Platone, Il Gorgia

by gabriella

Il grande retore Gorgia di Lentini

La struttura del dialogo platonico nella quale Socrate definisce «l’ingiustizia una malattia dell’anima», dichiarando che non la morte deve temere l’uomo, ma di commettere il male, autentica gabbia dello spirito che ferisce e opprime l’ingiusto, prima ancora di coloro che ricevono ingiustizia.

È questo infatti il senso esistenziale dell’epilogo mitico, in cui Socrate allude ai premi e castighi che le anime dovranno ricevere dopo la morte.

Elaborato sulla base di Cioffi, Luppi, Vigorelli, Zanette, Il testo filosofico, Mondadori, 1991, pp. 340-341 e dalla voce Wikipedia dedicata al dialogo.

In coda la sceneggiatura elaborata dalla 3E, in registrazione.

 

Indice

1. Struttura
2. Scena
3. Personaggi

 

4. Il Gorgia

4.1 Prologo
4.2 I. Socrate contro Gorgia
4.3 II. Socrate contro Polo
4.4 III.Socrate contro Callicle
4.5 IV. Monologo di Socrate
4.6. Epilogo mitico

 

5. Il Gorgia (riduzione teatrale della 3E)

1. Struttura

Il Gorgia è un dialogo diretto tra Socrate e tre interlocutori, tra i quali il sofista Gorgia di Lentini. Il testo si articola in un Prologo, quattro sequenze e un epilogo.

 

2. Scena

Il dialogo è ambientato negli anni della guerra del Peloponneso in cui la crisi morale e politica di Atene è più evidente. Gorgia è ospite nella città a casa di Callicle insieme all’allievo Polo.

 

3. Personaggi

Socrate
Gorgia di Lentini
Polo di Agrigento, allievo di Gorgia
Callicle, è il giovane aristocratico padrone di casa, ammiratore della retorica, è un politico di parte democratica
Cherefonte, discepolo di Socrate, politico di parte democratica

 

4. Prologo

Accompagnato dal’allievo Cherefonte, Socrate arriva a casa di Callicle, dove Gorgia ha appena concluso una brillante lezione. Socrate chiede a Gorgia in cosa consista la sua professione.

 

5. I. Socrate contro Gorgia

Socrate

Incalzato dalle domande di Socrate, Gorgia compie diversi tentativi di definire la retorica:

  1. La retorica ha per oggetto i discorsi
  2. la retorica, a differenza delle arti, si esaurisce interamente nei discorsi
  3. la retorica ha per oggetto le più grandi e migliori cose umane
  4. la retorica ha la capacità di persuadere
  5. la retorica si esercita nei tribunali e nelle assemblee e ha per oggetto il giusto e l’ingiusto

Gorgia aggiunge che i suoi allievi devono sapere cos’è la giustizia e che se non lo sanno lui glielo insegna. Socrate osserva che Gorgia è in contraddizione con la sua affermazione precedente secondo la quale i retori a volte fanno uso ingiusto della loro arte.

 

6. II. Socrate contro Polo

il potere dei retori è solo apparente, i tiranni sono da compatire perché commettono ingiustizia

Invitato da Polo a definire lui stesso la retorica, Socrate dichiara che questa non è un’arte (cioè un sapere pratico, techne), ma una semplice pratica (emperiria), paragonabile alla cucina.

Polo si ribella alla denigrazione della sua arte ed esalta il potere dei retori nella città, ma Socrate lo costringe ad ammettere che il potere dei retori è solo apparente e che i tiranni non sono da invidiare ma da compatire perché commettono ingiustizia.

Contro il parere di Polo e l’opinione comune, Socrate afferma che

è meglio per l’uomo patire ingiustizia, anziché commetterla

perché l’ingiustizia è una malattia dell’anima.

 

7. III. Socrate contro Callicle

Contro queste conclusioni insorge Callicle, opponendo alla morale socratica la legge di natura, secondo la quale il peggio che possa capotare all’uomo è d’essere maltrattato senza potersi difendere.

Le norme morali e giuridiche sono un artificio creato dai deboli per tenere a freno i più forti

Il politico afferma che le norme giuridiche e morali sono un sistema artificioso creato dai deboli per tenere a freno i più forti e il loro naturale desiderio di dominare e poiché proprio l’esercizio della filosofia impedisce a Socrate di comprendere il funzionamento delle relazioni umane, gli consiglia di abbandonarla e di dedicarsi alla politica attiva.

Socrate obietta a Callicle che l’essere “più forti” non dovrebbe implicare, come invece sostiene il politico, il possedere di più. Chiede inoltre a Callicle se, secondo lui, chi vuole governare gli altri debba anche saper dominare se stesso.

