Ho visitato l’ex OPG Materdei di Napoli alla fine del 2016, ma non ho avuto il coraggio di fotografare gli spazi claustrofobici dove gli internati sono vissuti per anni: stanzette di due metri per due con il letto murato al pavimento, un’oblò sul cortile interno e un buco sul pavimento per bagno. L’ho fatto solo all’esterno per gli scatti che ho messo in fondo all’articolo, prima del servizio di Presa Diretta sull’OPG di Aversa e del documentario sui manicomi giudiziari di Simone Cicalone.
Gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari sono stati chiusi solo il 31 marzo 2015, quello che sorge al centro di Napoli, il Materdei, nel 2008. Il reportage di Fanpage dà un’idea di questo luogo oggi occupato da un collettivo che ne ha fatto uno spazio di denuncia e di memoria, di aggregazione e servizi per il quartiere.
Goffman, Asylum
mappa Asylum
La mutilazione dell’identità personale
art 27 comma 3
Il Materdei
L’Ospedale Psichiatrico Giudiziario “Sant’Eframo” sorgeva nel cuore del rione Materdei, uno dei più antichi e popolosi di Napoli, in un enorme edificio seicentesco sorto come convento francescano (1571). Nel 1925 il complesso religioso fu adibito a “manicomio giudiziario” poi, dal 1975, ad Ospedale Psichiatrico Giudiziario. Questo luogo che oggi suscita sgomento e indignazione, fu modificato allo scopo con soluzioni architettoniche a cabina di nave, con oblò e torri di sorveglianza che escludevano qualsiasi riservatezza e mortificavano la dignità dei ricoverati. Dopo la dichiarazione di inagibilità, nel 2000, gli internati sono stati progressivamente trasferiti in un’ala esterna del carcere di Secondigliano-Scampia. La chiusura definitiva dell’OPG è avvenuta nel 2008.
Il 2 marzo 2015, la struttura abbandonata è stata occupata dagli studenti napoletani del CAU che ne hanno fatto un centro sociale per il quartiere circostante. Ciò che hanno trovato, una volta entrati, può essere paragonato ad un girone dantesco: i segni del tempo e dell’assenza di manutenzione sono evidenti ovunque. Ma, ancora più sinistre sono le tracce di ciò che i ricoverati subivano: celle di pochi metri quadrati, chiuse da pesanti doppie porte blindate, letti di contenzione saldati al pavimento, sbarre ad ogni corridoio, pile di squallide divise uniformi marroni e scarpe accatastate come in un campo di concentramento.
Sui muri, poesie di lucida disperazione:
Mamma come faccio a diventare amico di un insetto?
Li chiamavano pazzi, li internavano in un OPG, acronimo che sta per Ospedale Psichiatrico Giudiziario, un manicomio e un carcere.
Nonostante l’importanza delle iniziative e la vitalità culturale dell’ex OPG, le autorità hanno subito intimato lo sgombero agli occupanti a cui si è opposto il Sindaco De Magistris che ha avviato le pratiche con il demanio per l’acquisizione del complesso, ora in attesa del parere del Ministero dei Beni Culturali.
Gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari
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