Scuola: IoMerito

by gabriella

Leggo su Repubblica.it che domani arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri il decreto sul merito. Insomma, la scuola italiana torna per decreto alla versione fine ottocentesca di Franti e De Rossi. Ecco qui la notizia:

Approda domani in Consiglio dei ministri il decreto sul merito (a scuola), ma alla vigilia Francesco Profumo è rimasto solo. Il Partito democratico ha sbattuto la porta. Francesca Puglisi, responsabile scuola, ha lasciato la riunione preparatoria: “Non voteremo mai la scuola competitiva” [poteva aggiungere “perché l’abbiamo già fatto” NDR], dice adesso. L’ex ministro Giuseppe Fioroni rileva il problema:

Il ministro Profumo sta seguendo la strada sbagliata. L’Italia ha bisogno di una scuola di qualità per tutti e non di una scuola di élite per pochi con il rischio di abbandono per molti” [“non ha bisogno cioè della scuola che si sta affermando e che, modestamente siamo stati noi a lanciare, cominciando a finanziare le scuole private” NDR].

La riforma sul merito è divisa in due parti: una per la valorizzazione dei migliori a scuola, l’altra per la valorizzazione dei migliori all’università. Viene istituita la nuova figura dello studente dell’anno, per esempio: ogni scuola potrà eleggere il più bravo fra coloro che avranno preso 100 e lode della maturità. Il prescelto avrà una borsa di studio aggiuntiva e uno sconto del 30% sulle tasse universitarie. Ma anche tariffe abbattute per viaggiare in bus ed entrare nei musei, grazie alla card “IoMerito”. E poi per gli studenti migliori le master class, corsi estivi da seguire gratuitamente. Sono previsti, ancora, premi per le scuole migliori e all’università più test per tutti.

Il provvedimento doveva essere un disegno di legge, ma il governo all’ultimo momento lo ha trasformato in un decreto. Profumo ha compreso la cattiva accoglienza e ora il Parlamento potrebbe riservargli un percorso a ostacoli. Perplessità sul testo, considerato “frettoloso” e troppo “sbilanciato”, sono emerse anche dal Pdl e dai centristi. Per l’Udc

si rischia di allargare lo spread tra bravi e deboli, di coltivare l’individualismo. E poi la riforma delle nuove norme sui concorsi universitari rischia di creare ulteriore caos” [Avete letto bene, ha detto proprio “allargare lo ‘spread’ tra bravi e deboli“, NDR].

A questo proposito l’ex ministro Mariastella Gelmini si è posta a guardia del suo lavoro: “No allo smantellamento delle nostre norme” [non aggiunge “la scuola pubblica l’abbiamo smantellata noi, astenersi imitatori”, ma il lettore attento lo sa già NDR]. Non piace a nessuno il decreto dei migliori, né alla Cisl né alla Rete degli studenti. Alla Camera e al Senato faticherà.

Per approfondire la questione della meritocrazia, si veda M. Boarelli, L’inganno della meritocrazia; Marco Lodoli, Chi ha i soldi il futuro se lo compra o si prepara a meritarselo; e l’articolo dedicato a Pierre Bourdieu, Tecnocrazia e merito.

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