Callicle, l’edonismo

La domanda è l’occasione di confronto tra due diverse concezioni della vita: quella di Callicle, basata sul piacere, quella di Socrate sull’autocontrollo e sul dominio di sé.

Per confutare la morale edonista di Callicle, Socrate mostra che bene e piacere non sono la stessa cosa: Callicle si irrita di fronte alle argomentazioni dialettiche di Socrate e tuttavia deve ammettere che ci sono piaceri buoni, cioè utili, e piaceri cattivi, cioè dannosi.

Socrate, il dominio di sé

Socrate osserva allora che per distinguere l’utile dal dannoso in tutti i campi della vita occorre un esperto. Questo non può essere il retore, visto che la retorica non è né una scienza né un’arte e, in particolare, questi non ha alcuna conoscenza del bene né del male.

Socrate nota che il buon retore e buon politico dovrebbe agire tenendo gli occhi fissi a un modello ideale di giustizia. A questo punto,Callicle abbandona una discussione che sente estranea, le cui conclusioni non lo convincono del tutto.

Gorgia invita così Socrate a concludere il suo discorso da solo.

 

8. IV. Monologo di Socrate

La retorica, osserva Socrate, può anche salvare un uomo in tribunale e salvargli la vita: lo scopo dell’uomo, però, non è di vivere più a lungo possibile, ma di spendere nel modo giusto il tempo assegnatogli dal destino.

Chi dunque aspira a esercitare funzioni politiche, deve dimostrare di possedere non la capacità retorica, ma l‘arte di rendere migliori gli uomini, cosa che non seppero fare né Temistocle, né Milziade, né Pericle, i politici che Callicle ammira.

Socrate potrà trovarsi nella stessa situazione del medico accusato dal cuoco davanti a una giuria di golosi

Socrate è consapevole che continuando a polemizzare con gli ateniesi per renderli migliori anziché farsi loro servo, come fanno i retori, rischia di essere condannato a morte: egli è infatti l’unico a d Atene ad esercitare la vera arte politica e proprio per questo potrà trovarsi nella stessa situazione di un medico, accusato da un cuoco di fronte a una giuria di ragazzi golosi.

 

 

9. Epilogo mitico

Socrate però non teme la morte: ciò che deve spaventare l’uomo, infatti, è che la sua anima giunga nell’al di là carica di ingiustizia, pronta a ricevere il castigo che merita e non invece il premio riservato al giusto.

 

 

 

Spunti per la discussione

1. Perché, secondo Socrate la ricerca del piacere non porta alla vita felice?
2. Quale politico è da ammirare? Callicle o Socrate? L’uomo forte e influente o quello che si batte per migliorare la vita degli altri?

 

5. Il Gorgia (riduzione teatrale della 3E)

Platone

In questo dialogo vedremo Socrate battersi in un corpo a corpo con i Sofisti per difendere le sue opinioni. Io, Platone, concepisco la filosofia come l’applicazione del metodo dialettico, inteso come la via che porta allo sviluppo di ragionamenti fondati e scelta di vita basata sulla giustizia. La retorica, infatti, non è una vera scienza ma un credere non accompagnato dal sapere e può convincere solo chi ignora la verità delle cose.

Ora lascio a voi scegliere in cosa credere. Vi presento “il Gorgia”.

 

5.1 Socrate contro Gorgia

[Margherita, Chiara C., Stefania, Elisa, Eleonora, Christian]

Socrate: Dimmi Gorgia, che cos’è la retorica?

Gorgia: E’ l’arte di fare discorsi, Socrate

Socrate: Ah davvero?!?! Di tutti i discorsi?

Gorgia: Si, certo, di tutti.

Socrate: e per esempio della medicina che ne pensi? Usa la retorica o no?

Gorgia: Certo, come tutte le arti e saperi

Socrate: allora perché usi il termine al singolare, eccellente ospite?

Gorgia: perché se lo usassi al plurale vorrebbe dire che non esiste un’arte unica e potente del discorso!

Socrate: e, infatti, non esiste, caro Gorgia, perché, come hai appena detto, la retorica si occupa di tutto e di tutto senza vera conoscenza. Dunque ormai è chiaro: la retorica non ha oggetto e neanche un metodo. Non è quindi né arte, né scienza, al massimo una bassa cucina…

 

Platone

Gorgia ritiene che la retorica tratti tutti i discorsi, ma Socrate gli dimostra che la retorica è solamente l’arte di persuadere gli ignoranti e che i retori non sanno niente delle cose di cui parlano.

