per caso agli antipodi: sono circondati da stranieri di cui conoscono a malapena la lingua e i costumi. Questi due uomini si guardano sulle prime con molta curiosità e con una sorta di inquietudine segreta, poi si allontanano o, se intavolano discorsi, hanno cura di parlarsi con aria affettata o distratta e di dire solo cose poco importanti […] In un paese straniero due americani diventano amici su due piedi per il fatto di essere americani.
Tocqueville evidenzia, qui, la diversità delle norme sociali a cui inglesi e americani sono socializzati, offrendone poco dopo una spiegazione funzionale: l’Inghilterra è un paese fortemente gerarchico, con barriere alla comunicazione tra ceti molto forti; l’America, al contrario, è un paese formalmente egualitario, dove questi vincoli sono assenti. Poiché trovandosi all’estero è più difficile stabilire il rango d’appartenenza, per non sbagliare registro, gli inglesi si tengono a distanza, mentre gli americani non ne hanno necessità.
L’onnipresenza delle norme sociali in ogni tipo di collettività ne fa un elemento centrale della socializzazione. Sono infatti le norme sociali con cui un individuo viene a contatto fin dalla nascita nella famiglia che ne circoscrivono e, in certa misura, ne determinano, le credenze, le rappresentazioni, le motivazioni e gli stati di coscienza.
Le norme sociali sono quindi strumenti di regolazione ed integrazione sociale, cioè di controllo dei comportamenti e di creazione del legame sociale tra individui che condividono, di massima, valori e sistema di vita. La gran parte delle norme sociali proviene dalla tradizione e dalla consuetudine (folkways, convenzioni, etichetta, usanze, cerimoniali di un gruppo, secondo la definizione offerta nel 1906 da William Graham Sumner in Folkways), nonché dall’autorità o dal carisma di figure intellettuali, politiche, religiose (mores, norme legittimate su base etica o religiosa). Comunque si siano formate, le norme sociali vengono solitamente investite di carica affettiva, in forza della quale chi agisce in modo diverso viene percepito come deviante. Questa è la ragione per cui vengono rispettate e difese anche se si sono formate per abitudine o se appaiono non migliori ad altri modi di procedere.
L’esistenza di norme sociali comporta, inoltre, risparmio di tempo e di energie, coordinando azioni e risposte altrimenti lasciate alla negoziazione tra agli attori sociali.
Normalmente le norme sociali sono tacite – nel momento in cui vengono scritte o codificate in altro modo si parla di norme giuridiche – e vengono assimilate per esperienza e osservazione. Il loro rispetto è assicurato infatti dalla pressione sociale che interviene con sanzioni, cioè con misure coercitive e provvedimenti tesi a canalizzare i comportamenti individuali verso l’ortodossia fissata dalle norme sociali.
Il rispetto delle norme giuridiche (stateways o leggi) è assicurato da un controllo formale che fissa le conseguenze in caso di inosservanza; l’obbedienza alle norme sociali è invece generalmente oggetto di controllo informale che consiste nella reazione spontanea delle persone con cui siamo in interazione a una nostra infrazione. Di fatto, però, le norme sociali sono rispettate senza necessità di sanzionamento, in virtù della grande forza di modellamento che possiedono, essendo considerate ovvie e naturali dai membri del gruppo che le ha poste in essere.
In quanto strumenti di regolazione e integrazione sociale, le norme sociali sorgono, si modificano o cadono in disuso, seguendo le sorti delle istituzioni e delle ragioni che le avevano richieste.
Norme periferiche rispetto alla struttura globale della società possono diventare centrali ed essere quindi oggetto di maggior controllo sociale, di sanzioni più intense, di applicazione più diffusa, o di venire trasformate in norme di legge da norme consuetudinarie o di costume.
Un caso interessante a questo riguardo sono le norme sul comportamento sessuale. Nella maggior parte delle società occidentali esse occupano oggi una posizione alquanto periferica, ma in società impegnate nel controllo delle nascite e nella costruzione di una nuova morale, come la Cina, esse assumono rilevanza centrale, e subiscono attualmente un processo di irrigidimento, formalizzazione e diffusione. Si tratta di un esempio di come uno stateway, in questo caso la legge del figlio unico, possa modificare un folkway (un costume o modo di vita) perché, se è vero che il sistema di vita non si cambia per decreto – come pensava Sumner – è altrettanto vero che le leggi hanno un impatto sui costumi.
Un singolo valore può legittimare norme sociali assai diverse e lontane tra loro – si pensi alle tante conseguenze normative che discendono, ad esempio, dall’aver caricato di valore la persona umana -, mentre una medesima norma sociale può essere legittimata da valori differenti. Ad esempio, una norma come «bisogna lavorare con dedizione», può essere legittimata sia dai valori della morale borghese che da quelli della morale socialista.
La carica affettiva di cui le norme sociali sono spesso investite, e gli interessi «conservatori» che si coagulano intorno ad esse, fanno sì che molte norme sociali operino come un ostacolo all’innovazione in ogni sfera della vita sociale. E’ vero, però, anche che i movimenti di reale cambiamento sociale esprimono immediatamente la propria carica normativa, dando luogo a nuove norme sociali che codificano l’innovazione culturale, politica, economica, religiosa.
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