Sembra che il primo a parlare di struttura sociale sia stato il filosofo arabo del XIV secolo Ibn Khaldun, nella prefazione ai suoi volumi di storia degli arabi e dei vicini popoli dell’Africa settentrionale. Successivamente, agli inizi del seicento, Thomas Hobbes ha usato l’espressione per indicare lo stato come una realtà organizzata creata dagli uomini. Il concetto è stato poi ripreso nel XIX secolo da Herbert Spencer e dai padri fondatori della sociologia.
La struttura sociale è la rete dei rapporti di interdipendenza che esistono tra un determinato insieme di posizioni sociali, ruoli, istituzioni, gruppi, classi o altre componenti della realtà sociale di uguale o diverso livello.
Quando si descrive una società, con riguardo al modo in cui si presenta in un determinato momento della sua storia, ci si riferisce alla sua struttura sociale. Individuiamo infatti una serie di elementi che, considerati complessivamente, formano la struttura di quella società. Al contrario, se seguiamo una società nel corso del tempo, osserviamo, anziché le sue componenti strutturali, i processi sociali, cioè le trasformazioni più o meno significative delle sue componenti.
Già in Comte, la sociologia doveva dividersi nelle due branche fondamentali della statica sociale, attenta agli aspetti stabili della società, e della dinamica sociale, interessata al divenire dei fenomeni sociali e della società. La ragione per cui esiste una struttura durevole di relazioni, è stato un problema che la sociologia si è posta fin dai suoi esordi. I funzionalisti, da Durkheim a Parsons, hanno sostenuto che risponde a esigenze comuni e si regge sul consenso, poiché gli individui hanno interiorizzato il senso della struttura sociale. Di contro per i teorici del conflitto, a cominciare da Marx, la struttura sociale risponde agli interessi della classe dominante ed è mantenuta con la forza. La sociologia contemporanea convalida oggi entrambe le concezioni, rilevando che la struttura sociale si basa sul consenso e sull’esercizio del potere da parte dei gruppi dominanti.
La natura dai processi sociali [per l’ultimo anno del Liceo di Scienze umane]
Un processo sociale è un fenomeno evolutivo, nel corso del quale si verificano delle trasformazioni. Non sempre un processo sociale ha come esito il cambiamento della struttura sociale.
Una società ospita sempre processi innovativi che introducono cambiamenti più o meno estesi nella struttura sociale, e processi conservativi che hanno per effetto il mantenimento e la conservazione della struttura esistente.
I padri fondatori della sociologia hanno prestato più attenzione ai processi di cambiamento della struttura sociale, dal momento che avevano sotto gli occhi i grandi sconvolgimenti della modernizzazione. Tendevano poi a pensare che la storia dell’umanità seguisse un cammino lineare e che il cambiamento fosse, nei suoi sviluppi, positivo. Comte e Saint-Simon riponevano fiducia nel progresso, Marx, com’è noto, nell’inevitabile dissoluzione del capitalismo, mentre Durkheim e Weber davanti alla tragedia della guerra mondiale e alla ventata della rivoluzione d’ottobre guardarono ai processi di trasformazione con sentimenti di timore e speranza.
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