 

5.2 Socrate contro Polo

[Diletta, Yasmin, Giulia A., Anna G., AnnaChiara]

Socrate: Allora, Polo, vuoi convincermi tu l’utilità della retorica?

Polo: Ah, per me la retorica ha grande importanza, è così importante d’avere potere di vita e di morte su tutti!

Socrate: Ne se proprio sicuro? A me sembra che la retorica non comandi affatto, ma obbedisca piuttosto, magari non se ne accorge proprio ..

Polo: Ma cosa dici Socrate? Tu vaneggi. Uno che con i suoi discorsi può far saltare la testa di un avversario non lo chiami potente?

Socrate: Ma a voi sembra di essere potenti, in realtà non siete voi a comandare perché nemmeno sapete se è giusto o no quello che fate. D’altra parte questo vale anche per i tiranni che sono come voi schiavi della propria ignoranza e incapaci di vederne le catene. E’ questa la ragione per cui né voi né loro possedete alla fine, ciò che che rende felici e ci dà vita dolce e lieta. L’ignoranza infatti è una malattia dell’anima, da quelle catene voi non sapete liberarvi e vi credete potenti .. bah

 

Platone

Polo sostiene che la retorica ha un valore molto grande perché ha potere di vita o di morte. Ma la retorica per Socrate ha un potere solo apparente, perché gli
stessi politici si inchinano a interessi e voleri su cui non hanno influenza e di cui sono servi. Sono dunque schiavi, non potenti: come pentole di rame che risuonano e smettono di farlo a comando.

5.3 Socrate contro Callicle

[Vittoria, Letizia, Rebecca S., Regina, Vincenzo]

Socrate: Dimmi un po’ Callicle, perché mai l’essere più forte dovrebbe implicare, come sostieni, il possedere di più? A me pare che richieda solamente che se vuoi governare gli altri, devi saper governare anche te stesso.

Callicle: Ma nemmeno per sogno Socrate, e a che servirebbe allora il potere, se si restasse poveri in canna? Chi per le sue capacità è arrivato a comandare gli altri avrà pur diritto a godersi i propri meriti!

Socrate: Bene e piacere non sono la stessa cosa, Callicle.

Callicle: A no? Io preferisco il piacere, prendilo tu il bene senza agi, soldi e onori se ti rende così felice!

Socrate: Mio caro ammiratore di retori, tu non hai alcuna idea né del bene né del male, quindi le scelte della città non possono essere affidate alle tue mani. ma a ben vedere nemmeno la tua vita sei in grado di condurre!! Scegli un piacere che ti sembra farti contento e dopo poco ti accorgi in quali guai ti sei messo!! Un marito geloso se hai insidiato una ragazza, una notte col mal di pancia se hai bevuto troppo, un’avidità senza senso e senza soddisfazione se hai nascosto un gruzzolo sotto il pavimento .. Ah Callicle, io ti vedo, finire la tua vita disperato, senza sapere perché l’hai vissuta e senza lasciare niente di buono a chi resta .. non certo la tua memoria tra i tuoi concittadini! Il buon politico agisce vedendo dove il bene sta veramente, altro che piaceri e onori .. Non penso proprio che sarai rimpianto ad Atene.

 

 

5.4 Monologo di Socrate

[Anna B., Chiara M., Veronica, Giulia C., Manila]

Socrate: Miei sapienti amici, come abbiamo visto la retorica può anche salvare la vita di un uomo in tribunale, ma l’ambizione dell’uomo non deve essere vivere il più a lungo possibile, piuttosto spendere il proprio tempo nel miglior modo.

Dunque chi aspira a esercitare la virtù politica, deve dimostrare di possedere non la capacità retorica, ma l’arte di rendere gli uomini migliori. Questo rende felici, chi agisce su mandato dei propri amici e chi vive in città.

Io sono l’unico ad Atene che tenti la vera arte politica e l’unico tra i contemporanei che la eserciti.

Ma non so dire cosa ne diranno gli ateniesi: se si lasceranno sedurre dalla vostre belle parole o vi giudicheranno per la vostra cattiva cucina. La vostra in fondo è pura arte adulatoria e gli ateniesi potrebbero ben cascarci.

Per questo sono come un medico accusato da un cuoco che si appresta ad essere giudicato da una giuria di golosi.

 

i testi della voce platonica fuori campo sono di  

[Irene, Brigitte, Rebecca F., Erica, Giulia G.]

 

Per riepilogare, la struttura di Gorgia:

Download (PDF, 113KB)

 

e il dialogo sceneggiato dai ragazzi:

Download (PDF, 38KB)

 

 

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